Da sempre l’uomo cerca di superare i propri limiti, e non c’è niente di più adatto per mettersi alla prova che  l’impresa di scalare una enorme e minacciosa montagna.

L’Everest è una di quelle alture più grandi e difficili da conquistare. Prima di arrivare alla sua cima, incredibilmente alta, l’uomo deve superare decine di ostacoli ambientali, non solamente riferiti all’aria rarefatta oppure alle temperature del tutto glaciali.

Nel 1996 due spedizioni ebbero l’ardire di provare a scalare questa enorme montagna, per riuscire dove nessuno era riuscito prima d’ora.

Il film racconta proprio gli eventi e la straordinaria avventura di questi coraggiosi scalatori, e di come affrontare un’altura così straordinariamente alta sia una esperienza che ha del disumano.

La sceneggiatura del film non vuole solamente mostrare il lato spettacolare della vicenda, ma da enorme risalto alla preparazione psico-fisica di questi coraggiosi uomini.

Prima dell’avvio all’incredibile scalata la telecamera indugia e si sofferma sulle riunioni delle spedizioni, e sulle raccapriccianti descrizioni di tutte le incombenze fisiche che questi uomini potrebbero patire.

L’ipotermia, per intenderci, è solo la punta dell’iceberg di quello che può accadere. I polmoni potrebbero riempirsi di liquido ed ostacolare seriamente la normale respirazione. Anche il cervello potrebbe gonfiarsi.

Oltre a ciò, capita spesso che le bassissime temperature inducano le persone a sentire una enorme calura, costringendole letteralmente a spogliarsi dei vestiti con effetti facilmente deducibili.

Descrizioni impressionanti, che fanno facilmente capire come l’uomo sia una macchina complessa e eccezionale che non è assolutamente programmata per vivere a tali temperature.

La scalata della montagna è resa in modo magistrale dalla regia: la telecamera spesso riprende gli scalatori a volo d’uccello, ed in questo modo tutti questi uomini sembrano macchie di colore stagliate sul bianco manto di neve e ghiaccio.

Incredibile constatare come scalare non sia l’unico mezzo per raggiungere l’agognata vetta. La possente montagna presenta anche innumerevoli, giganti, pezzi di ghiaccio che devono essere superati con l’ausilio di particolari scale.

Sotto queste spesse lame di ghiaccio si trovano strapiombi che portano a morte certa. La visione del film non è letteralmente consigliata a chi soffre di vertigini. Grazie all’ausilio della terza dimensione, osservare queste piccole scale di metallo rappresentare l’unico mezzo per scavalcare questi ostacoli fa gelare il sangue.

Ma anche la neve, se mossa da sufficiente vento, diventa a quelle altitudini una lama che può tagliare la pelle facilmente. Tutto diventa pericoloso ed ha una dimensione molto più aggressiva e violenta in cima al monte Everest.

Il film riesce a trasmettere emozioni notevoli, ed è consigliabile la visione all’interno di un cinema attrezzato da un ottimo sistema dolby surround, per farsi così travolgere dai ruggiti della montagna, che per “schiarirsi la voce” crea innumerevoli slavine che investiranno i prodi scalatori.

Ma “Everest” non è solo spettacolo, e ci mancherebbe. Gli eventi descritti nel film sono veri, ed hanno risvolti  decisamente drammatici. Molte vite saranno perse su questa tremenda montagna, congelate per sempre ad imperitura memoria di come la natura è una forza incessante ed insuperabile.

“Everest” è un film che riesce a coniugare con equilibrio l’emozione dello spettacolo ed il rispetto per gli eventi di cui questi uomini sono stati vittime e vincitori nello stesso tempo.

In due ore di visione non era facile trasmettere tutte queste informazioni, ma la sceneggiatura è vincente e riesce nel suo intento. Una visione sicuramente consigliata per calarsi nei panni di questi uomini e scoprire come la montagna sia un gigante da non sottovalutare in alcun modo.

Dove vedere Everest
COMMENTO
Everest è un film che riesce a coniugare con equilibrio l’emozione dello spettacolo ed il rispetto per gli eventi di cui questi uomini sono stati vittime e vincitori nello stesso tempo. In due ore di visione non era facile trasmettere tutte queste informazioni, ma la sceneggiatura è vincente e riesce nel suo intento. Una visione sicuramente consigliata per calarsi nei panni di questi uomini e scoprire come la montagna sia un gigante da non sottovalutare in alcun modo.
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Dopo la visione di “Grosso Guaio a Chinatown” a 10 anni, la mia più grande passione è diventata il cinema. Poco dopo gli adorati schiacciapensieri vengono surclassati dall'arrivo di un computer di nome “ZX Spectrum”. Scatta così l’amore per i videogiochi e la tecnologia. E le serie TV? Quelle ci sono sempre state, da "Il mio amico Arnold" fino a "Happy Days".
everest-recensioneDa sempre l’uomo cerca di superare i propri limiti, e non c’è niente di più adatto per mettersi alla prova che  l’impresa di scalare una enorme e minacciosa montagna. L’Everest è una di quelle alture più grandi e difficili da conquistare. Prima di arrivare alla...