Le storie d’amore ormai al cinema è difficile che siano coinvolgenti: dopo la rivoluzione sessuale tutto è stato detto e fatto dietro la telecamera, ed il pubblico, soprattutto quello giovanile, pensa talvolta che i sentimenti siano poco adatti all’intrattenimento.

Oggigiorno invece si ha voglia di osservare una storia che racconti come i sentimenti, se trattati nel modo giusto, possano ancora emozionare e far sorridere gli animi della platea.

Vorrei vederti ballare, del regista esordiente Nicola Deorsola, riesce ad infondere un’atmosfera gradevole a tutta la semplice, ma importante, sceneggiatura che fa da contorno al film.

Il ventenne Martino (Giulio Forges Davanzati) ha perso la madre da piccolo, e si è ritrovato da solo a condividere un rapporto pieno di ruggine sentimentale con il padre, interpretato da Alessandro Haber.

Quest’ultimo è un autoritario ed affermato psicoanalista, abile con le problematiche della mente ma che non ha mai imparato ad amare e soprattutto a trasmettere affetto.

Martino si iscrive alla facoltà di Psicologia, ma adora la natura ed in particolare le tartarughe marine. Oltre a loro, la sua più grande passione è Ilaria (Chiara Chiti), coetanea che scopre essere una paziente del padre.

Martino si finge un giovane psicologo, e armato di una pettinatura improbabile e di giacca e cravatta fa si che Ilaria diventi una sua paziente.

Vorrei vederti ballare è una gradevole storia d’amore, che si giova di una sceneggiatura che riesce a focalizzare i sentimenti di queste due giovani vittime dei loro problemi familiari.

Ilaria rischia di soffrire di anoressia, complice il disagio che prova subendo il rapporto di una madre (Giuliana De Sio) che la priva di libertà per non farle mancare mai un amore che dal padre non riceve, perché impegnato in una relazione extraconiugale.

Il film affronta diverse tematiche giovanili, servendosi di un plot narrativo che non rinuncia a mostrare personaggi curiosi, come Gastone (Gian Marco Tognazzi), simpaticissimo paziente di Martino, fissato con il gioco d’azzardo e che parla con uno strano accento straniero.

Il cinema dove si reca spesso Martino per vedere i film che ama, è gestito da Giusy (Paola Barale), ex attrice che non ha mai raggiunto il successo, imbellettata come fosse una star degli anni cinquanta.

La sala è il perfetto “non luogo”, dove Giusy e Martino condividono la loro passione e riescono a donarsi una reciproca, preziosa, amicizia.

Dove vedere Vorrei vederti ballare
COMMENTO
Vorrei vederti ballare è un film curato che non esagera con i virtuosismi dell’amore giovanile, e che non vuole impressionare con tematiche spregevoli ed impressionanti. Sullo schermo è mostrata una realtà spesso ignorata in molti altri film, una realtà di amori giovanili a volte più importanti di quelli adulti, e di problemi familiari che in Italia molte volte sono sotterrati sotto l’indifferenza generale. Spesso si dice che “i panni sporchi si lavano in famiglia”: stavolta il regista Nicola non vuole nasconderli, e lo fa attraverso un film che descrive anche una tenera storia d’amore e fa sorridere. Un risultato non da poco, che ci auguriamo venga promosso da un’affluenza di pubblico non indifferente.
7.2
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Dopo la visione di “Grosso Guaio a Chinatown” a 10 anni, la mia più grande passione è diventata il cinema. Poco dopo gli adorati schiacciapensieri vengono surclassati dall'arrivo di un computer di nome “ZX Spectrum”. Scatta così l’amore per i videogiochi e la tecnologia. E le serie TV? Quelle ci sono sempre state, da "Il mio amico Arnold" fino a "Happy Days".
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