Mark (John Hawkes) è un uomo di 38 anni di gradevole presenza, simpatico ed il più delle volte sorridente. Tutti questi sono bei pregi, che acquistano ancora più valore se ad esplicitarli è una persona che è costretta a respirare per diverse ore al giorno tramite l’ausilio di un polmone d’acciaio.

Mark è malato di poliomelite, e riesce a muovere soltanto la testa. Ma il resto del suo corpo, sebbene non possa compiere alcun movimento, risponde ai segnali del dolore  e del piacere.

E’ proprio a quest’ultimo che Mark vuole dedicare le sue attenzioni, perché vorrebbe provare le emozioni del sesso prima che “arrivi la sua data di scadenza”.

Entra in scena Cheryl (Helen Hunt), una terapista del sesso che è pronta a far conoscere a quest’uomo tutte le grazie del piacere fisico.

The Sessions” è un film serio, che di certo non vuole fare della comicità “politicamente scorretta” attraverso un protagonista che ha la sfortuna di non poter avere una vita al pari di molti suoi coetanei.

E’ proprio questo il valore del film: poter rendere quest’uomo, che si sposta tramite una lettiga, una persona normale, anch’essa carica di desideri emotivi e sessuali.

Il film ci riesce. Se all’inizio per lo spettatore risulta curioso osservare un uomo così malato avere pulsioni sessuali, la naturalezza con cui il tema è trattato riesce a scardinare qualsiasi pregiudizio interno e rende la narrazione piena di emozioni.

Helen Hunt è l’emblema della spontaneità, e la vediamo diverse volte davanti alla telecamera esibirsi in nudi integrali prima di approcciare con il suo paziente.

La disinvoltura con cui si spoglia, e soprattutto  l’amore per il suo lavoro fuori dall’ordinario,  renderanno il suo corpo un emblema alla sacralità del sesso.

Mark dapprima è inerme davanti alle grazie femminili, ma grazie al suo charme, che nemmeno una polio riesce a neutralizzare, ha la capacità di esprimere il fascino nei confronti di Cheril e di altre donne che avrà occasione di conoscere.

Ma sarà soprattutto questa donna, terapista del sesso ed esploratrice dell’animo di Mark, a far cambiare per sempre la sua vita.

Di grande effetto la scena in cui la donna, attraverso uno specchio, permette a Mark di fargli vedere il proprio corpo.

Perché quest’ultimo è un tesoro da preservare, anche se incatenato alle oscure leggi di una malattia che lo rende immobile.

The Sessions” è un film che riesce a far comprendere come un uomo resti sempre tale anche se menomato da una qualsiasi malattia, e lo fa servendosi della capacità di ironizzare su di essa e di evitare la semplice via delle “lacrime facili” servendosi della eccessiva drammatizzazione degli eventi.

C’è posto anche per diversi sorrisi durante lo spettacolo, soprattutto quando Mark regolarmente si confida con il simpaticissimo Padre Brendan (William H. Macy). Le loro chiacchierate non saranno delle fredde confessioni sacrali, ma uno stimolante botta e risposta fra due amici sui temi caldi dell’eros.

Se vi capiterà di commuovervi durante questo film, lo farete per come è coinvolgente la voglia di vivere del protagonista, che fa degli ostacoli alla sua deambulazione solo un piccolo dettaglio.

Dove vedere The Sessions
COMMENTO
The Sessions è un film che riesce a far comprendere come un uomo resti sempre tale anche se menomato da una qualsiasi malattia, e lo fa servendosi della capacità di ironizzare su di essa e di evitare la semplice via delle “lacrime facili” servendosi della eccessiva drammatizzazione degli eventi.
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Dopo la visione di “Grosso Guaio a Chinatown” a 10 anni, la mia più grande passione è diventata il cinema. Poco dopo gli adorati schiacciapensieri vengono surclassati dall'arrivo di un computer di nome “ZX Spectrum”. Scatta così l’amore per i videogiochi e la tecnologia. E le serie TV? Quelle ci sono sempre state, da "Il mio amico Arnold" fino a "Happy Days".
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