Il regista Enzo D’Alò porta su schermo l’eterna favola di Pinocchio, e sceglie di farlo con la tecnica, da lui amata, dell’animazione.
Nel film compaiono tutti i personaggi del racconto del burattino che dice bugie, a partire dal tenero Geppetto, fino al pescatore verde dell’isola, che presenta il doppiaggio del compianto Lucio Dalla.
Il film è dedicato proprio al musicista scomparso poco tempo fa. Sono sue anche le musiche che accompagnano lo spettatore dentro il mondo fantasioso di Collodi.
Proprio questi vivaci, orecchiabili e notevoli arrangiamenti musicali rendono i disegni ancora più coinvolgenti nel loro tratto particolare.
Tutti i fondali del film appaiono come se fossero stati disegnati con una matita colorata, e le sfumature applicate ai colori rendono gli ambienti ancora più variopinti e fiabeschi.
Dentro a questi paesaggi di una fantasia così vivida, irrompe il burattino per antonomasia, che corre, mangia di tutto e crea tanti guai agli altri ma soprattutto a se stesso.
La narrazione è molto veloce, divertente ed ipnotizzante per la perfetta scelta dei tempi musicali. Nel film compaiono anche scene in cui i personaggi cantano, integrate in modo azzeccato all’interno della narrazione.
Tutti gli ingredienti dello spettacolo sono dosati in maniera ottimale, cosa non facile da fare negli appena 84 minuti di visione.
I personaggi che appaiono sono differenti nel loro tratto. Appaiono animali parlanti come esseri umani di un’altezza esagerata che fanno della loro buffa camminata motivo di un sano sorriso.
L’universo fantasioso del film è davvero ricco, e si fregia degli ambienti ispirati alla bellissima Toscana (come anche il regista ha confermato), per creare una sospensione dell’incredulità ancora più emozionante per tutti gli spettatori italiani.
C’è molta cura in questo film, e soprattutto trapela un grande amore per la favola originale e per la potenza emozionale della musica.
Un compendio di colori, suoni e splendidi personaggi di fantasia che sarà difficile che non possa coinvolgere piccoli ma anche spettatori adulti.
Uno splendido modo per rievocare, ancora una volta, la favola del burattino che sognava di essere un bambino, con una regia moderna che non rinuncia però a celebrare tutta la carica emotiva del racconto da cui è ispirato.