Se pensate che una serie televisiva ambientata in un carcere femminile possa essere noiosa vi sbagliate di grosso! Orange is the New Black s’ispira al libro scritto da Piper Eressea Kerman, donna che per aver  riciclato denaro  sporco venne condannata.

La trama racconta della difficile vita all’interno della prigione femminile. L’esistenza delle diverse detenute è scandita e si intreccia tra esperienze del presente e quelle del passato, quando tutte loro erano libere.

Il canovaccio narrativo permette allo spettatore di scoprire i reati commessi dagli innumerevoli personaggi  e le loro personalità, per delineare meglio il carattere delle detenute e soprattutto capire la loro vita precedente alla galera.

Le lotte intestine dell’ambiente carcerario portano spesso ad oltrepassare il limite della moralità in una risoluzione a volte cruda e meschina.

In questa terza stagione i rapporti ormai consolidati tra le protagoniste trasmettono  una sensazione rassicurante per lo spettatore, per questo i sapienti sceneggiatori hanno reso protagonista della stagione non più Piper, ma il carcere stesso con le sue leggi interne, i suoi spazi segreti ed i dialoghi sulla profondità della vita.

In questa stagione ci sono anche delle new entry tra i personaggi e i momenti hard di natura saffica sono stati sostituiti da quelli più romantici.

Anche questa stagione è estremamente esplicita nel parlare (e mostrare) il sesso fra donne.

Con scene di amore lesbico, passando per la crudeltà più amara, questa serie TV non può essere seguita da chi non ama una drammaticità così palese. Scene di blasfemia possono irritare anche un agnostico,  ma il vero centro nevralgico dello script non sono le situazioni  nè il succedersi degli eventi.

Il vero punto di forza è come sono stati ben delineati i personaggi, ognuno con delle fattezze concrete.

Interessante lo sviluppo ed il passaggio tra le diverse emozioni di Piper. Dalla comicità e ingenuità della prima stagione passa a momenti più cinici e disincantati, fino a giungere a veri e propri momenti criminali senza pelo sullo stomaco. La personalità di queste donne è talmente incisiva da  “bucare” letteralmente lo schermo.

Durante la visione sembra quasi di avere ognuno dei personaggi adagiati  sul divano di casa. Ci si affeziona presto a loro come un bimbo al proprio peluche e  si sta dalla loro parte tifando per loro.

In questa sceneggiatura dal clima rinnovato, si passa da scene surreali a spunti divertenti e goliardici. Non mancano alcuni momenti troppo prolissi, soprattutto la lunghissima gravidanza della detenuta portoricana o le vicende burocratiche che ruotano attorno alla gestione della prigione.

Vale sempre la pena seguire Orange is the New Black, perché è il più realistico tra i telefilm degli ultimi tempi.  Forse ha ragione Pirandello: la realtà è solo finzione, quindi in fondo siamo tutti parte di questo show.

Dove vedere Orange Is the New Black
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Dopo la visione di “Grosso Guaio a Chinatown” a 10 anni, la mia più grande passione è diventata il cinema. Poco dopo gli adorati schiacciapensieri vengono surclassati dall'arrivo di un computer di nome “ZX Spectrum”. Scatta così l’amore per i videogiochi e la tecnologia. E le serie TV? Quelle ci sono sempre state, da "Il mio amico Arnold" fino a "Happy Days".