Angela è una donna che sta festeggiando il suo ventisettesimo compleanno. Suo padre partecipa al party assieme al suo boyfriend ed alcuni amici.
Un pomeriggio ilare a tutti gli effetti, tranne per l’ombra di un minaccioso corvo che riuscirà ad entrare in contatto con una banale ferita che Angela si procura mentre prepara la sua festa.
Da quel momento in poi, la vita di questa ragazza oramai diventata adulta, è un inferno.
The Vatican Tapes è un film che ricalca il generoso filone horror delle possessioni, iniziato ad avere successo con l’immortale L’esorcista di William Friedkin.
La sceneggiatura stavolta punta il focus, più che sulla povera posseduta, sul demone che prende in possesso l’anima di Angela.
Il film si apre con dei filmati visionati all’interno di una stanza segreta del Vaticano. La roccaforte della cristianità diventa, a tutti gli effetti, protagonista della lotta del bene contro il male.
Sarà proprio la forza della fede cristiana ad opporsi all’anticristo che alberga nel corpo della ragazza, a partire da un canonico, ma sempre impressionante, esorcismo.
Ma i piani di Satana, stavolta, sono diversi. Angela non sarà soltanto una vittima, ma rappresenterà l’archetipo del Maligno che entra in contatto con la realtà degli esseri umani.
L’entrata in società di Lucifero avverrà a suo modo, silenziosamente e, soprattutto, operando a somiglianza di un uomo da sempre ritenuto eccezionale dalle Sacre Scritture.
Il film, sebbene non possa essere ritenuto originale e non infonda poi così tanta paura nello spettatore oramai abituato a ben altre nefandezze sullo schermo di un cinema (e su quello della televisione), ha il pregio di fondere con successo la finzione con la realtà.
Il corvo, da sempre ritenuto simbolo di cattiveria all’interno della Chiesa, è reso in modo convincente dal regista come l’anello di congiunzione tra la dimensione umana e quella distorta del male.
La regia mischia movimenti di macchina operati a mano con quelli mostrati tramite diverse fonti video, come il monitor di un computer oppure una delle innumerevoli telecamere che i luoghi pubblici usano quotidianamente per sicurezza.
La messa in scena del film è spartana, con pochi attori che interagiscono con Angela e flebili musiche che descrivono il pathos di alcune scene.
La resa generale non risulta sciatta, ma infonde spesso una discreta dose di realismo agli eventi mostrati.
Il risultato finale è un film che poteva osare di più e puntare la sua sceneggiatura, più che sull’abusato esorcismo, sulla figura dell’anticristo e sui maligni piani di quest’ultimo ai danni degli esseri umani, creature da sempre amate da colui che si sacrificò su di una croce.
Ma gli esseri umani, oggigiorno, stanno vivendo un periodo di forte crisi morale, che lascia ferite insanabili nella società molto più della congiuntura economica.
Sono questi i richiami del film che fanno veramente paura, perché mostrano, con il potere della finzione, come il Male sembra stia vincendo una lotta contro la luce del Bene.