Oramai è quasi difficile ricordare quanti film ispirati al franchise di Predator siano usciti. Da quel lontano 1987, anno in cui il film di John McTiernan uscì nelle sale cinematografiche, la famosa storia che mischiava la fantascienza con l’horror ebbe un successo travolgente.

Non fu solo merito dell’inimitabile presenza di Arnold Schwarzenegger come protagonista della pellicola, ma anche di una storia che metteva al centro del racconto una vera e propria battaglia tra abili soldati, all’apparenza invincibili, contro un cacciatore che proveniva dallo spazio.

Predator rimarcava con incredibile sagacia come l’uomo, in quel film, non fosse la creatura più intelligente e forte della terra, ma dovesse tenere testa ad un essere che, potenzialmente, possedeva una tecnologia ed una forza incredibilmente superiore.

Dopo aver visto diversi seguiti e spin-off più o meno riusciti ispirati alla storia di questo cult movie, il 5 agosto uscirà su Disney+ Prey, un film che è a tutti gli effetti un prequel di quell’indimenticabile pellicola degli anni ’80.

L’INIZIO DI TUTTO

Ambientata 300 anni fa, la storia di Prey sceglie come setting quello della Nazione Comanche. Protagonista del film diretto da Dan Trachtenberg è Naru (Amber Midthunder), giovane donna con spiccate abilità da guerriera.

Naru vive in una tribù indiana che è solita attribuire lo status di cacciatore unicamente agli uomini. Le mansioni tipiche delle donne sono quanto di più lontano dal concetto di caccia e di combattimento.

Proprio per questo Naru si trova spesso a dover affermare con veemenza la sua irrefrenabile voglia di diventare un vero e proprio predatore.

La giovane è costretta a combattere contro futili pregiudizi che reputano la figura femminile incapace di cacciare perché ritenuta debole.

Le sue attitudini da combattente sono incredibili: basti vedere come riesce ad usare il Tomahawk, la tipica piccola ascia indiana che viene scagliata contro l’avversario.

La vita di Naru sta per cambiare da un momento all’altro, esattamente quando dal cielo una misteriosa astronave sta per atterrare sulla terra.

UNA NUOVA MINACCIA

La vita nella riserva indiana non è mai stata semplice, perché l’habitat è popolato da innumerevoli animali selvaggi e violenti, come orsi e leoni.

Fiere che rappresentano una costante minaccia per Naru e gli altri indiani e che spesso devono essere eliminate per evitare di essere uccisi.

L’esistenza nelle Grandi Pianure è assicurata solamente da una continua caccia ai predatori, secondo un costante allenamento riservato a un ristretto gruppo di cacciatori più abili, tra i quali svetta Taabe (Dakota Beavers), il combattente più abile e scaltro.

E’ proprio a Taabe che Naru si ispira, anche perché il ragazzo è l’unico che riesce ad andare oltre i pregiudizi di genere e reputa Naru una donna che potrebbe divenire, un giorno, una grande cacciatrice.

Sebbene Prey riservi spazio, ovviamente, anche alla figura dello spaventoso alieno, durante la prima parte del film la sceneggiatura dedica tempo alla descrizione della vita di Naru e ad evidenziare alcuni rituali propri della società in cui è calata.

Il film restituisce da subito un quadro piuttosto accurato non solo del modus vivendi di Naru, ma anche dell’ambiente in cui vive.

Osserveremo dunque le numerose prede che i Comanche dovranno cacciare e come sia complicato spesso catturare un animale che riesce a correre in modo incredibilmente veloce e che ha la capacità di sbranare un essere umano in pochi minuti.

UN NUOVO FORTISSIMO ANTAGONISTA

Sebbene leoni, tigri ed enormi orsi siano animali che possono contare su di una grande forza, gli esseri umani hanno la possibilità di attingere ad una intelligenza superiore per aggirare le loro performance fisiche superiori.

E’ proprio l’intelletto che rende l’uomo a capo della catena alimentare, almeno fino ad ora. Quando un nuovo predatore mette piede su questa pianura incontaminata gli equilibri sono subito messi in discussione.

Con una forza disumana ed un armamentario che può contare su di una tecnologia incredibile per l’epoca, Il Predator in un battibaleno si insinua a capo dell’ecosistema.

Questa creatura dello spazio ha scelto di visitare la terra unicamente per amore della caccia e dell’antagonismo che si crea tra due avversari durante la spasmodica lotta per la sopravvivenza.

La sua indole è unicamente predatoria, con uno spiccato amore per una lugubre forma di collezionismo.

Il plot di Prey non prevede solamente di mostrare l’incessante lotta di questa spaventosa creatura con gli esseri umani, perché presenterà anche diversi scontri tra l’alieno e gli animali più forti della terra.

Un’ottima occasione per capire fino in fondo come sia fortissima la voglia del Predator di misurarsi e di mettersi alla prova con ogni creatura vivente.

Un atteggiamento che, in fondo, non prevede alcuna cattiveria di fondo ma solo un cieco istinto predatorio.

PUO’ FUNZIONARE UN NUOVO FILM DEL FRANCHISE?

In questi anni l’industria cinematografica ha attinto a pieni mani dal successo del franchise di Predator, girando tre film che seguirono quello originale.

Tra sequel, spin-off, videogiochi e fumetti, oramai potrebbe sembrare che siano state raccontate tutte le possibili storie che coinvolgono l’alieno cacciatore per antonomasia.

Dopo la visione di Prey, fortunatamente, questi spiacevoli pregiudizi si dissipano come neve al sole, perché il film di John McTiernan, grazie ad una sceneggiatura curata, funziona.

Prey, mettendo al centro della storia la vita di Naru piuttosto che il nerboruto alieno, riesce ad avere una sua forte identità narrativa, supportata inoltre da un’ottima regia ed una fotografia ammaliante.

Immersa in una pianura piena di vegetazione, la fotografia di Prey esalta i raggi del sole che trafiggono i rami degli statuari ed altissimi alberi e, una volta arrivata la notte, la cinepresa cattura tutta la poetica luce della luna che aiuta i cacciatori indiani ad orientarsi per braccare gli animali che attentano alla loro vita.

Oltre alla mera fotografia, Prey mostra l’alieno vecchio di 300 anni con un aspetto parzialmente inedito e perfettamente credibile, soprattutto se rapportato a quando lo abbiamo conosciuto mentre guerreggiava con Schwarzy e Carl Weathers.

Non mancheranno inoltre svariate citazioni e rimandi veri e propri alla storia del franchise, non soltanto riferiti alla prima pellicola ma anche al seguito e gli altri film della saga.

Dove vedere Prey
COMMENTO
I primi comunicati stampa di Prey annunciarono il film sottolineando come la pellicola offrisse una storia inedita, che potesse mostrare un ritratto realistico e autentico dei Comanche. Una nota stampa che, da subito, voleva attirare l’attenzione non solo su di un nuovo film del franchise di Predator ma anche su di una realizzazione che avesse al centro della storia la tribù indiana, i suoi rituali e il suo modo di vivere. Tutto questo come per dire: “ehi, sappiamo bene che fremete nel vedere di nuovo l’amato alieno combattere, ma sappiate che questo film racconterà anche una vera storia, al di là delle scene d’azione”. Dopo aver visto Prey posso confermare che la realizzazione del film è piuttosto accurata e non lascia spazio a delusioni. La storia di Naru, personaggio credibile e pieno di carisma, è impreziosita da una splendida fotografia e da una direzione registica che, soprattutto durante le fasi concitate, si rivela essere ispirata. Prey dimostra ancora una volta che, se scritto con intelligenza e soprattutto rispetto per la storia originale, qualsiasi franchise può offrire spunti originali, soprattutto quando si concentra anche su concetti importanti come le ingiuste differenze di genere e le barbarie che investirono i nativi americani, che furono sterminati a seguito della selvaggia colonizzazione. In tutta questa difficile presa di coscienza di come la natura umana sia altamente imperfetta svetta l’alieno predatore, che ricopre il ruolo di creatura superiore che possa dimostrare agli esseri umani come sia arrogante pensare di essere le creature più forti ed intelligenti sul pianeta.
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Dopo la visione di “Grosso Guaio a Chinatown” a 10 anni, la mia più grande passione è diventata il cinema. Poco dopo gli adorati schiacciapensieri vengono surclassati dall'arrivo di un computer di nome “ZX Spectrum”. Scatta così l’amore per i videogiochi e la tecnologia. E le serie TV? Quelle ci sono sempre state, da "Il mio amico Arnold" fino a "Happy Days".
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