Il regista e sceneggiatore Mike Flanagan durante questi anni è stata una enorme risorsa creativa per Netflix.

Dopo aver esordito nel 2018 con Hill House, serie TV che esplorava i tetri meandri di una magione e, soprattutto, la contorta psiche della famiglia che vi abitava, Flanagan ha continuato a sfornare ottimi show per la piattaforma streaming, che nel segno dell’horror riuscivano sempre a dare una lettura profonda di temi quali la religione (Midnight Mass), la malattia (The Midnight Club) e l’amore come sentimento maledetto (The Haunting of Bly Manor).

Con La caduta della casa degli Usher, in uscita il 12 ottobre 2023, finisce il sodalizio di Mike Flanagan con la famosissima casa che offre servizi in streaming, che in futuro metterà al servizio di Prime Video il suo estro creativo.

Ispirata alle opere di Edgar Allan Poe, La caduta della casa degli Usher racconta dell’impero farmaceutico Fortunato Pharmaceuticals, fondato negli anni ottanta dai giovani fratelli Roderick e Madeline Usher (Zachary Michael Gilford e Willa Fitzgerald).

I fratelli Usher in pochissimi anni sono diventati milionari grazie alle loro avvedute scelte aziendali e, soprattutto, alla vendita di un noto farmaco antidolorifico chiamato Ligodone, una pasticca bianca anonima che in poco tempo è diventata la medicina più ambita per tutti coloro che volevano dimenticare la sofferenza che si prova quando il corpo trasmette dolore ininterrottamente.

Il Ligodone diventa così, per molti, la scappatoia ideale per fuggire da molteplici patemi fisici. Ma continuare ad assumere questa medicina costerà un caro prezzo a tutti i consumatori di questo farmaco, un prezzo in termini di salute non indifferente.

Un particolare non da poco che ha permesso lo stesso a questa pillola di continuare a invadere gli scaffali di migliaia di farmacie e di essere venduta ininterrottamente, senza che gli Usher rispondessero legalmente a queste gravose responsabilità.

Ma non è solo la scelta di commercializzare questo farmaco che fa dei fratelli Usher due soggetti completamente amorali, perché nel loro passato si nascondono altri misteri, ben più torbidi e raccapriccianti.

Ma non tutti i crimini possono rimanere impuniti per sempre: sta per finire il tempo della fama e della ricchezza per gli Usher, perché è arrivato il momento di pagare un caro prezzo per gli errori compiuti in gioventù.

UNA FAMIGLIA NUMEROSA E DISFUNZIONALE

Roderick Usher oramai è un uomo adulto (interpretato in questa fase della sua vita da Stuart Bruce Greenwood), un uomo che, per carnale diletto, ha scelto di unirsi sessualmente con compagne da cui ha avuto svariati figli.

Uomini e donne concepiti in nome di futili avventure sentimentali che, contrariamente a quanto si possa pensare, non sono stati abbandonati da Roderick, ma rappresentano veri e propri eredi del suo grande impero farmaceutico.

Un nutrito gruppo di esseri umani che contengono il suo difettoso DNA, impegnati ognuno di loro a cercare di avere successo nella vita avviando progetti in diversi ambiti, forti del supporto economico del padre, che ricopre il ruolo di supervisore e giudice spietato in caso di eventuali fallimenti.

Non vi è grande affetto o amore da parte di Roderick, ma solo una smodata voglia di fare il controllore e il severo censore di eventuali passi falsi dei loro figli, che reputa sempre privi del suo innato talento per gli affari.

Madeline, diversamente, ha scelto di non avere figli, convinta che non lasciare successori sia la soluzione ideale.

Il suo ruolo accanto al fratello è quello di una donna fredda e calcolatrice, intenzionata con tutte le sue forze a far sì che l’industria Fortunato continui a riservare loro smodata ricchezza e infinito potere.

I due fratelli Usher dunque si differenziano per le loro scelte riguardanti la vita privata: Roderick non ha voluto rinunciare a vivere superficiali rapporti sentimentali, non curandosi di eventuale prole che ne poteva derivare, mentre Madelin invece ha sempre prestato la massima attenzione affinché il lascito organico che derivava dalle sue unioni carnali non potesse in alcun modo generare nuova vita.

Due scelte che avranno una fondamentale importanza nella vita di questi due fratelli e che influenzeranno i loro reciproci destini.

IL CALDO E IMPROVVISO ABBRACCIO DELLA MORTE

I figli di Roderick non sono persone del tutto normali, e mostrano atteggiamenti influenzati da una psiche soggiogata dalla pressante presenza di un padre-padrone.

A tal proposito basti pensare a Prospero Usher (Sauriyan Sapkota), un adolescente che si è ritrovato in un battibaleno da una condizione di povertà assoluta a essere un potenziale erede di una casa farmaceutica milionaria.

Prospero è un ragazzo completamente ubriaco dei fasti e della ricchezza che oramai contraddistinguono la sua quotidianità, e per dare un senso alla sua vita vuota cerca di organizzare party esclusivi a cui possono partecipare solo vip e persone influenti.

Prospero inoltre è un soggetto perverso, che ama vivere la sessualità solo in nome del piacere estremo, da godere attraverso numerose orge.

Napoleon Usher (Rahul Kohli) è un uomo più adulto, ma solo all’anagrafe. Per lavoro gestisce una azienda che si occupa di produrre videogiochi, il suo passatempo preferito in quanto gli permette di evadere dalla realtà.

Quando questi non bastano, c’è la droga e l’alcool a renderlo quasi privo di sensi e dunque in uno stato catatonico e apparentemente sereno.

Ci sono anche presenze femminili tra i figli di Roderick, come Tamerlane Usher (Samantha Sloyan), anch’essa vittima di vivere in modo distorto il concetto di sesso, che riesce a procurarle piacere solo quando si cala nel ruolo di spettatrice di atti erotici che coinvolgono il marito con sconosciute, e Camille Usher (Kate Siegel), donna in carriera che ha rifiutato in toto il concetto di amore e vive solo in nome del suo lavoro.

All’appello vi è un’altra donna e un’altra vittima della mancanza di amore paterno. Si chiama Victorine Usher (T’Nia Miller), ricercatrice che sta spendendo tutto il tempo della sua vita a cercare di portare a compimento una protesi tecnologica utile a chi è malato di cuore. Una chiara mossa per mostrarsi davanti alla figura del padre, in caso di successo, come una donna di grandi capacità.

Infine vi è Frederick Usher (Henry Thomas), il figlio più importante fra tutti ma anche quello che denuncia grandi insicurezze e un carattere debole e lascivo. È l’unico che ha costruito una famiglia con prole.

Roderick Usher ha avuto sei figli con cinque madri diverse. Un albero genealogico piuttosto numeroso che in pochi giorni subisce un improvviso cambiamento, perché tutti loro moriranno in modi violenti e inaspettati.

UN GRANDE SENSO DI FASTIDIO E ORRORE

La caduta della casa degli Usher riesce, fin dalle primissime puntate, a far provare un incessante senso di disagio osservando la condotta dissoluta che i figli di Frederick perseguitano.

Una condotta di vita che deriva dall’enorme ricchezza a cui tutti loro possono attingere, che li mettono in condizione di essere dei ricchi arroganti che possono pretendere tutto e, soprattutto, essere al di sopra della legge.

Come sappiamo tutta la grande carriera di Frederick e Madeline è stata costruita su di un inganno: la creazione del più grande antidolorifico che promette proprietà eccezionali, venduto come panacea contro i dolori e per garantire così una vita migliore.

Una pasticca che ha forse la capacità di cancellare i dolori fisici di una persona, ma che non potrà mai vanificare la maledizione della famiglia Usher, colpita da una atroce sequenza di delitti che dimostreranno come i soldi e la ricchezza non possano fare nulla contro forze che non si possono corrompere con il denaro.

Se Frederick e Madeline Usher rappresentano l’indissolubile volto dell’amoralità, lo show di Flanagnan non vuole comunque rinunciare a mostrare anche il lato benevolo dell’uomo, incarnato nel personaggio di Auguste Dupin (Carl Lumbly) un avvocato che da anni cerca di portare la Fortunato davanti alle sue responsabilità legali in tribunale.

Accanto alla luce del bene e il buio del male, Flanaghan pone in mezzo a loro il fondamentale personaggio di Verna (Carla Gugino), una donna avvenente e misteriosa che rappresenta inequivocabilmente l’irrinunciabile nesso tra il giusto e l’ingiusto e il deus ex machina che incombe sul destino degli Usher.

Personaggi fondamentali che saranno di notevole importanza per orchestrare il coinvolgente racconto di Frederick e Madeline, che inizia nel presente mostrando questi orribili omicidi ma che ha origini nel passato.

Dove vedere La caduta della casa degli Usher
COMMENTO
L’ultima produzione di Mike Flanaghan che vedremo su Netflix si presenta come un potente e drammatico racconto di ricchezza e morte, che mostra la notevole differenza tra il bene e il male. Come ho già scritto in sede di recensione, La caduta della casa degli Usher riesce subito ad instillare nello spettatore dei grandi sentimenti di disagio nel vedere l’orribile famiglia di Frederick, composta da cinque figli nati in modo casuale, che vivono una vita con il conto in banca florido ma scevra di qualsiasi tipo di amore. Costoro subiranno una maledizione di cui è artefice il padre e la sorella, due soggetti privi di qualsiasi morale che hanno architettato un piano che comprende unicamente potere e ricchezza, anche a discapito della salute di migliaia di persone. Osservare come la prole di Frederick scompaia è ideale per permeare la narrazione seriale di una grande dose di orrore (soprattutto pensando alla morte di Prospero) ma, allo stesso tempo, rischia di rendere il racconto di Flanaghan monotono. Durante la metà della stagione, difatti, la sceneggiatura sembra destinare troppo spazio narrativo alla sorte dei suoi figli, instillando una sensazione di déjà-vu nello spettatore, testimone di scene che inoltre non sempre hanno una grossa dose di drammaticità. Sembra quasi che Flanaghan abbia dovuto auto-censurarsi quando doveva mostrare alcune scene violente, che probabilmente sarebbero state più convincenti se fossero state più esplicite nella loro rappresentazione. Questa sensazione di tedio è destinata presto a scomparire, perché nelle ultime puntate La caduta della casa degli Usher mostra il lato più convincente dell’estro di Flanaghan, mettendo in scena momenti puramente teatrali impreziositi dalla recitazione di alcuni versi di Edgar Allan Poe. In questi frangenti narrativi il racconto inoltre vuole rinunciare a mostrare solo la cattiveria umana ma ha intenzione anche di tessere le lodi del bene, inteso come un sentimento che, sebbene sia spesso destinato a essere soggiogato dalla furia del male, gode di una infinita resilienza che gli permette di rischiarare le profonde ombre della malignità.
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Dopo la visione di “Grosso Guaio a Chinatown” a 10 anni, la mia più grande passione è diventata il cinema. Poco dopo gli adorati schiacciapensieri vengono surclassati dall'arrivo di un computer di nome “ZX Spectrum”. Scatta così l’amore per i videogiochi e la tecnologia. E le serie TV? Quelle ci sono sempre state, da "Il mio amico Arnold" fino a "Happy Days".
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