Il mondo del cinema è pieno di film che riescono con efficacia a inculcare il terrore psicologico, quello che non si basa solo sull’abusata figura della creatura mostruosa per spaventare, ma che hanno l’ardire di suggestionare lo spettatore presentando una minaccia che spesso proviene dalle nostre recondite ansie e frustrazioni.

Il mondo delle serie televisive, sebbene oggigiorno sappia offrire show di eccezionale fattura, in ambito horror non poteva ancora vantare un prodotto che fosse possibile citare come cult assoluto, almeno fino all’anno 2018, quando nel palinsesto  streaming di Netflix comparve The Haunting of Hill House.

La serie televisiva antologica narrava la storia di una famiglia che doveva combattere le minacciose presenze di una casa maledetta che voleva divorare le loro anime e la loro serenità.

Di primo acchito, la trama sembrava offrire il solito plot abusato in cui erano protagoniste case dannate e presenze soprannaturali, tipico dei film horror che facevano la fortuna dei produttori cinematografici durante gli anni settanta e ottanta.

Inaspettatamente Hill House riuscì sapientemente a destabilizzare il senso critico di tutti gli appassionati, già pronto per criticare aspramente l’ennesima serie televisiva che non avrebbe saputo spaventare e appassionare gli spettatori.

Dopo la visione dell’intera serie, ognuno di noi provò un senso di naturale meraviglia nell’aver provato spaventi ed emozioni che questo genere cinematografico sembrava non riuscisse più a trasmettere.

La serie creata dal regista Mike Flanagan, già avvezzo a dirigere film di questo genere, aveva la capacità di scioccare chiunque potesse seguire la sua straziante storia, che miscelava perfettamente drammi familiari con la comparsa di spaventose presenze, aumentando il senso di inquietudine che pervadeva  i personaggi dello show.

Mike Flanagan annunciò presto una seconda stagione della serie Hill House, con nuove ambientazioni e nuovi personaggi. La prima epopea horror fu ambientata in America, ora toccava all’Inghilterra presentare una nuova magione, colpevole di saper materializzare gli orrori più indicibili della mente umana.

THE HAUNTING OF BLY MANOR

La seconda stagione, dal titolo The Haunting of Bly Manor, narra una ghost story del tutto diversa da quella della prima serie, basandosi sulla famosa storia horror The Turn of the Screw (Il giro di vite in Italia).

Il racconto, scritto dall’autore americano Henry James, narra di una governante che si prende cura di due bambini che presto mostrano un comportamento del tutto estraneo a quello consono alla loro giovane età.

La caratteristica degli scritti di Henry James è quella di presentare una trama ricca di romanticismo gotico, un genere che si discosta da quello passionale a cui siamo abituati. Il concetto di romanticismo per Henry James era quello di un sentimento che portava spesso a dannazione e sofferenza, colmo di segreti inconfessabili.

Mike Flanagan ha colto pienamente il senso di romanticismo gotico nella direzione di The Haunting of Bly Manor, perché i sentimenti che coinvolgono i personaggi che abitano la nuova magione immersa nelle campagne inglesi durante gli anni ’80 sono tutti macchiati da un profondo dolore esistenziale e dalla ferma convinzione che se avessero preso decisioni diverse nella loro vita quest’ultima poteva essere del tutto differente.

LA MALEDIZIONE DI HILL HOUSE

La maledizione di cui sto parlando si riferisce a quella che coinvolge qualsiasi spettatore che abbia già goduto della splendida prima stagione della serie antologica di Mike Flanagan.

Tecnicamente non è giusto fare paragoni con The Haunting of Hill House, perché il termine “antologico” significa chiaramente che la storia narrata in The Haunting of Bly Manor è completamente diversa e potrebbe essere goduta perfettamente anche qualora non avessimo visto la prima stagione della produzione Netflix.

Ma non è facile discostarsi da quelle profonde emozioni provate durante la visione di The Haunting of Hill House, sopratutto quando ci si rende conto che gran parte degli attori coinvolti nella prima stagione recita anche in The Haunting of Bly Manor ;  inoltre il genere di appartenenza, una ghost story, è lo stesso.

Dulcis in fundo, anche le toccanti e profonde note di pianoforte che componevano la colonna sonora di The Haunting of Hill House sono le stesse anche in questa nuova stagione, a testimonianza di come il regista Flanagan abbia voluto chiaramente mantenere una sorta di fil rouge emotivo con la prima riuscita serie.

Ma The Haunting of Bly Manor  non è assolutamente The Haunting of Hill House per tutta una serie di motivi, a cominciare dalla struttura narrativa, volontariamente confusionaria in alcuni punti del racconto, proprio come appariva il romanzo di Henry James Giro di vite, per poi chiarificare tutta la storia quando ci si avvicina al finale.

The Haunting of Bly Manor vuole rappresentare i sentimenti umani come un mezzo fallace per completare la ricerca della nostra felicità.

Amare in The Haunting of Bly Manor  non significa completarsi a vicenda, semmai allontanare la propria felicità e immergersi in una dannazione che ha l’amaro sapore dell’eternità.

SCARY MOVIE

Credo sia giusto parlare anche di quanto riesca a spaventare The Haunting of Bly Manor, soprattutto pensando che chiunque abbia già goduto di The Haunting of Hill House avrà ancora ricordi vividi di come sia stato più volte scioccato durante alcuni momenti dello show.

The Haunting of Bly Manor  non ha una struttura narrativa che spaventa lo spettatore, perché è basata su di un plot che più che instillare terrore vuole veicolare sentimenti più accostabili alla malinconia e al dramma.

Le primissime puntate della serie televisiva sembrano voler mostrare l’apparizione di presenze poco amichevoli in onore del classico genere dell’horror, proprio come spesso succedeva in The Haunting of Hill House, ma poi il canovaccio cambia repentinamente genere e, come ho accennato poc’anzi, vira verso la rappresentazione di un dramma sentimentale oscuro e ricolmo di colpi di scena.

The Haunting of Bly Manor  racconta una storia approfittando della possibilità di sfruttare nove puntate di un’ora ciascuna, mostrando quasi nove film che sembra vogliano sfoggiare una impronta narrativa differente.

La continuità seriale non è una caratteristica di The Haunting of Bly Manor, visto che spesso mostra personaggi che si imbattono in vicende che possano apparire confusionarie, per poi essere chiarite durante le puntate successive.

C’è tanto soprannaturale in The Haunting of Bly Manor  e poco terrore per come lo abbiamo conosciuto nella prima stagione della serie. Non ci si imbatterà in siparietti horror che ci faranno battere il cuore vivacemente, ma gli  spaventi si tramuteranno in sentimenti di mestizia e di pena quando assisteremo al destino ingiusto che coinvolgerà molti dei personaggi che vivono in questa enorme casa inglese.

Dove vedere The Haunting of Bly Manor
COMMENTO
Non è stato facile parlare di The Haunting of Bly Manor perché, innegabilmente, il paragone con la prima stagione della serie inconsciamente o meno si palesava e sembrava volesse prevaricare sulla costruzione di un senso critico quanto più oggettivo possibile. Superata questa impasse, soprattutto quando ho finito di vedere tutta la stagione, posso tranquillamente affermare che anche stavolta vale la pena vedere il nuovo show di Mike Flanagan. I motivi sono molteplici, e vanno ricercati soprattutto nella sublime atmosfera da ghost-story inglese che lo show-runner della serie riesce ad infondere ad ogni puntata. Una ghost-story che offre il caratteristico ritmo cadenzato proprio di quei racconti con protagonisti fantasmi, che non hanno la volontà di raccontare una storia con un montaggio veloce e pieno di scene spettacolari, ma prendendosi tutto il tempo possibile per costruire un climax misterioso e coinvolgente. Questo significa che durante la visione di The Haunting of Bly Manor potreste incorrere anche in puntate particolari, magari dal ritmo più lento, che possano quasi annoiare in alcuni momenti. Ma non interrompete la visione e continuate a vedere le puntate seguenti della serie perché la trama, strutturata come un puzzle, saprà essere incredibilmente chiara quando avrete finito la visione. Avrei voluto parlare molto di più dei personaggi coinvolti e delle loro dolorose pene, ma per evitare anche solo il minimo sentore di spoiler non lo farò. D’altronde è bene che vi godiate questo racconto dramma gotico senza sapere troppi dettagli e con la coscienza di sapere che The Haunting of Bly Manor non è una ripetizione di The Haunting of Hill House, caratteristica lodevole che attribuisce allo show Netflix un suo unicum narrativo.
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Dopo la visione di “Grosso Guaio a Chinatown” a 10 anni, la mia più grande passione è diventata il cinema. Poco dopo gli adorati schiacciapensieri vengono surclassati dall'arrivo di un computer di nome “ZX Spectrum”. Scatta così l’amore per i videogiochi e la tecnologia. E le serie TV? Quelle ci sono sempre state, da "Il mio amico Arnold" fino a "Happy Days".
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