Gran bella sfida decidere di produrre una serie dedicata al mondo zombie dopo il successo del blockbuster  televisivo The Walking Dead.

Z  Nation potrebbe essere bollato come “la  solita serie TV di zombie”,  ma se pensate questo vi sbagliate di grosso. La sceneggiatura è ambientata in un mondo post apocalittico, esattamente tre anni dopo la diffusione di un’epidemia che trasforma gli esseri umani  in morti viventi.

Un gruppo di temerari uniscono le loro forze  per portare Murphy, l’unico essere umano a non essere stato infettato dopo un morso degli zombie, in California.

L’apocalisse zombie è solo un pretesto per narrare le personalità e il passato dei personaggi che si scoprono lentamente in tutta la loro umanità e disumanità.

Una novità interessante è il personaggio del solitario “Cittadino Z”,  che da una base militare sperduta fra i ghiacci riesce a osservare e dare sostegno ai nostri eroi tramite complesse tecnologie appartenute al governo prima della fine del mondo popolato dai vivi.

L’impronta caratteriale degli zombie è ancora forte per tutti coloro che stanno seguendo la serie The Walking Dead,  quindi sappiamo bene che per ucciderli serve spappolare il loro cervello e che, per esempio, il rumore li attira.

Gli zombie però in Z Nation sono un tantino differenti, perché molto più veloci grazie alla possibilità di correre e così afferrarti al volo un braccio da sgranocchiare per merenda.

Col passare delle puntate ci si renderà conto che il buon vecchio cadavere deambulante della classica letteratura horror risulta in Z Nation avere una caratterizzazione ben differente;  gli affamati cadaveri  hanno , dopotutto,  paura di alcuni esseri umani,  e l’effetto dei loro morsi sul personaggio di Murphy  gli donerà  effetti  decisamente inaspettati.

Oltre alla suspense  di un canovaccio narrativo che riesce a mostrare perfettamente come la possibilità di sopravvivenza durante ogni puntata sia precaria, la sceneggiatura non vuole precludersi l’occasione di mostrare siparietti ironici che delineano con successo la personalità dei personaggi invischiati nella lotta contro la morte deambulante.

Lo scenario dai colori sparati sul bianco è spesso visionario, come in preda ad una allucinazione. I ricordi dei personaggi  sono contraddistinti dal color seppia, le inquadrature che partono spesso dal basso prendono spunto dal più classico degli effetti cinematografici quando si vuole rendere l’idea di paura e oppressione.

Ma non per questo Z Nation è un telefilm girato come un banale compitino da scuola di regia alle prime armi: alcune trovate sono innovative e avvincenti,  come la rappresentazione dei flashback o il virato beige per i sogni. Alla fine di ogni puntata ci si chiede: cosa succederebbe se in un’apocalisse zombie ci comporteremmo tutti da bravi eroi?

Una cosa è certa: in questa epoca buia di guerre e abuso di potere, chi è il sapiente uomo e chi è il selvaggio zombie?

Dove vedere Z Nation
Articolo precedentePenny Dreadful Stagione 2 – Recensione
Articolo successivoGotham – Recensione
Dopo la visione di “Grosso Guaio a Chinatown” a 10 anni, la mia più grande passione è diventata il cinema. Poco dopo gli adorati schiacciapensieri vengono surclassati dall'arrivo di un computer di nome “ZX Spectrum”. Scatta così l’amore per i videogiochi e la tecnologia. E le serie TV? Quelle ci sono sempre state, da "Il mio amico Arnold" fino a "Happy Days".