Nell’era di internet, dei social network e di tutte le esperienze condivise, The Circle rappresenta il passepartout per poter usufruire di ogni disparata tecnologia e per unire insieme account di diverse applicazioni da utilizzare sulla grande ragnatela di internet.

Basta con decine di password da memorizzare e diversi programmi per usare servizi che si somigliano l’uno con l’altro: con The Circle finalmente tutti abbiamo a disposizione un unico ecosistema che raggruppa tutte queste tecnologie.

L’identità con cui ci registriamo a questi servizi  web è la nostra vera identità. Nome, cognome, status sociale, assieme ad altre informazioni, sono tutte reali, a disposizione di chiunque voglia diventare membro della nostra vita virtuale, ad immagine e somiglianza di quella reale.

Questa, a grandi linee, la descrizione del vero protagonista del film ispirato al romanzo Il Cerchio di Dave Eggers.

Ma dietro ad un programma di successo vi è un’azienda di successo, l’altro grande coprotagonista.

Eamon Bailey (Tom Hanks) è il fondatore della società che sta dietro a questo progetto. Costui non ha dei semplici uffici dove far lavorare le centinaia di menti creative che programmano e che suggeriscono nuove tecnologie per far accrescere la stima (e gli utili) della società, ma un vero e proprio villaggio da migliaia di metri quadrati in cui poter lavorare, fare sport, dormire e poter soddisfare qualsivoglia attività ricreativa.

Un immenso, pulsante ed entusiasmante, villaggio a cui è riuscita ad avere accesso Mae (Emma Watson) , grazie ad una piccola raccomandazione della sua carissima amica Annie (Karen Gillan), che da tempo vi lavora.

Quale occasione migliore per cambiare un lavoro che a malapena le permetteva di avere un’assicurazione sanitaria, tanto importante quanto vitale, dal momento che suo padre da anni soffre di sclerosi multipla.

Ma il sogno diventa realtà, perché Mae viene assunta, e le sue doti vengono apprezzate fin da subito da Eamon e così dalle alte sfere societarie.

Ma l’appoggio incondizionato alla società ed al lavoro di Mae le faranno perdere ogni briciolo di privacy, con tutta una serie di effetti pericolosi per i suoi affetti più cari.

E’ innegabile che The Circle sia un film interessante, soprattutto perché espone con intensità e senza fronzoli tutti gli effetti dirompenti che la nostra vita avrebbe se scegliessimo di condividere ogni nostro momento con chi ci segue su internet.

Nel film, proprio come nel romanzo, si vuole mostrare come in questa società dove il verbo “condividere” è diventato vitale, perdere ogni briciola di intimità sia doveroso e soprattutto vitale per non essere tacciati di egoismo.

La conoscenza è ricchezza, e questa deve essere accessibile a tutti. Una sceneggiatura stimolante, al di là dei molteplici film (e serie TV) che hanno affrontato già la tematica con successi più o meno marcati.

Ma la sceneggiatura, purtroppo, non riesce ad esplicare con sufficiente chiarezza il messaggio principale del libro. Un messaggio che diventerà il più grosso problema per Eamon, il guru dell’azienda ritratto come un mix tra Zuckerberg e Jobs.

Affaccendato a ritrarre tutto il lavoro di Mae per condividere la sua vita online come una novella protagonista di The Truman Show  il film,  durante la parte finale, si perde l’occasione di spiegare concetti vitali per capire alcuni importanti messaggi  che il libro vuole comunicare al lettore.

Sembra che la fretta di concludere sia troppa, e proprio per questo allo spettatore rimangono in testa alcuni interrogativi riguardo gli eventi che investiranno Mae ma soprattutto il brillante Eamon.

Da una scena all’altra, per fare un esempio, la telecamera ritrae la graziosa Annie che, da ragazza curata, spigliata e dedita a prendere pillole per restare sveglia per lavoro, diventa una sagoma femminile con capelli crespi,  viso pallido ed un atteggiamento quasi ostile con il capo Hanks che pochi fotogrammi prima idolatrava.

Il motivo di ciò può solo essere immaginato da colui che guarda il film. Insomma, stimolare lo spettatore ad una teoria è divertente, ma a patto che il regista dia tutti gli indizi principali perché si possa formulare una ipotesi.

Se non fosse per la fase finale del film monca di alcuni dettagli, The Circle avrebbe potuto offrire molto di più. Chissà che una riedizione del film con alcuni extra non possa renderlo più appetibile.

Dove vedere The Circle
COMMENTO
The Circle è un film che ha un buon potenziale, soprattutto nelle notevoli accortezze descrittive che si prodiga nel raccontare la vertiginosa vita di internet, ma anche quella di coloro che lavorano per il web, incastrati in una una sorta di “prigione d’oro”  rappresentata dal villaggio dove lavorano, ove vengono organizzati centinaia di eventi a cui non possono sottrarsi, pena l’isolamento sociale.
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Dopo la visione di “Grosso Guaio a Chinatown” a 10 anni, la mia più grande passione è diventata il cinema. Poco dopo gli adorati schiacciapensieri vengono surclassati dall'arrivo di un computer di nome “ZX Spectrum”. Scatta così l’amore per i videogiochi e la tecnologia. E le serie TV? Quelle ci sono sempre state, da "Il mio amico Arnold" fino a "Happy Days".
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