Jess Briars è una ragazza che soffre di dolorosi sensi di colpa per la perdita di una persona a lei molto cara, scomparsa diversi anni fa a seguito di un incidente in cui lei era coinvolta personalmente.

La vita di Jess non è propriamente serena e la giovane è sempre alla ricerca di modi innovativi che possano curare  il suo spirito così turbolento.

L’occasione si presenta quando Kim, una sua carissima amica, le offre un invito per passare un fine settimana diverso a Glory Island, ove è possibile partecipare ad un ritiro spirituale che potrebbe dare sollievo alle pene che costringono Jess a vivere in preda all’angoscia.

L’isola è attrezzata con una serie di piccole abitazioni in cui soggiornano i diversi partecipanti al ritiro e gli edifici sono immersi in una rigogliosa radura che si affaccia su di un lago.

Un posto che ispira tranquillità e che sembra ideale per meditare ed elevare il proprio spirito. Jess è eccitata e pronta per affrontare un weekend di vera e proprio cura spirituale.

Appena arriva sul posto, le porgono gentilmente una divisa contraddistinta da un candido colore bianco da indossare. Quello che Jess non sa ancora, è che ben presto questo vestito si macchierà in modo indelebile di sangue.

LA SCIENZA PRISMATICA

Disponibile dal 3 novembre 2022 per Playstation 5, Xbox Series X/S e PC tramite Steam, The Chant è catalogabile come un survival horror prettamente single player, che ci mette nei panni virtuali della giovane Jess.

La trama del gioco, ambientata unicamente su Glory Island, tratta di una presunta dottrina scientifica che coinvolge il potere mistico dei prismi per curare la negatività e l’infelicità di persone che soffrono a causa di eventi traumatici che hanno vissuto durante la propria vita.

Subito dopo aver completato la prima, breve e caotica, sezione di prologo del gioco, che svela da subito le atmosfere tipiche da horror psicologico, siamo pronti a conoscere i (pochi) partecipanti al ritiro a cui ci ha introdotti Kim.

Le breve chiacchierate virtuali di Jess servono non solo per ambientarsi all’interno di Glory Island, ma anche per comprendere come sia preponderante, da parte dei partecipanti, la voglia di migliorare e cambiare la propria vita.

Non passerà molto tempo prima che la situazione, dapprima idilliaca e permeata di un senso di pace e amore, diventi un vero e proprio inferno, nel quale Jess conoscerà il profondo male insito in persone che sembravano profondamente mansuete.

UNA DISCIPLINA MALIGNA

Il weekend che Jess voleva passare in totale relax si è rivelato fin troppo diverso da quello che sembrava, e ora sta a lei indagare e affrontare tutti gli innumerevoli orrori che sottintendono a questa strana scienza prismatica.

Con l’ausilio di bobine in 35mm che ritroveremo durante la nostra avventura, potremo visionare filmati dal delizioso sapore retrò che descriveranno con dovizia i dettami di questa disciplina spirituale.

Oltre a questi video, The Chant abbonda anche di testi da leggere per conoscere più a fondo tutti i retroscena di questo gruppo spirituale che, a quanto sembra, non ha proprio fini benevoli.

Con questi accorgimenti narrativi il giocatore potrà immergersi maggiormente nella sceneggiatura di The Chant, che è complessivamente scritta bene e che da subito sa attirare l’attenzione grazie anche ad una buona recitazione degli attori virtuali, che sfoggiano un’ottima espressività sempre adatta al contesto.

MENTE, CUORE E SPIRITO

Quello che risalta subito di The Chant sono le caratteristiche chiave di Jess, che vanno oltre quelle che riguardano la mera energia a disposizione del protagonista tipica di centinaia di videogiochi.

Jess avrà come riferimento tre indicatori precisi: uno che riguarda la nostra sanità mentale (la mente), il secondo quello che rappresenta il cuore, attribuibile alla classica barra della vitalità, e quella dello spirito, una delle più importanti perché indispensabile per poter sfoggiare potenti capacità offensive.

Ogni volta che riusciremo a guadagnare un prisma da conservare, quest’ultimo avrà delle particolarità precipue, che si tradurranno in nuove potenzialità da sfruttare per danneggiare le creature ostili.

Sarà proprio la barra dello spirito a delineare quanti attacchi potremo disporre durante un combattimento, ma non solo, perché il nostro spirito potrà essere sfruttato anche per meditare attraverso la pressione di un tasto.

Mentre meditiamo svuoteremo progressivamente la barra della spiritualità ma andremo a riempire quella della mente, che è altrettanto importante.

Indicato con l’icona che rappresenta un cervello umano, la nostra capacità mentale potrà essere svuotata sia tramite attacchi specifici dei demoni oppure, molto più banalmente, quando Jess affronta una situazione ansiogena.

Attenzione a non restare con l’indicatore vuoto, perché in questo stato la protagonista di The Chant non sarà più capace di attaccare e avrà come unica possibilità quella di fuggire.

E’ TEMPO DI AFFRONTARE L’OSCURITA’

Come ho già accennato, The Chant è un survival horror, un  genere di gioco che spesso permette al protagonista di potersi difendere dalle minacce a cui va incontro.

In The Chant le armi di cui può disporre Jess saranno ben diverse dalle solite pistole, mitragliatrici e fucili che molte volte siamo abituati a gestire mentre affrontiamo zombie e creature mostruose varie in decine di giochi della stessa tipologia.

La ragazza protagonista del gioco potrà disporre di armi per difendersi composte da piante di salvia, rami bruciati e sale, che verranno indirizzati contro le creature ostili approfittando della possibilità, inoltre, di poter schivare gli attacchi indirizzati verso di noi.

Un armamento tipico di quella cultura della stregoneria e della magia in generale che in The Chant abbonda all’interno della sua intrigante sceneggiatura videoludica.

Se ingaggiare un combattimento armati di una pianta può sembrare atipico, una volta presa confidenza con il metodo di controllo gli incontri che ingaggia Jess risultano tutto sommato abbastanza frenetici tra un colpo di salvia, una schivata e un attacco con un prisma.

E’ anche vero che alcune volte sarà possibile avere la meglio sul nostro avversario solamente attaccandolo ripetutamente, azzerando così qualsiasi vezzo strategico da parte del giocatore coinvolto.

TECNICAMENTE PARLANDO

Pur non raggiungendo vette tecniche impressionanti, il primo approccio con gli splendidi panorami di Glory Island sono piuttosto positivi, perché i programmatori di Brass Token non si sono risparmiati in alcun modo nel dotare i paesaggi del gioco pieni di vegetazione rigogliosa, che riempie lo schermo di rilassanti geometrie naturali di colore verde, offrendo un’atmosfera credibile e appagante.

Gli ambienti al chiuso, sebbene privi di particolare originalità con le loro architetture basiche in legno tipiche di quelle di un campeggio estivo, richiamano alla mente, soprattutto grazie alla presenza di un oscuro lago baciato spesso dai raggi della Luna, le emozioni tipiche di horror body count leggendari quali Friday the 13th (Venerdì 13 in Italia).

I modelli poligonali sono sufficientemente validi, anche se i volti dei personaggi non possono godere di un aspetto realistico convincente, come ultimante invece abbiamo saggiato nei più recenti giochi next generation.

Buono il profilo musicale di The Chant, che sa sempre sottolineare i momenti di pathos con melodie sempre d’effetto e che concorrono a coinvolgere il giocatore.

COMMENTO
Prendendo spunto da molte caratteristiche di altri giochi famosi di questo genere, The Chant riesce ad essere un’ottima avventura horror con una trama piuttosto originale. Il gioco di Brass Token sfoggia una sua personalità che si evince non solo da una trama ben congegnata, ma anche da un level design strutturato in modo accurato che permette una progressione nell’avventura priva di frustrazioni. Sebbene in The Chant siano presenti anche enigmi ambientali, questi ultimi non saranno mai eccessivamente difficoltosi e potranno essere gestiti con relativa facilità anche dal giocatore non propriamente avvezzo al genere. Una caratteristica che, sebbene non possa piacere a tutti gli appassionati di prodotti ben più complessi, è perfettamente integrata in The Chant, perché questo gioco da subito sfoggia un’anima cinematografica che non vuole precludere a nessuno la possibilità di poter completare il gioco e svelare il finale dell’avventura di Jess. Avventura che, peraltro, ha diversi finali da proporre, sbloccabili secondo le (poche) domande a cui deve rispondere la giovane protagonista, che decreteranno l’orientamento caratteriale che Jess adotterà per affrontare la sua spaventosa missione. Discorso positivo anche per la durata del gioco, che si attesta su non meno di 10-12 ore complessive. Una durata non eccessiva, ma che, a fronte della possibilità di giovare di diversi epiloghi, reputo sufficiente. Insomma, il mio consiglio è di dare più di una chance a The Chant, perché potreste ritrovarvi in men che non si dica protagonisti di un appassionante racconto horror che riesce ad offrire un plot per niente comune e spesso piuttosto spaventoso.
7.7
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Dopo la visione di “Grosso Guaio a Chinatown” a 10 anni, la mia più grande passione è diventata il cinema. Poco dopo gli adorati schiacciapensieri vengono surclassati dall'arrivo di un computer di nome “ZX Spectrum”. Scatta così l’amore per i videogiochi e la tecnologia. E le serie TV? Quelle ci sono sempre state, da "Il mio amico Arnold" fino a "Happy Days".
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