Quando, nel 2011, fu commercializzato il Nintendo 3DS, la particolarità più curiosa della console era rappresentata dalla possibilità di simulare la terza dimensione, sullo schermo superiore, senza l’ausilio di alcun occhialino di plastica da indossare.
La cosa destò molta curiosità, ed anche se molti utenti preferiscono non usare questa opzione, rimane comunque una particolarità più che gradita.
In Sega 3D Classics Collection la nota software house giapponese ha pensato bene di commercializzare una gradevole raccolta di alcuni suoi successi degli anni ottanta e novanta che possano sfruttare proprio la terza dimensione della console portatile Nintendo.
All’interno di questa collection troviamo diversi classici, non tutti appartenenti alla sala giochi dei bei tempi che furono, ma anche ad alcune console che Sega commercializzò, come il Sega Megadrive oppure il Sega Master System.
Proprio pensando al Megadrive (in America chiamato Genesis) potremo giocare al noto Sonic the Hedgehog, ai tempi risposta di Sega allo strapotere di Super Mario di Nintendo, e al divertente picchiaduro Altered Beast, famoso soprattutto durante le scorribande in sala giochi durante gli anni ottanta perché permetteva al proprio alter ego di trasformarsi in una bestia come il lupo, il drago oppure un orso per affrontare i mostri che volevano separarci dal compimento della nostra missione.
La lista di giochi include anche due giochi appartenenti al Sega Master System, 8 bit che ebbe un discreto successo prima del Megadrive. Questi giochi sono Fantasy Zone II, divertente sparatutto (o, ancora meglio, Shoot ‘Em Up come si diceva all’epoca) e Maze Walder , un gioco, con visuale a volo d’uccello, in cui dovremo fuggire da alcuni labirinti affrontando creature ostili.
La lista degli altri giochi comprende Thunder Blade, Galaxy Force II, Power Drift, Puyo Puyo 2 e Fantasy Zone II: The Tears of Opa-Opa.
La terza dimensione aggiunge ulteriore divertimento a tutti questi classici videoludici. Sebbene giochi come Altered Beast oppure Sonic non cambino molto anche con la terza dimensione, il discorso è notevolmente differente con Power Drift.
Racing game famoso perché mostrava i guidatori che facevano gestacci quando superavano i loro avversari, nonché per l’altissimo numero di corridori in pista contemporaneamente, dà il meglio di sé con la terza dimensione, dal momento che le corse sono strutturate con una grande alternanza di salite, discese, dossi ed accelerazioni varie.
Il fondale che scorre agli occhi del giocatore sembra quasi che esca dallo schermo grazie al 3D, e questo rende tutta la corsa decisamente emozionante.
Ma non è il solo gioco ad essere notevole con questa nuova prospettiva, perché anche Galaxy Force II, sparatutto spaziale con visuale dell’astronave da tergo, rende tutti i combattimenti spaziali degni di nota. I detriti spaziali ed i caccia che cercano di annientarci, si dirigeranno tutti in direzione dello schermo della console, cosa ideale per far risaltare la capacità 3D.
Altra punta di diamante della raccolta è Thunder Blade, un altro Shoot ‘Em Up in cui comanderemo un elicottero che potrà difendersi sparando missili a terra e proiettili.
La visuale del gioco, anche stavolta, è ideale per sfruttare la terza dimensione, perché presenterà fasi di gioco con la telecamera virtuale a volo d’uccello ed altre da dietro il mezzo aereo.
Gli altri giochi, come il puzzle game sulla falsariga di Tetris Puyo Puyo 2, sono piacevoli digressioni dopo i giochi più “corposi” sopra descritti, ma, lo ripeto ancora una volta, non hanno alcuna aggiunta ludica grazie al fattore terza dimensione.
Sega ha dotato ogni gioco di opzioni particolari e divertenti, specialmente quelle che permettono di visualizzare i giochi (presenti soprattutto in Altered Beast e Sonic) con la bassa definizione che all’epoca i televisori presentavano ai giocatori.
Sempre riguardo Sonic, in questo primo episodio si è scelto di aggiungere, se si decide di farlo, anche la capacità di eseguire lo “spin dash” (aggiunta ufficialmente solo a partire dal secondo episodio), in pratica una rincorsa da fermo che il porcospino blu può eseguire per acquisire velocità.
Ma non è finita qui, perché si può scegliere anche la dimensione dello schermo, la nazionalità del gioco (se giapponese oppure internazionale), e tante altre opzioni differenti a seconda del gioco che si affronta, come quella che su schermo mostra parte del cabinato originale del gioco (ideale magari per le versioni della console con schermo più grande, dal momento che l’area di gioco in questo caso è ovviamente ridotta).
Tutti extra che i consumatori degli emulatori conoscono fin troppo bene, e che quindi non rappresentano questa incredibile novità, ma che fa estremamente piacere ritrovare anche in questo progetto.