Renato (Simone Liberati) è un ragazzo da sempre restio a farsi coinvolgere in relazioni sentimentali troppo impegnative e che trascina da tempo un rapporto con una ragazza senza che questo prenda una piega adulta e responsabile.

Renato sa che prima o poi dovrà dare un senso a questa storia, ma la sua enorme paura di impegnarsi seriamente sembra un ostacolo insormontabile. Meglio tenersi stretto il suo lavoro e la sua quotidianità condivisa con il padre piuttosto che imbarcarsi in una nuova vita.

L’incontro causale con Anna (Miriam Leone), sfrontata e affascinante, sembra rappresentare l’occasione migliore per avviare un nuovo rapporto che non preveda alcuna responsabilità. Anna, difatti, si trova in una situazione molto particolare, dovendo scontare ben due anni di carcere ai domiciliari.

Una ragazza che non può uscire di casa è una garanzia per Renato, che si illude così di poter gestire senza alcun problema questo nuovo rapporto.

UN RAPPORTO FACILE DA GESTIRE?

Sembra proprio che Anna rappresenti la cosa migliore che sia successa a Renato da tanti anni a questa parte: avere con sé una ragazza che non può pretendere chissà quali progetti futuri perché rinchiusa letteralmente in casa è l’apoteosi per ogni maschio impaurito dalle responsabilità di coppia.

Le mura dell’appartamento, che agli occhi della ragazza rappresentano ostacoli alla sua libertà personale, per Renato prendono le sembianze di un confortevole nido d’amore dove consumare solo pratiche ludiche e passionali.

Ma dover condividere una relazione con una donna non è facile, anche se si trova agli arresti domiciliari.

Anna e la sua vita non proprio semplice daranno comunque del filo da torcere al buon Renato, che dovrà prodigarsi in maniere prima d’ora impensabili per riuscire a gestire un rapporto che, immancabilmente, farà crescere in lui sentimenti preziosi utili a farlo diventare un uomo più maturo.

DUE PERSONAGGI DESTINATI AD UNIRSI

Sebbene sia catalogata come una commedia, L’amore a domicilio non è un film che offre scene particolarmente esilaranti né brillanti.

La sceneggiatura, incentrata sulla crescita emotiva e sentimentale di Renato e Anna, ha un taglio realistico e presenta i due giovani protagonisti come due persone cariche di problemi, sebbene di natura differente.

Renato è ostaggio di una vita che ai suoi occhi sembra essere confortevole, con l’epicentro esistenziale situato nella comfort zone rappresentata dalla casa che condivide con il padre, un uomo deluso dalla relazione con la madre e che non è mai riuscito a rifarsi una vita.

Anna invece è una donna costretta a consumare la sua pena a casa della madre, una persona che sembra non aver mai imparato ad amare questa ragazza nella maniera giusta, a causa di una personalità fin troppo labile e facilmente manipolabile dai numerosi uomini che ha avuto.

Due anime, quelle di Renato e Anna, destinate all’incontro e capaci di completarsi l’una con l’altra. Mentre l’ironia fa parte del carattere di Renato, ideale per cercare di esorcizzare le sue debolezze, l’atteggiamento di Anna invece è chiuso e disincantato, tipico di una ragazza che ha patito sempre mancanze affettive e una vita mai facile.

UNA RECITAZIONE APPREZZABILE

Simone Liberati, nei panni di Renato, offre una convincente recitazione, spontanea e mai fuori luogo.

Sarcastico e sempre cosciente dei suoi limiti, Renato sa nascondere con un discreto savoir faire e un atteggiamento educato le sue numerose paure verso le donne e le responsabilità che una relazione può implicare.

Miriam Leone nella parte di Anna torna a parlare nel suo dialetto natio catanese, calandosi perfettamente nella parte di una ragazza dallo sguardo sempre malinconico perché vittima di una vita in cui ha ricevuto poco amore.

L’ex Miss Italia non esagera mai con l’inflessione catanese, rendendo così i dialoghi perfettamente comprensibili ma caratterizzati da una sfumatura sicula che offre maggiore spessore al suo personaggio.

Dove vedere L'amore a domicilio
COMMENTO
L’amore a domicilio è un discreto film sentimentale, che non mi sentirei di definire poi troppo comico. Di certo non drammatico, il lungometraggio di Emiliano Corapi ha un’anima piuttosto orientata all’ironia e alla rappresentazione realistica di due soggetti alle prese con problemi personali differenti ma che potrebbero risolversi solo con l’ausilio di sentimenti sinceri. Oltre ai due protagonisti principali, il film presenta anche altri personaggi, a corredo di una sceneggiatura sì semplice ma che sa delineare molto bene le personalità di Renato e Anna come dei loro genitori, questi ultimi per forza di cose responsabili di aver contribuito a delineare i caratteri dei loro figli. Con un tocco di commedia grottesca in alcune scene, L’amore a domicilio risulta essere una piacevole love story italiana, che rinuncia ad una noiosa retorica senza però risultare cinica.
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Dopo la visione di “Grosso Guaio a Chinatown” a 10 anni, la mia più grande passione è diventata il cinema. Poco dopo gli adorati schiacciapensieri vengono surclassati dall'arrivo di un computer di nome “ZX Spectrum”. Scatta così l’amore per i videogiochi e la tecnologia. E le serie TV? Quelle ci sono sempre state, da "Il mio amico Arnold" fino a "Happy Days".
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