Dopo aver apprezzato la nuova avventura di Lara Croft su Xbox One, tocca alla versione per PC essere testata a dovere. E’ bene dirlo subito: la conversione per computer, come spesso accade, presenta un livello tecnico superiore rispetto a quello della console Microsoft.
Con le schede video dedicate e la memoria che può essere costantemente aggiornata, i PC come macchine da gioco possono contare su molteplici aggiornamenti, che lo rendono sempre tecnicamente all’avanguardia rispetto alle console che hanno un hardware fisso che non può essere attualizzato.
Tradotto in termini squisitamente tecnici, i programmatori di Crystal Dynamics assieme a quelli di Nixxes, hanno aggiunto prelibatezze tecniche a tutto l’impianto visivo, come il filtro anisotropico, la tassellatura ed il fogliame dinamico. Tutti elementi che rendono gli ambienti di Rise of the Tomb Raider, per chi ha un PC discretamente potente, tanto realistico da essere quasi fotorealistico.
E non dimentichiamoci della feature grafica che permette ai capelli di Lara e di tutti i personaggi coinvolti nell’avventura di essere incredibilmente realistici.
Effetti piacevoli, a volte impressionanti, ma che di certo non cambiano il gameplay di Rise of the Tomb Raider: l’archeologa più famosa del mondo continuerà a saltare, scalare ed affrontare nemici con un fucile in mano anche in questa versione per PC, proprio come accadeva su console.
Ad iniziare dalle montagne innevate (con una neve tanto realistica da essere sorprendente) fino alle montagne rocciose della Siria, Rise of the Tomb Raider offre ai giocatori un’avventura che coinvolge una setta molto pericolosa.
In questo nuovo episodio di Miss Croft si è dato molto più peso alle dinamiche familiari dell’archeologa: basti pensare che Ana, una donna malvagia che affronteremo e sulla quale si basa gran parte della sceneggiatura del gioco, ha un legame molto intimo e particolare con suo padre.
Questa scelta permette di rendere più partecipe il giocatore alla vita, oltre che alle sue avventure, della bella archeologa, umanizzandola e mostrando anche il suo lato più fragile. Proprio quello che voleva fare Crystal Dynamics quando scelse di curare il reboot della saga.
In Rise of the Tomb Raider, rispetto al capitolo precedente, è dato maggiore risalto alla capacità di Lara di costruire armi, nonché di potenziarle. Le sole frecce, per fare un esempio, potranno diventare esplosive, velenose nonché capaci di essere conficcate nel legno per renderle un sicuro appiglio.
Anche le diverse piante che la protagonista può raccogliere ora serviranno per curare le innumerevoli ferite che l’archeologa si procurerà durante il suo avventuroso iter. Tornano anche stavolta le reliquie, ma aumenta la possibilità di esaminare i diversi particolari degli ambienti di gioco, soprattutto dopo che Lara aumenterà le sue conoscenze linguistiche durante il proseguo della sua missione.