Nel 2010 viene trasmessa in Italia, sull’emittente MTV, la mini serie in cinque episodi chiamata Dead Set. Creata dallo scrittore Charlie Brooker, questo telefilm inglese racconta di una epidemia che si abbatte su tutta l’Inghilterra, che ha la capacità di trasformare ogni persona in un rabbioso morto vivente amante della carne umana.
Dead Set focalizza il racconto sulle disavventure di alcuni concorrenti della versione inglese de Il Grande Fratello, noto reality che va in onda proprio durante i giorni in cui l’inferno si scatena tra le strade britanniche.
Ignari di tutto, questi protagonisti dell’etere dovranno cercare di difendere la casa dove solevano sfidarsi durante le puntate serali del famoso format e tentare, soprattutto, di organizzarsi assieme per far fronte alla mortale minaccia.
Reality Z è un adattamento di questa serie apprezzata dalla critica che, purtroppo, non è facile da recuperare per una visione tardiva, visto che non esistono nemmeno i DVD o i Blu-Ray doppiati (o sottotitolati) nella lingua italiana.
RIO DE JANEIRO E’ COLMA DI CADAVERI CHE SI TRASCINANO
In Reality Z il set del racconto è diverso: dall’Inghilterra passiamo alle strade colorate e vivaci di Rio De Janeiro, che presto saranno prese d’assalto da veloci e famelici zombi che adorano la fresca e succosa carne di essere umano.
Anche il programma dove sono rinchiusi i protagonisti della serie cambia: Il Grande Fratello si trasforma in “Olimpo”, un famoso programma televisivo brasiliano che vede alcuni concorrenti impersonare un diverso dio greco e obbedire agli ordini della voce di Zeus, che dall’alto della cabina della regia e attraverso una cavernosa e imponente voce dirà loro cosa fare per aggraziare il pubblico e sperare così di non essere eliminati.
Quello che salta subito all’occhio, fin dalla prima puntata, è la veloce e convincente regia. Il movimento della cinepresa è spesso isterico nei suoi cambi di inquadratura, affinché possa instillare nello spettatore il giusto pathos durante i trenta minuti di ogni puntata.
L’ansia e l’adrenalina sono due ingredienti che abbondano durante la visione di Reality Z, che non si serve solo di inquadrature d’effetto per rapire l’attenzione, ma anche di efficaci effetti visivi che mostrano sangue finto, cervella e intestini assortiti, come è giusto che sia all’interno di uno script del genere, notoriamente splatter e che si guadagna a buon ragione il rating vietato ai minori di 18 anni.
UNA SCENEGGIATURA IMPREVEDIBILE
Sebbene chiunque ami il genere horror e soprattutto i cari e vecchi zombie sappia bene cosa aspettarsi da queste famose icone dell’orrore, Reality Z offre una sceneggiatura piuttosto ricca di personaggi che danno un certo spessore a tutta la produzione brasiliana Netflix.
Il violento racconto Netflix mette in scena, oltre a centinaia di morti viventi assetati di sangue, anche dozzine di esseri umani ancora vivi che, in questa situazione inaspettata,riusciranno a mostrare tutta la loro personalità e le loro defiance emotive.
In Reality Z gli esseri viventi, che dovrebbero essere migliori delle carcasse di carne marcita che deambulano per le strade, si rivelano molto spesso peggiori di loro.
Con un cast composto da donne lascive, politici egoisti e uomini sessualmente castrati, Reality Z offre una perfetta disanima di tutto l’orrore che alberga nell’animo umano.
L’entourage che pervade il famoso show Olimpo è ideale, fra l’altro, per mostrare gli ex dipendenti che lavoravano all’interno del reality dover subire le angherie dei loro capi, che anche in questa situazione così drammatica non perdono il vezzo di reputare i loro sottoposti solo carne da macello perfettamente sacrificabile.
L’odiosa gerarchia umana piramidale, composta nei piani più alti da persone che detengono soldi e potere, è perfettamente replicata anche all’interno del micro mondo rappresentato dal set televisivo di Olimpo.
Al di là della prevedibile mancanza di empatia di molti esponenti del cosiddetto genere umano mostrata durante lo show, Reality Z però sa anche costruire, puntata dopo puntata, accurati profili psicologici di molti personaggi, che in alcune situazioni riescono a essere migliori di quello che sembravano di primo acchito.
Non abbiate però voglia di affezionarvi troppo a questo o quel personaggio, perché in Reality Z non è mai dato per scontato chi rimarrà vivo fino alla fine della stagione, e nessuno può fregiarsi del titolo di vero protagonista.
In questo la sceneggiatura è decisamente democratica: tutti sono utili per cercare di guadagnare la tanto sospirata sopravvivenza, ma nessuno è così indispensabile da non poter sfuggire alle fauci sporche di sangue dei non morti.
TANTO SANGUE, POCO HUMOUR
Sebbene la sinossi ufficiale di Reality Z accenni alla presenza di una discreta dose di humour, dopo aver visionato tutta la stagione posso affermare tranquillamente che la cosa è vera solo in parte.
Sebbene alcune scene siano leggermente ironiche, soprattutto durante i primissimi episodi, Reality Z non vuole essere assolutamente una serie comedy horror ma, al limite, prettamente satirica.
Lo show Netflix non è quindi un nuovo Z Nation, altra fortunata serie con zombi protagonisti dai connotati humour, ma riesce grazie alla bravura degli attori e con l’ausilio di una brillante regia a trasmettere paura e pathos, simile a quelle che avete provato durante le puntate di Black Summer, serie pietra miliare made in Netflix anch’essa con le iconiche sanguisughe come leader della sceneggiatura.
Insomma, c’è poco spazio per le risate durante i dieci appuntamenti della serie: quello che dovete aspettarvi sono una sequela di drammatici avvenimenti che renderanno chiaro come la natura umana sia tutto fuorché benevola, soprattutto quando l’esistenza di ognuno è messa a dura prova.