Il Natale è un periodo dell’anno molto particolare. Sebbene sia adorabile godere della vista di strade illuminate ed entrare in negozi che spaccano i timpani con musiche a tema natalizio senza soluzione di continuità, spesso è deprimente come lo spirito gioioso ed entusiasta che questo periodo dell’anno impone a noi tutti si scontri con la nostra vita, specie se questa va a rotoli.
Proprio come quella di Kate (Emilia Clarke), graziosa ragazza londinese, che a causa di un rapporto burrascoso con la sua famiglia si ritrova a dover chiedere un letto dove dormire a tutti gli amici che riesce a contattare.
Questi ultimi sono pure propensi a donarle il proprio divano, ma non hanno la minima intenzione di sopportare le sue vivaci abitudini sessuali e la sua totale noncuranza delle buone maniere.
Insomma, Kate si ritrova senza una fissa dimora, con un lavoro in un negozio cinese di chincagliere natalizie assurde e, dulcis in fundo, vestita come un elfo. Non è tutto, visto che la ragazza deve anche badare alla sua cagionevole salute, che di certo non migliora con una dieta a base di alcool e fast-food.
UN RAGAZZO, ALL’IMPROVVISO
Ma il Natale, che lo si adori o meno, resta comunque un periodo magico, che può riservare tante sorprese e, perché no, anche incontri fondamentali per la nostra vita. Ecco che, quasi dal nulla, Kate incontra Tom (Henry Golding), un caro ragazzo così dolce, saggio e gentile che sembra quasi essere finto.
I pregiudizi di Kate verso il popolo maschile sono così granitici che sarà dura per Tom scardinare il suo scetticismo; sembra però che lo stile di vita di questo ragazzo sia così coinvolgente che potrebbe far cambiare per sempre Kate e soprattutto la concezione della sua vita e quella degli altri.
Tom compare e scompare con una insopportabile frequenza agli occhi di Kate. Il suo disappunto accresce la voglia di conoscere meglio questo sorridente ragazzo che ama andare in bici attraverso le strade di una Londra colorata dalle luminarie natalizie.
LA DIVERSITÀ’ COME RICCHEZZA
Last Christmas, dal regista Paul Feig, è un riuscitissimo film comico e sentimentale che non ha la minima intenzione di rappresentare una storia d’amore patinata e vissuta tra attori bellocci tutti dotati della stessa espressione. La sceneggiatura presenta due protagonisti atipici, soprattutto pensando a Kate.
Emilia Clarke, l’ex Daenerys Targaryen della serie televisiva Il Trono di Spade, abbandonato l’atteggiamento da principessa dei draghi accigliata e pronta a bruciare qualcuno servendosi dei suoi potenti cuccioli alati, è diretta perfettamente da Feig, e riesce a dar vita a un personaggio adorabile nella sua imperfezione.
Kate è a tratti egoista, lasciva e distratta, ma ha la capacità di apparire amichevole e simpatica durante le sue gaffe e i disastri che combina.
La ragazza ha una famiglia particolare, con la madre Pedra (Emma Thompson) e il padre Ivan (Boris Isakovic) di origini croate che sono scappati dall’ingiusta guerra che ha coinvolto l’ex Jugoslavia per vivere in Inghilterra.
La loro quotidianità è cambiata del tutto a Londra: basti pensare a Ivan, che nel suo paese natale era un avvocato e ora deve guidare un taxi perché non ha il denaro per riqualificare la sua specializzazione.
E poi c’è la sorella Marta (Lydia Leonard ), che condivide con Kate un intimo segreto che non ha alcuna intenzione di rivelare ai suoi genitori.
Un quadro familiare sui generis, all’interno della quale spicca la bravissima Emma Thompson, che con il suo perfetto accento slavo recita canzoni del suo paese e critica con feroce (ma bonaria) superficialità la vita delle due figlie.
UNA COLONNA SONORA D’ECCEZIONE
Fin dai primi comunicati stampa, il film di Paul Feig metteva in risalto la sua straordinaria colonna sonora, che suonava le storiche canzoni del mai troppo compianto George Michael.
Ad essere onesti, sembrava quasi che questa volesse essere la perfetta pubblicità per invogliare ignari spettatori amanti del cantante inglese a comprare il biglietto della solita commedia melensa di Natale.
Niente di più falso, perché sebbene la voce di George Michael faccia accrescere l’emozione di alcune scene e invogli a muoversi rapiti dal ritmo delle canzoni, queste ultime sono sempre dosate all’interno del convincente plot, e spesso sono (forse fin troppo!) sfumate per non sembrare troppo incessanti.
Fra l’altro, come poi scoprirete durante la visione del film, l’indimenticabile canzone Last Christmas ha un testo che si adatta perfettamente alla storia di Kate. Un piccolo ma considerevole gesto che dimostra la cura riposta alla realizzazione della storia.