La serie Sex Education è stata una gradita sorpresa: ai tempi della prima stagione mi approcciai a questo show Netflix con poche aspettative, se non quella di farmi qualche risata immerso in una sceneggiatura che ricordasse la fortunata serie di American Pie, con una forte componente comica e un modo di rappresentare il sesso senza troppe censure.

Le mie impressioni, dopo aver divorato la prima stagione in pochi giorni, non potevano essere più fallaci. Sex Education, sebbene raccontasse una storia che avesse come caratteristica principale quella di narrare il sesso e tutte le declinazioni più curiose di questa pratica umana naturale ed estremamente piacevole, puntava anche ad affrontare tematiche sociali importanti e serie.

Le vicissitudini che coinvolgevano il nutrito cast adolescenziale della serie Netflix non comprendevano solo le numerose incertezze sull’approccio al sesso e come praticarlo nella maniera migliore, ma anche alcuni dubbi esistenziali che durante quell’età così delicata tutti i ragazzi devono, giocoforza, affrontare.

Sex Education si rivelò essere una delle serie più apprezzate secondo i miei gusti personali. Dopo una seconda stagione che ha confermato quanto di buono si è visto nella prima tranche di episodi, mi sono tuffato a vedere anche l’attesa terza stagione, pregna di avvenimenti e di cambiamenti importanti nelle vite di tutti i nostri beniamini che frequentano la scuola Moordale.

RITORNO A SCUOLA

La seconda stagione di Sex Education si chiudeva durante la fine dell’anno scolastico, tipico periodo in cui i ragazzi iniziano a pregustare la vacanze estive.

Questa terza stagione inizia con l’avvicendarsi del nuovo anno accademico, un periodo che non sarà certamente facile da affrontare per il liceo Moordale, travolto mesi prima da uno scandalo che ha visto molti studenti contrarre la Clamidia, una infezione che si trasmette attraverso i rapporti sessuali.

E’ proprio il sesso che praticano molti studenti di Moordale ad aver spinto l’opinione pubblica ad etichettare questo istituto come la “scuola del sesso”.

Il nuovo anno accademico deve essere differente, ad iniziare dal nuovo preside. Il Preside Groff (Alistair Petrie) ha perso il suo posto, che è stato prontamente sostituito da Hope (interpretata da Jemima Kirke), una giovane donna che sembra capire perfettamente le esigenze di tutti i ragazzi.

Ma le prime impressioni possono essere sbagliate, perché in verità Hope ha come obiettivo quello di riportare in auge il nome del liceo Moordale, e per farlo è intenzionata ad usare qualsiasi metodo, anche se questo dovesse rivelarsi poco compatibile con l’atteggiamento libertino di tutti gli studenti.

LE PENE SENTIMENTALI DEL GIOVANE OTIS

Che fine ha fatto il simpatico Otis? Il ragazzo, che come oramai sapete bene ha rotto il ghiaccio con il sesso fin dalla scorsa stagione, sta attraversando un periodo molto particolare della sua vita, perché diviso tra gli impegni scolastici e una curiosa liaison che mai avrebbe immaginato di intraprendere.

Una relazione che gli offre indubbi godimenti fisici, derivati da una pratica sessuale costante e sempre di qualità. Otis, insomma, ha abbandonato per sempre l’atteggiamento da nerd che sembrava sfoggiasse nelle puntate precedenti, ed è pronto a cambiamenti epocali nella sua quotidianità, che comprendono anche l’adozione di un nuovo outfit, completamente diverso dal suo look  fin troppo sobrio e dai colori sbiaditi.

Otis è dunque un adolescente perfettamente integrato nel suo gruppo di pari, soprattutto ora che è anche impegnato sentimentalmente. Appena però vediamo comparire in scena Maeve (Emma Mackey) è impossibile, per tutti gli spettatori, non provare un sussulto al cuore, consci di come il rapporto tra la ragazza ed Otis sia ancora complesso, soprattutto dopo le scottanti vicende che li hanno coinvolti nella precedente stagione.

Inutile negare che anche in questa nuova stagione l’instabile rapporto tra Otis e Maeve, viziato da sentimenti che ancora non riescono ad essere elaborati da entrambi, riserverà moltissime emozioni a tutti gli amanti di storie d’amore.

GRANDE SPAZIO AI SENTIMENTI

I primissimi fotogrammi della prima puntata della terza stagione di Sex Education mostrano alcuni personaggi della serie intenti a copulare.

Le movimentate scene evidenziano i diversi approcci alla sessualità, un chiaro esempio di come lo show  Netflix voglia evidenziare, senza tabù, l’importanza della pratica sessuale che sia praticata in coppia oppure per puro autoerotismo.

Durante la visione delle altre puntate si evince come la sceneggiatura ostenti con meno enfasi argomenti che prevedano l’atto riproduttivo per eccellenza. La storia di Sex Education, sebbene continui a parlare di dinamiche sessuali giovanili, riserva molto spazio anche a tematiche che comprendono i rapporti sentimentali tra i giovani di Moordale.

D’altronde il consultorio di Otis e Maeve ormai non esiste più, e sono numerose le nuove relazioni da approfondire che si sono venute a formare, come quella di Eric (Ncuti Gatwa) e Adam (Connor Swindells), nonché quella che ho già citato che coinvolge Otis.

Questi nuovi legami permetteranno di sciorinare in maniera ancora più accurata il carattere e la personalità di questi ragazzi, che stanno sviluppando una maturità e una spiccata consapevolezza riguardante le loro complesse esigenze affettive, che non prevedono certamente rapporti superficiali per puro diletto passionale.

Con questo approccio narrativo, il racconto seriale di Sex Education si fa ancora più coinvolgente e, a tratti, commovente; la sceneggiatura inoltre non vuole narrare solo storie giovanili, ma riserva molto spazio anche a personaggi adulti come Jean, la madre di Otis (nei panni della bravissima Gillian Anderson) e l’ex Preside Groff.

Costoro, sebbene adulti, si troveranno  alle prese con eventi che rivoluzioneranno la loro vita. Ma di fronte a novità che totalizzeranno loro attenzione e accresceranno le loro ansie, vi sarà anche l’occasione di riflettere sul proprio carattere e su come ci si possa migliorare.

Dove vedere Sex Education
COMMENTO
Sex Education continua a non deludere e ad emozionare gli spettatori, anche con questa terza stagione. Dopo aver concluso questa terza serie è abbastanza chiaro come la sceneggiatura stavolta non abbia voluto mostrare un racconto che puntasse solamente sulla descrizione di problematiche di natura puramente sessuale, ma abbia dato largo spazio anche a questioni sociali e sentimentali. Sia chiaro, anche stavolta assisteremo a scene che mostrano esplicitamente l’atto sessuale (senza mai essere volgari), ma è evidente come queste non rappresentino oramai la particolarità dello show Netflix, come poteva sembrare soprattutto dopo aver visto la prima stagione. Ora Sex Education, dopo aver fatto innamorare gli spettatori di tutti i personaggi, è impegnata soprattutto a dare una grande dimensione personale ed emotiva ad ognuno di loro; una mission che è facile da intraprendere, visto l’ottimo lavoro di caratterizzazione che da sempre contraddistingue Otis, Eric e tutti gli altri interpreti. La terza stagione di Sex Education continua il racconto proprio da dove era finito, ed arricchisce di innumerevoli eventi la vita di tutti i ragazzi che studiano al liceo Moordale. Anche lo stesso istituto sarà al centro di emozionanti avvenimenti, che permetteranno a tutti gli studenti di unire le loro forze per inscenare un coinvolgente atto dalle tinte progressiste, che non mancherà di rimarcare come la forza d’animo dei giovani spesso sia irrefrenabile di fronte alle ingiustizie. In questa terza stagione Sex Education permette di rivivere molteplici e indimenticabili ricordi cinefili, come quelli spassosi di film come American Pie, ma anche di cult come Porky's - Questi pazzi pazzi porcelloni!, film datato 1981 diretto da Bob Clark, che tra le righe di una sceneggiatura che di primo acchito sembrava unicamente comica a sfondo erotico, svelava invece un plot che rimarcava a gran voce come la libertà sessuale dei giovani deve essere un concetto da prendere in seria considerazione. Una libertà sessuale che non deve in nessun modo criminalizzare o pensare al sesso come un atto deplorevole, ma invece chiara espressione fisica del piacere e della felicità senza alcun pregiudizio. Concetti di primaria importanza per una qualità di vita non indifferente.
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Luca Spina
Dopo la visione di “Grosso Guaio a Chinatown” a 10 anni, la mia più grande passione è diventata il cinema. Poco dopo gli adorati schiacciapensieri vengono surclassati dall'arrivo di un computer di nome “ZX Spectrum”. Scatta così l’amore per i videogiochi e la tecnologia. E le serie TV? Quelle ci sono sempre state, da "Il mio amico Arnold" fino a "Happy Days".
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