La Grecia oramai è soltanto un ricordo per Kratos. Quella terra che gli ha dato i natali e che ha sporcato di sangue e di dolore per sempre la sua esistenza non fa più parte della sua vita.

Dopo essere partito verso nord ed aver raggiunto le terre scandinave, Kratos decide di ricostruire la sua vita, non privandosi di affetti importanti, proprio quelli che gli furono strappati con tanta crudele veemenza quando la sua pelle ancora non portava il marchio del dolore. Ma il fato riesce ad essere il nemico più crudele di quest’uomo, ed anche in questa nuova realtà conoscerà ancora molto dolore.

IL LEVIATANO COME ARMA DA GUERRA

Un’ascia, Una splendida ascia così semplice da maneggiare per Kratos come letale per tutti i suoi nemici. Si chiama Leviatano la nuova arma che impugna il semidio al posto delle famigerate Lame del Caos che tutti gli appassionati della serie conoscono bene. Un’ascia da combattimento diversa, pregna di potere magico conferito da Faye, capace non solo di tornare automaticamente in mano al suo padrone proprio come il martello di Thor, ma anche di essere potenziata in innumerevoli modi. Ma non è finita. Il Leviatano ha anche capacità di congelare oggetti e nemici, quando quest’ultimo sarà tirato da Kratos. Proprio la possibilità di indirizzare quest’arma verso oggetti e creature sarà spesso il nodo cruciale per combattere e risolvere diversi enigmi. E lanciare l’ascia nel vuoto e premere un tasto per farla tornare magicamente nelle mani di Kratos sarà la prima cosa che faremo innumerevoli volte per divertirci in modo inconsueto.

MAI PIU’ SOLO

Il dolore Kratos è abituato a non subirlo, semmai a combatterlo con grande tenacia. Ed ora, durante questa nuova avventura, il Nostro non è più un guerriero rabbioso e solitario, perché avrà al suo fianco Atreus, frutto del suo amore con Faye. Atreus è un abile tiratore d’arco, nonché conoscitore delle antiche lingue del posto, che saranno fondamentali per portare a termine il lungo viaggio dei due. Kratos rappresenterà per suo figlio un padre si severo, ma non privo di gesti tipici di un genitore protettivo. La terza dimensione, una novità per gli abili programmatori di Santa Monica Studio, non ha creato problemi di gestione degli innumerevoli scontri in mischia. Al giocatore sarà permesso, con la pressione di un tasto, di fissare il target di Kratos contro un nemico specifico, per agevolare lo scontro quando il numero dei partecipanti è elevato. Ma se così non fosse, un indicatore permetterà di sapere quando stiamo ricevendo un colpo da un avversario che non riusciamo a vedere nella nostra area di gioco. Anche Atreus, praticamente invincibile quando ingaggia una lotta, con la sua voce ci darà preziose indicazioni (mai errate, cosa rara nei videogiochi) sulla posizione dei nemici e sul loro  atteggiamento offensivo. Una modalità vincente, che il giocatore dopo poco riuscirà a  maneggiare senza grandi difficoltà. E’ ideale la possibilità, con un tasto, di scagliare le frecce di nostro figlio. A conti fatti i giocatore comanda, oltre al forzuto spartano, anche suo figlio. Anche lo scudo di Kratos rivestirà una grande importanza bellica, perché la parata (ed il relativo contrattacco) rappresenterà spesso l’unica via di salvezza e vittoria contro mostruosità abili a destreggiarsi contro di noi.

UN REBOOT CHE HA IL SAPORE DI UN GIOCO DI RUOLO

E’ ancora l’azione che riveste l’importanza primaria negli scontri che ingaggeremo con Kratos, ma ora le innumerevoli possibilità di potenziare il nostro  personaggio fanno sembrare God of War, rispetto agli scorsi sette capitoli, un vero e proprio RPG. Lo spartano potrà acquistare e potenziare quasi ogni parte del suo vestiario, a partire dall’armatura, che si divide in diversi tratti che coprono il polso e le spalle. Tante possibilità per fare innumerevoli upgrade grazie a piccoli bazar gestiti da curiosi (e simpaticamente sboccati) nani del posto. Ma non è solo l’armatura che potrà essere trasformata e rafforzata: anche il Leviatano, le magie e gli oggetti rari che potenziano la difesa oppure l’attacco. E mancano all’appello anche le mosse offensive che possiamo attribuire agli attacchi con o senza ascia, allo scudo ed alla modalità “Rage”, quella che, premendo i due tasti analogici del pad PS4, rendono Kratos invulnerabile ed ancora più letale. Anche Atreus avrà a disposizione, seppur con meno opzioni, la possibilità di potenziare la sua difesa, le sue frecce e le magie legate all’arco. Insomma, è difficile descrivere quante possibilità ci sono per creare un guerriero ancora più potente e preparato durante il gioco senza riempire fogli virtuali di parole. Giocando lo capirete, ed il processo non sarà affatto complesso.

I NAUGHTY DOG MORIRANNO DI INVIDIA?

E cosa c’entrano adesso gli abili coder di cult game come Uncharted? Il loro nome viene scomodato per fare un virtuale (ed a tratti sconveniente) parallelo tecnico con il suo ultimo gioco, Uncharted 4e God of War. Proprio l’avventura di Nathan Drake è vista da molti come il punto più alto di delizia tecnica della console Sony. Ma ora Nathan ha un grande rivale, perché è sceso in campo anche un certo Kratos. Va detto subito e senza tanti giri di parole: a livello tecnico God of War è splendido. Agli occhi del giocatore come prima cosa balzano i dettagli ed i particolari che compongono il mondo di gioco, fatto di scenari rocciosi, montagne innevate da scalare come rigogliosi boschi con colori pungenti ed enormi scenari marini in cui navigare tramite una semplice barca. Il dettaglio e la fluidità della telecamera che inquadra e rende valore a questi scorci è encomiabile. Ma, al di là della pura grafica, quello che lascia a bocca aperta è l’incredibile lavoro di gestione dei dati che hanno creato i programmatori. God of War, a conti fatti, richiederà solo un unico (anche abbastanza breve) caricamento. L’avventura sarà senza soluzione di continuità, come si confà a tutte le opere videoludiche che vogliono immergere il giocatore nella loro storia in maniera magistrale. Durante il nostro peregrinare, la console gestirà lo streaming dei dati in completa autonomia, senza che il giocatore si accorga minimamente del processo. Mai, e dico mai, mi sono accorto che il gioco stava in qualche modo caricando preziosi dati. Un lavoro davvero encomiabile.

NON SOLO UN GIOCO, MA ANCHE UN RACCONTO ED UN FILM

La bellezza di God of War si ravvisa in innumerevoli sfaccettature, una delle quali è la  capacità di raccontare secondo diverse soluzioni stilistiche. Molto spazio ai dialoghi fra Kratos ed il figlio è stato dato nel momento in cui questi due navigano per raggiungere altre destinazioni. Atreus in questi frangenti ascolta il padre raccontare storie che hanno una morale, oppure si entusiasma per le avventure che sta vivendo assieme a lui. Ma anche durante i loro spostamenti in terra, i due si scambiano battute e piccole frecciatine che permettono di delineare il loro rapporto. Atreus oltretutto parla spesso della madre e del rapporto che prima dell’avventura che sta vivendo aveva con suo padre. Non ci sono banali filmati per raccontare la storia di God of War, ma solo pillole  comunicative e dialoghi che si intersecano fra loro nelle svariate ore di gioco che permettono di ricostruire le frustrazioni, le emozioni ed i sentimenti dei due guerrieri. E poi c’è il lato cinematografico, che si esplica con tutto il suo furore emozionale dopo circa un’ora di gioco. In questi casi Santa Monica Studio gioca con la telecamera ed i controlli del pad per far vivere al giocatore momenti di eccezionale intensità. Ed in questo caso nessun film può competere con questo videogioco.

UN’OPERA PERFETTA?

Se la perfezione non è di questo mondo, forse lo è nella Scandinavia dei due guerrieri. Scherzi a parte, è difficile parlare di eventuali difetti del titolo, perché, sostanzialmente, non ce ne sono. Potremmo forse appellarci alla mancanza di vera e propria originalità come fece a suo tempo l’ultimo gioco di Zelda, ma non sarebbe poi così giusto, perché God of War, come ho detto poche righe fa, rompe gli schemi della narrazione videoludica comunque in maniera inedita. Vogliamo prendere in considerazione la varietà dei nemici, non sempre all’altezza? Potremmo farlo, ma a fronte di un’avventura che regalerà non meno di 25 ore di gioco per tutti coloro che non vogliono intraprendere le quest secondarie, sarebbe sciocco parlarne. God of War, a conti fatti, è il titano dei giochi d’azione con elementi RPG, il colosso che ogni programmatore di altri progetti dovrà scorgere negli occhi per valutarne l’innata bellezza. E tutto questo è magnifico, perché, d’ora in poi, ogni opera videoludica potrà avere un peso massimo a cui appellarsi e, perché no, da cui trarre spunti non per copiare idee, ma per rendere omaggio ad un modo di raccontare e coinvolgere l’utente che ha dello straordinario.

COMMENTO
Il nuovo Kratos nato su PS4 è decisamente eccezionale, e riesce a far ripartire una drammatica storia videoludica sfruttando tutto il meglio della vecchia saga ed innovando soprattutto in termini di gameplay, con diverse opzioni da gioco di ruolo.
9.4
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Dopo la visione di “Grosso Guaio a Chinatown” a 10 anni, la mia più grande passione è diventata il cinema. Poco dopo gli adorati schiacciapensieri vengono surclassati dall'arrivo di un computer di nome “ZX Spectrum”. Scatta così l’amore per i videogiochi e la tecnologia. E le serie TV? Quelle ci sono sempre state, da "Il mio amico Arnold" fino a "Happy Days".
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