Disponibile in prima TV il 14 febbraio alle 21.15 su Sky Cinema Uno, Eiffel racconta la storia di Gustave Eiffel, l’uomo che costruì la famosa torre in acciaio simbolo della Francia.

Interpretato da Romain Duris, Gustave Eiffel è un talentuoso ingegnere, che già aveva fatto parlare di sé dopo aver progettato la struttura interna della Statua della Libertà, altro monumento iconico che rappresenta l’America.

Per l’esposizione Universale di Parigi del 1889 il Governo francese ha bisogno di una costruzione spettacolare che incarni lo spirito di libertà e di uguaglianza francese.

Oramai celebre, Gustave Eiffel è l’uomo ideale per ideare qualcosa che possa lasciare a bocca aperta. L’ingegnere è noto ,difatti, per saper lavorare perfettamente l’acciaio alla stregua di un artista.

Sarà proprio questo materiale a plasmare la sua ultima creazione, una torre di 300 metri dalle forme sinuose, posizionata in una zona centrale della Francia, affinché tutti la possano facilmente scorgere e visitare.

Scrupoloso ed affidabile, Eiffel inizia così il suo difficile progetto. L’uomo pretende massima serietà e totale sicurezza, affinché nessuno dei suoi operai rischi di perdere la vita per futili incidenti.

AMORE E ACCIAIO

Sebbene Gustave cerchi di limitare al massimo le inconvenienze sul lavoro attraverso l’uso di meticolosi calcoli affidati a molteplici ingegneri, la vita gli riserva una sorpresa che esula dall’ambiente lavorativo.

All’improvviso il suo sguardo si incrocia con Adrianne Bourgès (interpretata da Emma Mackey), una donna con cui anni prima condivise una importante relazione.

Adrianne è la moglie di un giornalista che dovrà gestire i rapporti con i media riguardo le notizie relative alla futura Torre Eiffel ed alla sua costruzione imminente.

Questo incontro fa gelare il sangue di Eiffel: la storia di Adrianne, come poi scoprirà lo spettatore, non è finita nel migliore dei modi ed ha lasciato una grande cicatrice dolorosa nell’animo dell’ingegnere.

Eiffel rimane di stucco quando incrocia lo sguardo languido di Adrianne; è difficile non perdersi negli occhi di una delle donne più importanti della sua vita.

Anche la donna trasmette con la sua tremula voce e i suoi gesti un forte interesse verso Eiffel. Una storia finita a metà, d’altronde, è una storia che trasmette ancora grandissime emozioni non ancora sopite.

I PARTICOLARI CHE FANNO LA DIFFERENZA

Eiffel è sicuramente un film che potrebbe potenzialmente incuriosire un gran numero di persone.

Avere la possibilità di scoprire alcuni dettagli che si rifanno alla nascita della torre per antonomasia, situata all’interno della città più romantica del mondo, è uno stimolo più che ragguardevole per iniziare la visione.

Purtroppo però la sceneggiatura di Eiffel è priva di molti approfondimenti che avrebbero arricchito la storia di Gustave Eiffel e la sua relazione passata con Adrianne.

Il plot, per esempio, non accenna minimamente al motivo dell’assenza della moglie di Eiffel e tralascia molti particolari riguardo la sua famiglia.

Quest’uomo ha una figlia adolescente e due bambini piccoli che, presupponiamo, siano frutto della relazione con sua moglie. Di quest’ultima, ahimè, non sappiamo nulla e soprattutto non conosciamo il motivo della sua lontananza.

Riguardo la storia passata con Adrianne, la sceneggiatura non chiarisce esattamente perché questa sia finita, e lascia così lo spettatore con diverse ipotesi e domande che non troveranno risposta.

Parlando del racconto che si rifà alla costruzione della torre Eiffel, il film concede alcuni dettagli in merito, alcuni forse troppo tecnici, ma che comunque risulteranno per molti inediti e quindi stuzzicheranno in qualche modo la curiosità.

EMMA MACKEY E LA SUA INTERPRETAZIONE

E’ sempre un piacere ritrovare la star dell’apprezzata serie televisiva Netflix Sex Education sullo schermo.

L’attrice francese risulta a suo agio anche negli affascinanti costumi ottocenteschi ed offre una recitazione discreta, anche se la sua prova attoriale non risulta certamente così complessa.

La donna che interpreta la Mackey è una tipica figura femminile moderna e progressista, convinta di gestire la sua vita nel modo migliore e, soprattutto, certa che nessuno possa ledere la sua fondamentale libertà sentimentale.

Purtroppo le convinzioni di Adrianne presto  si scontreranno con la dura realtà, fatta di protocolli sociali che castrano senza pietà i reali sentimenti di una donna.

La direzione registica di Martin Bourboulon non offre scene troppo passionali oppure drammatiche che coinvolgono il personaggio interpretato da Emma Mackey.

Sebbene gli sguardi e i sorrisi ingenuamente maliziosi della Mackey funzionino mentre intreccia la sua relazione con Gustave, si nota invece l’assenza di scene che possano scuotere emotivamente lo spettatore.

Anche se Eiffel non può essere inserito nel genere dei film drammatici, la storia di questi due sfortunati amanti doveva offrire anche siparietti che potessero far battere il cuore degli appassionati dei film sentimentali.

Così come stanno le cose, Eiffel risulta essere solo un film gradevole, utile soprattutto per conoscere la storia della famosa torre protagonista della storia.

Dove vedere Eiffel
COMMENTO
Se vi incuriosisce la storia della vita dell’ingegnere che progettò la torre Eiffel, Eiffel è un film che potrebbe intrattenervi in modo idoneo. Anche se il lungometraggio non osa poi svelare così tanti dettagli riguardo la genesi della torre simbolo della Francia, osservare come questo talentuoso ingegnere riuscì ad assemblare quintali di ferro sarà stimolante. Riguardo il lato sentimentale del film, le cose stanno diversamente: la sceneggiatura doveva offrire maggiori dettagli del personaggio di Adrianne, approfittando magari di scene che potessero emozionare in nome della potenza dell’amore e della passione. Eiffel dunque risulta un film privo di una personalità ben definita, perché diviso tra la voglia di offrire un plot sentimentale ed uno a tratti documentaristico (sebbene romanzato). A conti fatti non riesce ad offrire una storia convincente su nessuno dei due fronti, lasciando lo spettatore con una sensazione di incompletezza narrativa.
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Luca Spina
Dopo la visione di “Grosso Guaio a Chinatown” a 10 anni, la mia più grande passione è diventata il cinema. Poco dopo gli adorati schiacciapensieri vengono surclassati dall'arrivo di un computer di nome “ZX Spectrum”. Scatta così l’amore per i videogiochi e la tecnologia. E le serie TV? Quelle ci sono sempre state, da "Il mio amico Arnold" fino a "Happy Days".
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