Arriva il 31 ottobre 2024 nei cinema Longlegs, horror diretto da Oz Perkins con Nicholas Cage che ha suscitato molta curiosità negli appassionati del genere grazie alle sue tetre atmosfere e alla originale sceneggiatura, che offre situazioni care anche al genere poliziesco e thriller.
Era inevitabile che Longlegs attirasse le attenzioni degli amanti dei film spaventosi, anche perché nel cast troviamo Nicholas Cage, un attore che ultimamente partecipa spesso a film che, essendo fuori dalle classiche produzioni del circuito cinematografico hollywoodiano, presentano talvolta sceneggiature atipiche.
Iniziamo a parlare del film sottolineando una informazione che può essere utile a tutti coloro che vorrebbero andare a vedere il film soprattutto per la presenza di Nicholas Cage: è importante sapere che l’attore americano, sebbene ricopra un ruolo decisamente importante all’interno della sceneggiatura, non è assolutamente il protagonista ed è praticamente irriconoscibile per come è stato truccato.
Longlegs racconta una storia disturbante che lascia lo spettatore sulle spine fino alla fine, attirando la sua attenzione in continuazione attraverso un plot che prende spunto anche da altri generi cinematografici.
D’altronde il regista americano Oz Perkins già aveva dato mostra delle sue potenzialità nel genere dei film del terrore girando il buon Gretel e Hansel nel 2020 e il film datato 2017 February – L’innocenza del male che parla di possessioni demoniache, tema che ha ripreso in Longlegs.
IL PRIMO INCARICO È ANCHE QUELLO PIÙ’ DIFFICILE
Longlegs inizia mostrando immagini ambientate in Oregon negli anni ’70. La regia subito si mostra singolare perché queste scene vengono rappresentate con un aspetto dello schermo più piccolo rispetto al solito, ideale per attirare l’attenzione e infondere un certo pathos.
Il cielo è plumbeo e la luce del sole è praticamente assente. La cinepresa riprende una casa tutta bianca in un ambiente isolato accerchiata da alberi con rami secchi.
L’ambientazione è tipicamente invernale, con la neve presente in abbondanza. Complice anche il colore bianco di questa abitazione, il paesaggio risulta quasi monocromatico.
Presto si vede una bambina uscire fuori di casa attirata da una voce. La piccola attrice verrà a contatto con un uomo sinistro; la cinepresa riprende questo soggetto solo mostrando il suo busto e parte del suo viso, un viso dallo strano colore che ansima.
Lo sconosciuto che entra in scena è un uomo dall’aspetto singolare, che presenta il volto truccato di bianco e capelli lunghi e arruffati che incorniciano uno sguardo perso e inquietante. Questo personaggio è proprio quello interpretato da Nicholas Cage.
Con un rapidissimo fast forward la sceneggiatura ci porta in un battibaleno negli anni ’90, dove facciamo la conoscenza dell’agente dell’FBI Lee Harker (Maika Monroe), recluta che dimostra subito un’incredibile intuizione individuando e stanando un pericoloso individuo durante una scena tipicamente da film thriller orchestrata molto bene.
L’agente Lee è una donna che ha delle intuizioni così brillanti che sfociano nella chiaroveggenza; approfittando di queste capacità l’FBI ritiene opportuno assegnarle un caso mai risolto di alcuni anni fa in cui si investigava su svariati omicidi-suicidi avvenuti nello stato dell’Oregon all’interno di famiglie all’apparenza normali.
La scena del crimine vedeva sempre il padre di famiglia togliersi la vita dopo aver ucciso brutalmente la moglie e i figli. Nella casa teatro di questa mattanza non vi erano mai tracce di alcuna intrusione esterna ma solo la presenza di un biglietto firmato Longlegs.
LA DONNA GIUSTA PER RISOLVERE IL CASO?
Il caso che deve seguire Lee è molto complesso e soprattutto delicato, visto che coinvolge la morte di svariati minori.
Sebbene la donna possa sembrare titubante appena capisce la responsabilità alla quale viene sottoposta, nuovi eventi che la coinvolgono dimostrano chiaramente come lei sia l’agente ideale per fare luce su questi terribili e inspiegabili omicidi.
La complessa opera investigativa di cui Lee è a capo è ideale per mostrare il lato giallo e thriller di Longlegs, gestito attraverso un ritmo narrativo volutamente compassato, che possa rivelare a piccole dosi tutte le nuove e impressionanti scoperte che Lee fa su Longlegs e su queste misteriose uccisioni.
Se non saranno scene adrenaliniche a carpire l’attenzione dello spettatore, ci penserà la singolare regia e le apparizioni di Longlegs a destabilizzare gli animi.
Il personaggio di Nicholas Cage, sebbene non presenti all’apparenza alcun attributo fisico che possa spaventare, riesce altresì a essere portatore di ansia attraverso il suo curioso comportamento pacato e le improvvise e brutali manifestazioni di instabilità emotiva.
Cage, attraverso una recitazione degna di nota, si trasforma in un individuo che non nasconde in alcun modo la sua anima così torbida e che con la sua totale schiettezza appare come un soggetto che è difficile reputare buono o cattivo.
Il proseguo del racconto cinematografico di Longlegs dimostra come la trama del film riesca a sorprendere e prenda le dovute distanze dal tipico plot horror che si fonda sul villain di turno che dispensa cattiveria e orrore.
Il bello di Longlegs è la sua capacità di offrire nuovi elementi narrativi, alcuni inaspettati, che arricchiscono l’esperienza cinematografica rendendo il film di Oz Perkins mai banale.
Vi è un ineguagliabile crescendo di tensione nella storia di Longlegs, che soverchia le certezze che lo spettatore sembrava avesse acquisito sui personaggi del film, fino ad arrivare a un finale denso di colpi di scena e carico di molta tensione.