Era l’anno 2011 quando quei mattacchioni dei programmatori di People Can Fly finirono di completare uno sparatutto in prima persona dall’anima arcade spassosa, violenta ed originale.

Il suo nome era Bulletstorm, e ci metteva nei panni di Grayson Hunt (per gli amici Gray), un grande e grosso pirata spaziale dalla capigliatura cotonata, ex  soldato della squadra chiamata Dead Echo.

Gray ora lavora per il generale Victor Sarrano, che gli commissiona, assieme ai suoi fratelli d’armi, l’omicidio di un uomo che sembra essere un pericoloso terrorista.

Questo povero uomo, chiamato Novak, in verità era solo un onesto e coraggioso giornalista che stava preparando un lungo articolo per smascherare tutta la corruzione che investiva proprio il nome di Sarrano.

Inizia una nuova vita per Gray; una vita in cui domina il senso di vendetta verso quel gran figlio di puttana di Victor, reo di avergli fatto uccidere un uomo innocente e chissà quante altre uccisioni ingiustificate.

Bulletstorm, come dicevo, è uno sparatutto in soggettiva. Ci muoveremo nei panni del nostro beniamino con armi in braccio (ne potremo portare fino a tre contemporaneamente) che potremo potenziare secondo parametri differenti.

Tutto qua? Non proprio. Bullestorm, sebbene abbia un’ anima prettamente da sparatutto, nasconde anche sfumature da picchiaduro. Il nostro Gray, oltre a vomitare centinaia di proiettili, può anche prendere letteralmente a calci i nemici.

Quando la pesante suola dei suoi scarponi sarà indirizzata verso la faccia di un nemico, il gioco rallenterà l’azione per permettere di riempire, se vogliamo, di proiettili il malcapitato.

Ma non finisce qui, perché molto presto durante il gioco acquisiremo una sorta di lazo elettrico, arma con cui potremo tirare a noi oggetti e, manco a dirlo, esseri umani (per lo più mutanti) verso di noi.

Anche durante questa azione il ritmo del gioco scenderà notevolmente, proprio come quando calceremo qualcuno, permettendo anche in questo caso di organizzare in tutta tranquillità l’offensiva che più ci aggrada.

E proprio le nostre azioni saranno fondamentali, perché ogni uccisione rilascerà dei particolari punti, chiamati skill shots, indispensabili per gli upgrade alle armi.

L’ambiente di gioco sarà variegato e pieno di insidie, progettate proprio per uccidere con decine e decine di modi diversi i nostri nemici. Ecco che incontreremo spunzoni con cui  trafiggere i cattivi del gioco, cavi elettrici per arrostirli, oppure piante carnivore extra-large che faranno di un sol boccone tutti loro.

Ogni uccisione particolare sarà contraddistinta da un appellativo fantasioso ed umoristico che comparirà a video, per sottolineare la natura prettamente leggera e spesso scherzosa dei toni del gioco e della sceneggiatura.

Ma attenzione,  ci saranno scene cruenti e sicuramente violente da vivere, quindi non pensate certo di stare a giocare con un titolo ideale per i bambini.

Questa versione speciale di Bullestorm comprende tutti gli add-on che già appartenevano alla versione uscita qualche anno fa, più alcune nuove mappe in single player oppure multiplayer da godere.

Adesso potremo godere di un totale di 30 mappe per le sfide in single player e 12 mappe per quelle in multiplayer.

Anche la grafica è stata ritoccata, ed ora è possibile giocare con la risoluzione in 4K e giovare di effetti sonori rimasterizzati.

Oltre a questo, la campagna principale in single-player permette di metterci nei panni del Duca, proprio il protagonista di Duke Nukem.

In questo caso il doppiaggio sarà quello dell’irriverente omone biondo, ma solamente in lingua inglese e quindi non doppiato nella nostra lingua, come invece accade per gli altri dialoghi del gioco, contraddistinti peraltro da un ottimo doppiaggio.

COMMENTO
Bulletstorm Clip Edition è un gioco estremamente valido. Assieme ad un impianto tecnico ottimo (anche oggi nel 2017), che sfrutta a dovere le capacità dell’Unreal Engine, Il gioco offre scorci mozzafiato pieni di dettagli diversi; anche l’illuminazione, sebbene non impressionante come possa apparire con la quarta iterazione dell’Unreal Engine, presenta spesso romantiche luci soffuse accarezzate dalla luce del tramonto. Il tutto incorniciato da un gameplay incredibilmente adrenalinico e fatto di situazioni assolutamente divertenti. E’ difficile, se non impossibile, annoiarsi durante la missione di Gray, perché la sceneggiatura prevede tantissime situazioni diverse per attirare l’attenzione dei giocatori che amano l’azione, gli sparatutto, ma soprattutto l’originalità. Senza togliere il gusto della sorpresa, non saranno solo i calci del protagonista oppure il cappio con cui tirare a sé i nemici per riempirli di botte e proiettili ad intrattenere il giocatore, ma anche altre armi riusciranno a sorprenderci per il particolare uso che People Can Fly ha deciso di attribuirgli. Non mancheranno poi mostri enormi da affrontare e fasi in cui saremo in preda alla velocità di alcuni mezzi di trasporto per deliziare chiunque voglia godere di un prodotto assolutamente eccellente. La difficoltà, vero tallone di Achille per molti, non è poi così proibitiva, dal momento che molto spesso incorreremo nella possibilità di spendere i nostri skill shots per rifocillarci con nuovi proiettili ed altri power up. Inoltre, sebbene basterà poco per essere uccisi, è pure vero che riparandosi qualche secondo l’energia di Gray tenderà ben presto a risalire automaticamente. Insomma, se amate una difficoltà più ostica, il consiglio è quello di cambiare da subito il livello di sfida nelle apposite opzioni di gioco. Al di là di questo difettuccio, assolutamente riparabile, consiglio senza alcuna remora l’opera di People Can Fly a tutti coloro che non hanno avuto la fortuna di giocarlo alcuni anni fa. Per tutti quelli che invece lo hanno già ampiamente apprezzato, potrebbero lo stesso farci più di un pensierino, soprattutto se hanno un televisore od un monitor in 4K pronto per l’uso. Io stesso completai il gioco anni fa, ma ho provato un immenso piacere a giocarlo di nuovo. Il prezzo aggressivo del prodotto poi rappresenta un ulteriore stimolo. Riguardo le aggiunte di questa versione, è da sottolineare come la presenza di Duke Nukem sia solo un add-on scanzonato e piacevole, ma nulla di più. Le mappe inedite invece rappresentano, per tutti coloro che vogliano giocare in multiplayer, una buona novità.
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Dopo la visione di “Grosso Guaio a Chinatown” a 10 anni, la mia più grande passione è diventata il cinema. Poco dopo gli adorati schiacciapensieri vengono surclassati dall'arrivo di un computer di nome “ZX Spectrum”. Scatta così l’amore per i videogiochi e la tecnologia. E le serie TV? Quelle ci sono sempre state, da "Il mio amico Arnold" fino a "Happy Days".
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