Disponibile il 26 luglio 2021 su Sky Cinema Uno e NOW,  Blackbird – L’ultimo abbraccio affronta il difficile tema dell’eutanasia attraverso il personaggio di Lily (Susan Sarandon), una donna affetta dalla malattia della Sla .

Lily è una donna sessantenne volitiva, brillante e amante della vita, che purtroppo da qualche tempo deve patire gli effetti di una malattia silenziosa, che si insinua dentro il nostro corpo senza dare troppi segnali.

La Sclerosi Laterale Amiotrofica è una patologia codarda, che non si palesa in modo efficace; quando i suoi nefasti effetti si aggravano, questi  invadono le cellule nervose cerebrali e del midollo spinale deputate ai movimenti muscolari.

Il risultato è un processo degenerativo che costringe colui che soffre di questa malattia a non poter più muoversi e a compiere movimenti basilari con difficoltà. Al malato di Sla non è preclusa solo una normale deambulazione, ma anche poter deglutire autonomamente.

A Lily le si prospetta una vita fatta di un atroce immobilismo, che tra qualche anno non le permetterà nemmeno di alimentarsi in maniera normale.

UNA DECISIONE IMPORTANTE

Lily gode di un buon rapporto con il marito Paul (Sam Neill). Dal loro amore sono nate due figlie, Jennifer (Kate Winslet) e Anna (Mia Wasikowska).

Queste donne hanno caratteri diametralmente opposti. Jennifer è una donna morigerata, moralista e tendente a soffocare le sue emozioni in nome di un (impossibile) controllo della sua vita.

Il suo matrimonio con Michael (Rainn Wilson) procede bene, dal momento che anche il marito tende ad avere un atteggiamento simile a quello della moglie. Il loro figlio Jonathan (Anson Boon) sembra essere un adolescente con la testa sulla spalle, che colleziona ottimi voti scolastici.

Anna invece è una donna piena di fratture emotive e tendente ad un carattere ansioso. La sua vita è costellata di relazioni che sembra non debbano avere un futuro, perché funestate da un atteggiamento che è sempre in bilico tra l’indecisione e la confusione sentimentale. Per ora Anna ha ricucito un rapporto con Chris, una ragazza che riesce a leggere tra le righe della sua difficile personalità.

Jennifer e Anna, rispettivamente con le loro famiglie e compagni, sono tutti invitati a passare un fine settimana nella bellissima casa che con tanta fatica Lily ha costruito assieme a Paul, immersa in un luogo distante dalla città pieno di lussureggiante vegetazione.

Tutti loro sanno perché devono passare un week-end con Lily. Questa visita ha come fine quella di dare l’ultimo saluto a questa donna, fermamente convinta di togliersi volontariamente la vita.

Assieme alle figlie Lily vuole accanto a sé anche Elizabeth (Lindsay Duncan), la sua migliore amica che da sempre ha condiviso i momenti più divertenti e importanti della sua vita.

SOTTILE MALINCONIA

Blackbird è sicuramente un film difficile da vedere, dal momento che ha come tema centrale della sceneggiatura un argomento toccante ed arduo da affrontare.

Quello dell’eutanasia per molti è un tabù paragonabile alla morte. In effetti parlare dell’eutanasia è come parlare della fine della vita, perché prevede una morte programmata e fortemente voluta da coloro che soffrono di patologie che purtroppo non hanno alcuna possibilità di essere debellate.

Questo film con protagonista Susan Sarandon non affronta questo tema soffermandosi sul lato puramente melodrammatico: l’ultima riunione familiare di Lily è un pretesto non solo per dare l’ultimo saluto ai suoi cari, ma anche involontariamente per chiarire possibili dubbi sul loro rapporto.

E’ chiaramente visibile come Jennifer e Anna siano due donne che abbiano patito in passato alcuni deficit affettivi da parte dei loro genitori, che le hanno costrette a creare una personalità in alcuni casi fallace e non reale, che potesse così mascherare le loro cicatrici emotive.

Lily d’altronde è una donna che ama le sue figlie, ma che adora a dismisura anche la vita e tutte le emozioni che questa può trasmetterle. Una donna che conosce il vero significato di amore e che è cosciente di come questo sentimento possa moltiplicarsi a dismisura.

Un vulcano di energia e di straripante personalità che spesso è difficile da addomesticare e da gestire, soprattutto per due figlie che non hanno ereditato il suo imprinting emozionale.

UN INCONTRO FONDAMENTALE

Blackbird, soffermandosi sulla figura di Lily, offre uno spettacolo cinematografico che non si palesa solo sulle sofferenze di questa donna, ma che si concentra anche sulla figura delle sue figlie e sulla vita che hanno costruito.

A differenza di Jennifer, Anna era da tanto tempo che non vedeva la madre, a causa di motivazioni gravose e importanti.

Poter di nuovo interagire con questa donna forte, le permetterà di mettere a nudo le sue fragilità emotive e così superare un impasse sentimentale che da troppi anni le condizionava il carattere.

Jennifer, la classica figlia perfetta sempre accanto ai genitori, riscoprirà invece la gioia di esternare le proprie emozioni, per liberarsi dalle catene dell’autocontrollo.

Il marito di Lily, Paul, funge da uomo equilibrato che modera tutte le emozioni che tuonano in questa casa; Paul è un dottore e proprio per questo si appella a tutto il raziocinio possibile per accettare l’incredibile decisione della sua amata Lily.

Vicino a Paul vi è sempre Elizabeth, un’amica che rappresenta la comfort zone emozionale di Lily, perché carica di fulgidi e allegri ricordi della loro gioventù, quando si poteva vivere in nome della condivisione senza troppi pensieri e con una sigaretta pendula in bocca.

Dove vedere Blackbird
COMMENTO
Blackbird è un film altamente rispettoso della pratica dell’eutanasia e di coloro che vorrebbero appellarsi a questa soluzione per mettere fine alle proprie sofferenze. Attraverso la splendida interpretazione di Susan Sarandon in Blackbird potremo conoscere una donna che ha la capacità di provare innumerevoli sentimenti, del tutto privi di malizia ma caratterizzati da un forte senso di altruismo. L’attrice che riportò in auge la figura del femminismo nei film attraverso il cult Thelma & Louise è estremamente abile nel recitare nei panni di una donna che oramai ha compreso bene come questa malattia le stia consumando la vita. Fin dalle prime immagini scorgiamo Lily che si alza dal letto e fa fatica a vestirsi. Anche camminare ora diventa una pratica tediosa e faticosa. Sebbene fiaccata nell’animo, non manca mai nello sguardo di questa donna la carica vitale di un tempo e soprattutto il suo fine humour che le permette di scherzare anche sulla sua condizione fisica. Credo che il pregio del film sia la capacità di non focalizzare la vicenda unicamente sulla condizione di Lily e sulla sua decisione; la famiglia che si riunisce sarà l’occasione ideale per mettere a nudo tutti i dubbi che due figlie possono avere con la propria madre. Ritrovarsi sarà come guardarsi reciprocamente in uno specchio, uno specchio incrinato ma che fortunatamente non si è ancora rotto in mille pezzi. Le capacità attoriali di Kate Winslet e di Mia Wasikowska sono ragguardevoli, soprattutto quando devono indirizzare alla madre il proprio sguardo comprensivo mentre quest’ultima spiega le ragioni della sua morte programmata. Blackbird è un film dalle tematiche complicate, che non vuole certo risolvere tutte le diatribe sul difficile concetto di eutanasia, ma che sicuramente ha la capacità di mostrare con grande onestà intellettuale la vicenda di una donna che, attraverso un enorme sforzo di empatia, chiede ai suoi cari di porgerle l’ultimo saluto in virtù della sua morte programmata.
7.5
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Luca Spina
Dopo la visione di “Grosso Guaio a Chinatown” a 10 anni, la mia più grande passione è diventata il cinema. Poco dopo gli adorati schiacciapensieri vengono surclassati dall'arrivo di un computer di nome “ZX Spectrum”. Scatta così l’amore per i videogiochi e la tecnologia. E le serie TV? Quelle ci sono sempre state, da "Il mio amico Arnold" fino a "Happy Days".
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