Se pensiamo alla figura dell’astronauta siamo abituati ad associarla ad un uomo coraggioso, che ha speso anni ad allenarsi in difficilissime condizioni psicofisiche per sviluppare un self-control e un equilibrio emotivo quasi sovraumano.
Caratteristiche che gli serviranno per non soccombere a tutti gli enormi disagi che un viaggio nello spazio comporta, ove anche la stessa gravità è un concetto inesistente.
L’assenza della forza che attrae ogni massa alla terra è capace di far fluttuare ogni oggetto e fluido in aria, secondo regole fisiche del tutto estranee a quelle dove viviamo quotidianamente.
Il nuovo show Netflix Away, dove è protagonista per la prima volta in assoluto in una serie televisiva Hilary Swank, racconta di alcuni astronauti impegnati a raggiungere Marte.
Il pianeta rosso rappresenterà la loro nuova casa per tre anni, periodo durante il quale dovranno cercare di ottenere preziose informazioni sul nuovo habitat.
UN PIANETA DESERTO E LONTANO
Marte rappresenta il prossimo obiettivo dei viaggi spaziali. Dopo aver visitato, con enormi sforzi, la vicina Luna, il pianeta pieno di sabbia rossa risulta essere quello più vicino e quindi quello ipoteticamente più facile da raggiungere.
Ma la vicinanza, nello spazio, è un concetto molto particolare, perché un viaggio breve è composto comunque da migliaia e migliaia di chilometri terrestri.
In Away Emma Green (Hilary Swank) è una donna caparbia e decisa, che accetta con molto entusiasmo una missione spaziale che potrebbe consacrare lei e gli altri astronauti in missione come i primi a calpestare il suolo di Marte.
Emma non è una donna sola, ma gode dell’amore di una famiglia composta dal marito Matt (Josh Charles) e dalla figlia Alexis ((Talitha Bateman). Una famiglia unita, che sicuramente soffrirà della mancanza della sua figura matriarcale così affettuosa e sempre presente soprattutto in situazioni di bisogno.
La nuova serie Netflix basa la sua sceneggiatura proprio sull’aspetto emotivo che un viaggio su Marte può comportare per una madre di famiglia, costretta a stare tre anni senza i suoi cari.
GLI ASTRONAUTI COME NON LI ABBIAMO MAI VISTI
I media di informazione e soprattutto il cinema hanno consacrato l’astronauta come l’impavido e sommo viaggiatore dello spazio, che mai si sognerebbe di versare una lacrima oppure di lasciarsi andare alla disperazione.
Pensando al cinema, tutte le pellicole di fantascienza più famose ci presentano una sceneggiatura in cui l’atmosfera generale è di paura, con uno script che predilige la rappresentazione di un’avventura spaziale piena di pathos in cui l’eroe cosmonauta riesce a finire vittorioso.
Insomma, il genere fantascientifico in cui sono protagonisti astronauti non ha mai basato il suo plot sulle problematiche sentimentali dei viaggiatori dell’universo che indossano bianche e ingombranti tute.
Con Away il mood generale cambia radicalmente, perché la serie Netflix vuole indagare e soffermarsi sulle pene emotive che il viaggio verso Marte impone ai loro viaggiatori, che dovranno subire il dolore della lontananza di persone a loro care.
TELEFONO CASA
Sebbene le prime settimane gli astronauti possano godere di video chiamate in tempo reale, più ci si allontana dalla terra e più le comunicazioni diventano difficoltose.
Se prima vi era la gradita possibilità di vedere il proprio interlocutore sul video, dopo alcune settimane di viaggio sarà possibile solo sentire la sua voce. Ma le cose peggioreranno, perché avvicinandosi a Marte i messaggi potranno solo essere scritti oppure vocali, e ci impiegheranno diversi minuti per giungere al destinatario.
Away vuole dare molta importanza alle difficoltà comunicative con cui il gruppo di cinque astronauti in viaggio deve misurarsi: abituati sulla terra a restare in contatto in qualsiasi modo anche grazie alla tecnologia di internet, nello spazio una telefonata diventa quasi un lusso e così un momento intimo molto importante.
Quando Marte diventa più vicino, i tempi di arrivo delle accorate mail dei viaggiatori dell’universo diventano più dilatati. Nello spazio dunque Emma prova emozioni tipiche di coloro che hanno vissuto almeno un secolo fa, quando le comunicazioni erano scritte a mano e una lettera poteva metterci giorni per essere recapitata.
Sebbene sia enormemente complessa e innovativa la tecnologia della loro nave fluttuante nel silenzioso spazio, questa purtroppo non prevede la possibilità di una comunicazione soddisfacente con la terra.
CINQUE ESSERI UMANI STRAORDINARI, MA SEMPRE UMANI
Come ho già accennato, vedendo Away non dovete aspettarvi una serie televisiva piena di adrenalina oppure di misteri fanta-horror che abbiamo già goduto in film indimenticabili come Alien.
Away prende la figura degli astronauti e la spoglia di tutti suoi pregiudizi da super-uomo, per farli apparire come individui sì addestrati ed estremamente competenti, ma sempre affetti da debolezze tipiche di un essere umano.
Oltre a quella di Emma, Away delinea perfettamente la storia e le personalità di tutti gli altri cosmonauti in missione, soffermandosi sulle loro vite e sulle loro vicissitudini sentimentali, che si sono dovute scontrare con la severa cultura dei loro paesi natale, come la Russia oppure la Cina.
Nello spazio c’è tanto tempo per pensare, e in questa situazione i buchi neri della vita sembra quasi che si spalanchino davanti a tutti loro, mostrando i rimpianti di affetti che potevano essere gestiti in maniera differente.
Le cicatrici sentimentali e amorose fanno ancora più male in viaggio verso Marte perché, assieme al rischio di non tornare sani e salvi a casa, non vi è nemmeno la possibilità di parlare guardandosi negli occhi.