I supereroi moderni si discostano completamente da quelli di alcuni anni fa. Il loro profilo morale ora è decisamente più complesso, composto di sfumature caratteriali che non possono essere definite solo buone o cattive.

Se un supereroe come Superman poteva contare su di una ineccepibile caratterizzazione ideologica quando esordì sulle pagine dei comics americani, orientata verso una concezione del bene che doveva (sempre) combattere il male, i grandi eroi di adesso spesso si lasciano corteggiare anche dal “lato oscuro della forza” che a volte, strano a dirsi, è un utile strumento per rendersi conto che il bene, dopotutto, è più luminoso del buio.

Jessica Jones, eroina della scuderia Marvel, è uno dei personaggi che più di ogni altro rispecchia il profilo psicologico (e decisamente più complesso) dei supereroi odierni.

Affranta, disillusa e alcune volte sopraffatta dagli eventi e dai sentimenti contrastanti che nutre verso il genere umano, questa ragazza ha guadagnato senza volere alcuni poteri eccezionali, che le permettono di avere una forza straordinaria.

«Da grandi poteri derivano grosse responsabilità», diceva un altro ragazzo Marvel con una tutina rossa che ha avuto un incontro ravvicinato con un ragno. Queste responsabilità sono spesso rifiutate da Jessica, che si oppone strenuamente al destino di una donna fuori dal comune che, volente o meno, deve garantire l’ordine combattendo il male, da cui può nascere solo sofferenza.

IN CERCA DI UN POSTO NELLA VITA

Nella terza stagione di Jessica Jones ci si rende conto come i personaggi principali siano caratterizzati con estrema cura. La loro presenza in questo mondo fatto di tante lacrime e poche risate non può essere fortuita, ma deve avere un senso, un senso che riempia la loro vita in qualche modo.

La sceneggiatura proprio per questo incalza sul ruolo inedito della sorellastra di Jessica, Trish Walker (Rachael Taylor), che affronta con grande coraggio e una volontà disumana la missione più difficile di tutta la sua esistenza: non apparire come il fragile burattino in mano alla opprimente madre, che da sempre cerca di garantirle il successo nel mondo dello spettacolo.

Ma non vi è solo Trish sotto i riflettori: anche l’indomito avvocato  Jeri Hogarth (Carrie-Anne Moss), deve fare i conti con un  oscuro fulmine a ciel sereno nella sua vita, che fino a qualche attimo prima appariva perfetta nel ruolo di avvocatessa di successo a capo di uno studio milionario.

In mezzo a questi personaggi femminili vi è anche la scomoda presenza di Malcolm Ducasse (Eka Darville), un ragazzo che nelle passate stagioni era sopraffatto dalla droga, ma che stavolta sembra essere dipendente dalla febbre dell’arrivismo che lo costringe a fare i conti con la propria moralità per tentare di costruire una carriera nel mondo dell’investigazione.

Jessica Jones è l’ago della bilancia in mezzo a questa rassegna di uomini e donne che bramano ordine nella loro vita. Le gesta della trasandata ragazza rappresenteranno sempre un insegnamento fondamentale per tutti i personaggi, dal momento che la sua spontaneità è per loro un pregio al momento inarrivabile.

 UN VILLAIN INASPETTATO

Il peggiore difetto della seconda stagione di Jessica Jones era rappresentato dalla totale assenza di un personaggio cattivo, che potesse rappresentare l’antitesi di Jessica e spronare così la ragazza a confrontarsi e duellare con il male.

Il villain della prima stagione, Kilgrave, era un’apoteosi di follia e di talento, mescolate con un malato senso di entusiasmo nel provocare dolore al prossimo. Un personaggio forte, che rappresentava non solo il cattivo per antonomasia, ma soprattutto il demone oscuro di Jessica, quello che lei stessa sarebbe potuto diventare se non avesse scelto la strada del bene.

Nella stagione numero due mancò tutto questo: il villain non compariva, e le vicende della Jones ruotavano (stancamente) attorno ai numerosi tentativi di ricongiungimento con la madre naturale, donna anch’essa dotata di capacità incredibili ma che non riusciva a gestire.

La sceneggiatura della terza stagione doveva in qualche modo ricominciare da capo, assegnando alla protagonista della serie televisiva un personaggio che potesse risvegliare il suo senso di appartenenza all’istinto di ogni supereroe che si rispetti: difendere i deboli ed evitare che il male prevalga.

La minaccia con cui dovrà confrontarsi Jessica sembra, di primo acchito, banale e facile da sconfiggere. Ben presto la ragazza dai capelli corvini si accorgerà che nulla è più pericoloso di un grande intelletto, soprattutto se questo è votato alla distruzione.

UN THRILLER FIRMATO MARVEL

La terza stagione di Jessica Jones si discosta enormemente dalle altre due per come è gestita tutta la sceneggiatura. Oltre a dare grande importanza alla figura dei personaggi e al loro profilo psicologico, durante tutte le otto puntate saranno pochi , pochissimi, i momenti in cui la scena darà grande risalto a momenti d’azione focalizzati sui poteri sovrumani.

Jessica Jones con la sua terza stagione vuole mostrare uno spettacolo in cui il ritmo è dosato, e i colpi di scena sono pochi e ben orchestrati all’interno di  un plot fortemente votato al genere thriller, dove più di una volta scorrerà il sangue.

Un bel cambiamento, che rende questa stagione più appassionante, soprattutto per coloro che amano gli show in cui la figura del supereroe non deve essere per forza correlata ad uno script puramente action.

Con questa sceneggiatura conosciamo ancora meglio la personalità di Jessica, una ragazza dallo sguardo languido e troppo spesso appesantito dall’alcool eccessivo.

Dove vedere Jessica Jones
COMMENTO
Jessica Jones convince con la terza stagione. I passi falsi fatti con l’ultimo ciclo di avventure in cui sua madre era una sorta di coprotagonista sono solo un ricordo sbiadito, cancellato da una direzione dello show che sceglie (intelligentemente) di offrire un’ impronta thriller. Un thriller in cui si mischiano nuove rivelazioni dei personaggi, antiche amicizie e dove prevalgono le vicende di Jessica e Trish, ritrovate in una coppia inedita che da spazio a colpi di scena sia macabri che divertenti. Spiace che questa sia l’ultima stagione di Jessica Jones, perlomeno prodotta da Netflix. Ci auguriamo che Disney, con il suo prossimo servizio in streaming prossimamente in uscita, possa curare questo personaggio Marvel, che ancora ha molto da offrire in quanto a spessore e puro intrattenimento.
7.5
Articolo precedenteDoctor Sleep: il seguito di ‘Shining’ mostra il teaser trailer
Articolo successivoEscape Plan 3: prime foto del terzo capitolo della saga con Sylvester Stallone
Dopo la visione di “Grosso Guaio a Chinatown” a 10 anni, la mia più grande passione è diventata il cinema. Poco dopo gli adorati schiacciapensieri vengono surclassati dall'arrivo di un computer di nome “ZX Spectrum”. Scatta così l’amore per i videogiochi e la tecnologia. E le serie TV? Quelle ci sono sempre state, da "Il mio amico Arnold" fino a "Happy Days".
jessica-jones-stagione-3-recensione-la-piu-imperfetta-delle-eroine-marvelI supereroi moderni si discostano completamente da quelli di alcuni anni fa. Il loro profilo morale ora è decisamente più complesso, composto di sfumature caratteriali che non possono essere definite solo buone o cattive. Se un supereroe come Superman poteva contare su di una ineccepibile...