Non deve essere semplice fare una vita da zombie: con tutti i limiti che hai da sopportare, ogni giorno appare uguale a se stesso ed incredibilmente faticoso.

Uno zombie cammina lento, non può praticamente articolare parola, ed i suoi grugniti hanno sempre un’apparenza minacciosa.

La vita di “R” (Nicholas Hoult) (lui, purtroppo, non ricorda il suo vero nome) invece è diversa. Pur essendo un non morto che emana un odore sgradevole, i suoi (pochi) pensieri non hanno come protagonisti sempre la volontà di mangiare qualcuno o qualcosa, e cibarsi di carne umana per lui non è proprio il massimo.

Ma lo deve fare, perché uno zombie non sopravvive se non mangia carne fresca, e soprattutto cervelli umani.

Warm Bodies è la trasposizione cinematografica dell’omonimo best seller di Isaac Marion, e narra di come la terra sia stata infettata da un virus sconosciuto, che ha reso quasi tutti gli esseri umani mostri deambulanti che conosciamo bene, perché protagonisti di innumerevoli opere dell’horror.

Ma c’è dell’altro in Warm Bodies: la vita del protagonista sarà cambiata dall’incontro con Julie (Teresa Palmer), una bellissima ragazza che darà sfogo a tutte le sue emozioni umane, ancora dentro di lui ma sopite a causa del suo spiacevole stato di non-morto.

Il film prende leggermente le distanze dal racconto originale, e presenta una sceneggiatura molto più adatta ad una fruizione cinematografica, ma soprattutto digeribile anche da un pubblico di teenager.

“R” è molto più giovanile come cadavere, e veste di una felpa piuttosto che di una giacca e cravatta come si racconta fra le pagine cartacee del romanzo.

Rimane, anche sul grande schermo, la capacità del simpatico zombie di rivivere i ricordi di una persona morta quando mangia le sue cervella.

Warm Bodies è un film piuttosto piacevole, perché sposta la narrazione, che di primo acchito potrebbe apparire horror e sanguinolenta, su di un piano squisitamente ironico.

“R” ragiona sul suo essere un cadavere in stato di decomposizione e sulla scarsa capacità di godersi la vita. Addio al piacere di gustare cibo, come quello di sognare durante il sonno.

La pellicola, forte di una realizzazione curata e di una regia che non lascia mai il passo alla minaccia della noia, risulta assolutamente godibile e piena di spunti interessanti, soprattutto assistendo al rapporto amoroso con Julie ed a cosa porterà nella (non) vita del giovane zombie.

I personaggi comprimari appaiono simpatici nel loro rapporto fatto di poche sillabe, che gli zombie vorrebbero tanto che fossero veri e propri discorsi.

Questi poveri morti resuscitati sembrano essere proprio innocenti nel loro stato di predatori di carne umana, a differenza degli “ossuti”.

Questi ultimi sono veri e proprio scheletri animati, che non conoscono più alcun accenno di umanità e vogliono solo cacciare prede vive, meglio se esseri umani.

Con la loro comparsa il film offre anche diversi siparietti di matrice horror, con queste creature che attaccano con veemenza tutto ciò che respira e restituiscono una discreta dose di ansia allo spettatore.

Il risultato sono 90 minuti di ottimo intrattenimento, basato su di un romanzo che ha la capacità di dare ulteriore linfa vitale alla tematica, super-sfruttata, degli zombie.

Ma, a quanto pare, fra film, telefilm e libri, questi adorabili cadaveri putrescenti, simbolo della paura, sembra che abbiano sempre un asso nella manica per sbalordire gli spettatori.

Pardon, forse sarebbe meglio dire un pezzo di cervella nella manica. Molto più stimolante come pasto per un cadavere deambulante.

Dove vedere Warm Bodies
COMMENTO
Warm Bodies offre 90 minuti di ottimo intrattenimento, basato su di un romanzo che ha la capacità di dare ulteriore linfa vitale alla tematica, super-sfruttata, degli zombie. A quanto pare, fra film, telefilm e libri, questi adorabili cadaveri putrescenti, simbolo della paura, sembra che abbiano sempre un asso nella manica per sbalordire gli spettatori.
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Dopo la visione di “Grosso Guaio a Chinatown” a 10 anni, la mia più grande passione è diventata il cinema. Poco dopo gli adorati schiacciapensieri vengono surclassati dall'arrivo di un computer di nome “ZX Spectrum”. Scatta così l’amore per i videogiochi e la tecnologia. E le serie TV? Quelle ci sono sempre state, da "Il mio amico Arnold" fino a "Happy Days".
warm-bodies-recensioneNon deve essere semplice fare una vita da zombie: con tutti i limiti che hai da sopportare, ogni giorno appare uguale a se stesso ed incredibilmente faticoso. Uno zombie cammina lento, non può praticamente articolare parola, ed i suoi grugniti hanno sempre un’apparenza minacciosa. La vita...