Parigi nel 1910 è una città quasi tutta sommersa dall’acqua, come una novella Venezia d’inizio ‘900.

Con le immagini in bianco e nero di questa bellissima città in preda all’allagamento inizia Un mostro a Parigi, film d’animazione del regista Eric Bergeron, che vede protagonisti due cari amici che combinano un grosso guaio con le invenzioni di un botanico amante della scienza.

I due hanno a che fare con quelle che, di primo acchito, sembrano delle innocue profumazioni, ma che in verità sono delle potentissime fragranze in grado di donare a chiunque un senso del ritmo notevole, associato ad un timbro vocale da cantante d’opera.

Il casuale destinatario di queste meraviglie della scienza botanica è un’innocua pulce, che diventerà gigantesca e piena di talento musicale.

Tutta Parigi, capeggiata dal cattivo e opportunista prefetto Maynott, è impaurita da questa creatura mostruosa e vuole braccarla.

Tutti tranne la cantante Lucille, che resta impressionata dal carattere innocuo e pacifico di questo grande insetto, e decide di renderlo irriconoscibile ed addirittura farlo partecipare ai suoi spettacoli canori.

Un mostro a Parigi è un film d’animazione che esprime un grosso amore per la musica, come per quella Parigi da sempre associata alla poesia.

Lucille durante il film intona diverse, orecchiabili, canzoni francesi che cantano della Senna e della Francia, con la buffa ed enorme pulce che diventa un curioso ed imprescindibile protagonista delle serate della bella protagonista.

La qualità grafica del film ha una certa personalità, e risultano d’atmosfera i vicoli francesi illuminati e disegnati con ottime sfumature di colori .

Il film, oltre alla sua anima poetica, denuncia però diversi limiti quando ci si accorge che la sceneggiatura prende molti spunti da altre opere diverse, a partire da “King Kong”, fino alla Bella e la bestia.

La mancanza di originalità si fa sentire, anche se impreziosita da tutta l’atmosfera parigina che sicuramente rende il film diverso da molti altri.

Benché vedere il mostro su schermo cantare e dimenarsi in completo bianco sia divertente, quando arrivano le scene in cui il prefetto cattivo, si mette ad inseguire la pulce, l’atmosfera particolare viene a mancare ed il film inizia a somigliare a tanti altri d’animazione già visti.

Dove vedere Un mostro a Parigi
COMMENTO
Vedere in Un mostro a Parigi due protagonisti armeggiare con le prime telecamere dell’epoca, giocando con invenzioni strampalate quali un telecomando per guidare una macchina, restituisce una sensazione impagabile dei tempi della “belle epoque” che scuote gli animi per la sua impronta storica di ottimismo. Anche i personaggi riescono a strappare più di un sorriso, soprattutto la buffa scimmietta che parla tramite fogli di carta scritti in una perfetta lingua. Un mostro a Parigi è un film d'animazione che ha tanti punti positivi dentro la sua sceneggiatura, viziata però da richiami di opere cinematografiche molte volte riciclate.
6.6
Articolo precedenteVitriol – Recensione
Articolo successivoTroppo amici – Recensione
Dopo la visione di “Grosso Guaio a Chinatown” a 10 anni, la mia più grande passione è diventata il cinema. Poco dopo gli adorati schiacciapensieri vengono surclassati dall'arrivo di un computer di nome “ZX Spectrum”. Scatta così l’amore per i videogiochi e la tecnologia. E le serie TV? Quelle ci sono sempre state, da "Il mio amico Arnold" fino a "Happy Days".
un-mostro-a-parigi-recensioneParigi nel 1910 è una città quasi tutta sommersa dall’acqua, come una novella Venezia d’inizio ‘900. Con le immagini in bianco e nero di questa bellissima città in preda all’allagamento inizia Un mostro a Parigi, film d’animazione del regista Eric Bergeron, che vede protagonisti due...