Tratta dall’omonimo romanzo autobiografico di Daniele Mencarelli, che gli è valso il premio Strega Giovani 2020, Tutto chiede salvezza racconta di Daniele (Federico Cesari), un ragazzo romano che dopo una serata passata con gli amici si risveglia nel letto di un reparto TSO (Trattamento sanitario obbligatorio).
Daniele apre gli occhi e si ritrova in un letto con i polsi legati, proprio come si confà ad una persona che è potenzialmente pericolosa per sé e per gli altri.
Attorno a lui vi sono alcuni sconosciuti, che da subito mostrano comportamenti particolari; Daniele scorge un uomo con una folta barba che inneggia continuamente alla Madonna urlando e un signore che indossa un pigiama pesante con le maniche lunghe anche durante questi afosi giorni estivi.
Dopo pochi attimi si avvicina un ragazzo della sua età, che con poco garbo ed una certa ostentazione rivela la sua omosessualità sottolineando come sia attratto da lui.
E’ un posto strano questo, un posto riservato a persone affette da malattie mentali oppure, per usare un termine più comune, i così detti pazzi.
Daniele non capisce perché si trovi in questo luogo così disagevole e, soprattutto, non ha alcun ricordo di quello che è successo poche ore prima che fosse ricoverato.
UN RICOVERO NECESSARIO
Molto presto Daniele si ricorderà cosa è accaduto la scorsa serata, quando apparentemente si stava divertendo in compagnia dei suoi amici, rilassandosi con rimedi poco salubri che creano pericolose dipendenze.
Il giovane ha avuto una crisi psicotica, che gli ha fatto perdere il senno ed agire fuori dalla sua volontà contro persone a lui care.
Ora deve necessariamente passare una settimana in questo ambiente così particolare, cercando di parlare con i medici che faranno di tutto per capire cosa gli passa per la testa.
Daniele ha già avuto incontri con psichiatri, perché la sua eccessiva sensibilità lo porta a formulare pensieri e atteggiamenti spesso distruttivi e deprimenti.
La sua nuova dimora è rappresentata da una stanza con quattro improbabili inquilini, di cui uno sempre steso, immobile, che non proferisce alcuna parola e sembra che abbia spento tutti i sensi volontariamente.
Sette giorni sembrano un’ eternità in questo luogo, ove la notte Daniele non riesce nemmeno a prendere sonno. Purtroppo i farmaci per dormire sono a lui preclusi: in questo modo è praticamente impossibile spegnere i suoi pensieri e perdersi nel sonno per ritrovare un po’ di serenità.
CINQUE MATTI PIENI DI UMANITÀ’
Dopo alcune ore i quattro sconosciuti diventano piano piano dei bizzarri conoscenti. Il ragazzo pieno di brio si chiama Gianluca (interpretato da Vincenzo Crea): il suo sorriso e la sua vivacità hanno la capacità di illuminare la stanza.
Il signore con il pigiama è Mario (Andrea Pennacchi), un ex maestro di elementari dai modi garbati e che ama mangiare tutti i giorni solo mele cotte.
Il buffo individuo con la barba (interpretato da Vincenzo Nemolato) è soprannominato “Madonnina”, proprio perché ama citare la Vergine Maria.
L’uomo inoltre ha una pericolosa passione per il fuoco, che lo porta ad appiccare incendi solo per ammirare il bagliore e il calore della fiamma.
Il giovane allettato è Alessandro (Alessandro Pacioni); la sua storia è raccontata dal padre ogni volta che viene a trovare il figlio sviscerando tutti i dettagli che portarono il ragazzo a questo stato catatonico.
Molto presto un nuovo compagno entrerà in stanza: si tratta di Giorgio (Lorenzo Renzi) trentenne dalla notevole forza che appare come un energumeno violento.
In realtà Giorgio è un bambino nel corpo di un adulto, vorace e avvezzo a dire sempre la verità, soprattutto riguardo i sentimenti che prova verso gli altri.
AMICI INASPETTATI
I giorni passano e Daniele si rende conto che i suoi compagni di stanza stanno diventando dei veri e propri amici.
Sebbene possa essere avvilente il fatto che il letto rappresenti il luogo principale dove passare la giornata, la camera dove devono sostare forzatamente molto presto diventa una zona franca dove l’amore non ha genere e, soprattutto, nessuno ha l’ardire di giudicare il prossimo.
Daniele in questo modo si sente liberato dalle catene dei pregiudizi e trova ben presto dei veri compagni con cui condividere le sue debolezze e trarre il meglio dalla sua grande sensibilità.
In verità il reparto dove in questi giorni vive Daniele è un posto pieno di amore, anche se questo si nasconde dietro le parolacce dell’infermiere Pino (Ricky Memphis), oppure i modi freddi e distaccati del Dott. Mancino (Filippo Nigro).
Ognuno di loro ha una missione da seguire, nelle vesti di uomini dediti ad una causa difficile e complessa da gestire, che prevede di dare conforto ed aiuto a menti, nel peggiore dei casi, perse nel dolore oppure nella completa autodistruzione. Questa missione non prevede il lusso di cedere alle emozioni, perché questo atteggiamento potrebbe compromettere la sicurezza dei loro assistiti.