L’apprezzata serie di romanzi Piccoli Brividi, creata da Robert Lawrence Stine nel 1992 che ha venduto oltre 400 milioni di libri stampati in 32 lingue, offre storie ed ambientazioni horror per ragazzi.

Rinunciando a tematiche eccessivamente violente oppure troppo spaventose, la collana riesce a intrattenere i suoi lettori grazie a plot ben costruiti che hanno come protagonisti giovani personaggi, immersi in avventure soprannaturali.

Già oggetto di alcuni show per la televisione uscite a metà degli anni novanta e di due film destinati alle sale cinematografiche nel 2015 e nel 2018, Piccoli Brividi tornerà dal 13 ottobre 2023 su Disney+ con una nuovissima serie televisiva.

La nuova trasposizione seriale che potremo godere in streaming è caratterizzata da una nuova trama ispirata a cinque romanzi di successo: Foto dal futuro, La maschera maledetta, La pendola del destino, Vendetta strisciante e Il pupazzo parlante.

Grazie a un’anteprima stampa offerta da Disney, ho potuto visionare in anteprima i primi cinque episodi della serie degli otto in totale.

BRIVIDI PICCOLI MA BEN CONGEGNATI

La prima cosa che salta all’occhio vedendo la prima puntata di Piccoli Brividi è l’età dei protagonisti dello show, cinque ragazzi liceali che sono più grandi di quelli solitamente coinvolti nelle fantastiche avventure dei racconti di R. L. Stine, che generalmente non superano i tredici anni.

Questa scelta denuncia chiaramente come il nuovo show Disney voglia ampliare la possibile platea di spettatori della sua nuova serie.

Oltre alla mera età anagrafica dei ragazzi coinvolti nelle spaventose avventure tratte da questi famosissimi romanzi, anche la messa in scena di Piccoli Brividi spesso concede siparietti horror leggermente più impressionanti rispetto a quelle che ci aspetteremmo da un racconto per giovani lettori.

La trama vede questi adolescenti impegnati ad organizzare una divertente festa di Halloween in una grande casa disabitata.

Durante quella che sembrava un innocente party in maschera per onorare uno dei giorni più divertenti e spaventosi dell’anno, i protagonisti trovano in questa abitazione alcuni manufatti, di primo acchito comuni, che invece hanno delle proprietà soprannaturali.

Dopo aver vissuto incredibili esperienze venendo a contatto con questi oggetti, i ragazzi decidono di indagare sulla loro provenienza, facendo la conoscenza della storia di Harold Biddle, un adolescente vissuto trent’anni fa che sembra abbia avuto rapporti di amicizia con i loro genitori.

UNA STORIA REINVENTATA NEL MIGLIORE DEI MODI

La sceneggiatura di Piccoli Brividi si presenta ben congegnata, non solo perché sceglie intelligentemente di coinvolgere attori leggermente più grandi di quelli che solitamente si vedono nelle trasposizioni di R. L. Stine, ma anche perché non si limita a copiare la trama dei racconti dello scrittore americano, ma vi costruisce intorno un racconto inedito.

Un racconto che si arricchisce di sfumature interessanti soprattutto quando entrano in gioco anche i genitori dei protagonisti, che in passato sono stati coinvolti in vicende drammatiche che potrebbero mettere in serio pericolo i loro figli.

Le colpe dei padri che ricadono sui figli: questo il concetto primario che si dipana attraverso le vicende dei ragazzi al centro delle spaventose esperienze della serie Disney+, che si ritrovano, anche se ancora emotivamente acerbi, a dover rimediare a disastrose decisioni prese dai loro padri e dalle loro madri in tempi passati.

Una responsabilità che accettano con grande intelligenza e senso del dovere, dimostrando come essi siano, alla loro età, ben più maturi dei loro genitori.

Questi ultimi, sebbene adulti, ancora non riescono ad affrontare nel migliore dei modi le loro colpe che riecheggiano dal passato e, molto spesso, scelgono la via della negazione, fingendo che non parlandone il problema non esista.

Sono concetti importanti quelli che si desumono vedendo la serie Disney+, che però vengono affrontati con una messa in scena spesso divertente, denunciando chiaramente come l’intento dello show sia quello di intrattenere e non di spaventare.

Offrendo una trama ben costruita, impreziosita dall’uso di effetti in computer grafica che riescono a mostrare siparietti horror che donano momenti di suspence, Piccoli Brividi, almeno in questi primi 5 episodi, riesce a centrare l’obiettivo prefissato: offrire una storia horror leggera e dai toni a volte ironici, coinvolgendo attori ben affiatati che riescono a dare spessore ai loro personaggi.

Da segnalare anche l’ottima prova attoriale di Justin Long, attore americano che gli appassionati di film dell’orrore ricorderanno soprattutto perché fu il protagonista dell’ottimo horror Jeepers Creepers – Il canto del diavolo uscito nel 2002.

Long appare ideale nella parte di un intelligente e saggio professore che, suo malgrado, cambierà inaspettatamente il suo atteggiamento a causa di un evento decisamente soprannaturale.

Dove vedere Piccoli Brividi
COMMENTO
Mi ha sempre attratto la collana di romanzi Piccoli Brividi, perché oltre ad apprezzare l’horror più sconvolgente e terrorizzante, amo anche quando questo genere letterario (e cinematografico) si reinventa in nome di storie dai toni più leggeri e destinati a intrattenere più che terrorizzare. Purtroppo nel 1992, ahimè, ero già un maggiorenne e la mia età non mi permise di godere in pieno le curiose storie di R. L. Stine, chiaramente rivolte ad un pubblico di lettori ben più giovane. Al di là di questo, ho sempre adorato i personaggi e le situazioni che lo scrittore statunitense creava, e mi sarebbe piaciuto che queste tematiche potessero essere adattate a storie con protagonisti più maturi. L’occasione ideale è arrivata quando Disney ha annunciato questa nuova serie ispirata a Piccoli Brividi che spostava il target più avanti, coinvolgendo in modo inedito adolescenti e anche adulti. Ho trovato questi primi 5 episodi molto buoni e divertenti, caratterizzati da una sceneggiatura che non si limita solo a mostrare creature mostruose oppure situazioni paranormali, ma vuole in qualche modo anche offrire un minimo di introspezione psicologica riservata ai giovani liceali, non soltanto coinvolti in esperienze incredibili, ma anche vittime spesso di rapporti familiari difficili da gestire. Il perché è presto detto: i genitori dei nostri impavidi protagonisti si presentano spesso poco inclini a prendersi le loro responsabilità, soprattutto quando devono fare i conti con il passato. Con una trama che riesce a intrattenere, anche grazie all’ottima caratterizzazione dei personaggi coinvolti, Piccoli Brividi si rivela essere uno show convincente e ideale per tutti gli amanti dell’horror che ha nel suo DNA più che il terrore la voglia di divertire presentando situazioni irreali e curiose.
7.5
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Luca Spina
Dopo la visione di “Grosso Guaio a Chinatown” a 10 anni, la mia più grande passione è diventata il cinema. Poco dopo gli adorati schiacciapensieri vengono surclassati dall'arrivo di un computer di nome “ZX Spectrum”. Scatta così l’amore per i videogiochi e la tecnologia. E le serie TV? Quelle ci sono sempre state, da "Il mio amico Arnold" fino a "Happy Days".
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