“Ti chiedi mai come sarebbe stato se invece di mollare avessimo resistito?” chiede Gaetano (Scamarcio) a Delia (Trinca).
E’ una domanda molto semplice ma che nasconde in sé la difficoltà di ammettere a se stessi che un rapporto, il proprio rapporto, è finito. Che l’amore non c’è più, che la coppia si è disgregata, che insieme non si è più nessuno.
E’ la domanda che tutte le coppie separate si pongono, con l’amaro in bocca, con la delusione di aver fallito, con il dolore di aver perso.
Ed è su questa domanda che si costruisce la trama del film “Nessuno si salva da solo”.
Gaetano e Delia si ritrovano a cena in un ristorante romano. Tra i due c’è tensione, è evidente che sia una coppia separata che si è incontrata non per piacere ma per decidere come gestire le vacanze dei propri figli.
Questa cena occupa l’intero svolgimento del film e attraverso una serie di flashback, viene ripercorsa la vita dei protagonisti.
Delia e Gaetano si conoscono per caso, lei è una biologa nutrizionista e lui, che di professione fa lo scrittore, un suo paziente.
Lui la corteggia immediatamente, cerca di far sorridere gli occhi e la bocca di Delia, sempre troppo triste e abbrutita. Quel sorriso diventa il loro punto d’inizio. S’incontrano, fanno l’amore, si guardano, si cercano.
Confidano l’un l’altro tutte le loro paure, i loro desideri, i loro sogni e ambizioni. Si amano, follemente. Profondamente.
Lei rimane incinta di Cosmo e, col pancione, lui la porta all’altare. Si sposano e hanno un secondo figlio, Nico.
La loro vita di coppia e famigliare è attraversata dalle difficoltà più ovvie: sbarcare il lunario prima di tutto. Ma nonostante questo Delia e Gaetano continuano a sognare ed essere felici. Finché il tempo non li porta a cambiare e a massacrare tutto ciò che di bello hanno costruito.
Scritto da Margaret Mazzantini, e diretto da Sergio Castellitto, “Nessuno si salva da solo” è un film intenso, profondo, psicologicamente ben strutturato.
Riccardo Scamarcio e Jasmine Trinca sono perfetti nelle vesti di Gaetano e Delia. Si nota che tra i due c’è una sintonia e un’amicizia che va oltre il set cinematografico, come loro stessi hanno affermato.
In diverse scene non sono i dialoghi a reggere la tensione ma i silenzi, gli sguardi, le lacrime, i sorrisi, le movenze dei protagonisti. Un po’ come succede al teatro.
Un cameo è fatto da Roberto Vecchioni che rappresenta una sorta di deus ex machina della storia.
Sarà proprio il suo personaggio, Vito un vecchio signore che, a cena con sua moglie nello stesso ristorante in cui vi sono Delia e Gaetano, osserva a lungo i due protagonisti e all’uscita si permette di ricordare loro che: “Nessuno si salva da solo”.