La recensione di Mufasa: Il Re Leone, il prequel Disney che racconta come l’amato leone sia diventato re delle Terre del Branco. Nei cinema dal 19 dicembre 2024.

Quando Disney annunciò nel 2016 la produzione di un remake dell’amatissimo Re Leone in computer grafica tutti gli aficionados del franchise Disney si sentirono confusi e dubbiosi sul risultato finale.

Vedere Simba parlare come un essere umano disegnato in due dimensioni era un conto, mentre osservarlo proferire parole rappresentato in modo realistico era tutta un’altra cosa.

Quando uscì nel 2019 il “nuovo” Re leone il titolo ebbe molto successo, a testimonianza di come la sceneggiatura vincente, unita a immagini realistiche, riuscissero a infondere una incredibile aura avventurosa e melodrammatica a tutto il progetto.

Cinque anni dopo Disney vuole continuare a scommettere su Il Re Leone, stavolta presentando una trama che ha l’ardire di svelare la storia di Mufasa prima che diventasse il grande personaggio che tutti conosciamo.

UNA FIABA PIENA DI EMOZIONI

Mufasa: Il Re Leone, servendosi di un semplice ma congeniale pretesto narrativo, mostra subito il saggio Rafiki iniziare a raccontare la storia di Mufasa alla leoncina Kiara, figlia di Simba e Nala.

I due sono rintanati in una grotta perché fuori lampi e fulmini illuminano il cielo e numerose gocce di pioggia rendono il terreno brulicante di acqua.

Presto si uniranno a loro anche Timon e Pumbaa, presenza ideale per dare un tocco di allegra ironia alla scena.

Attraverso un flashback vedremo in scena il cucciolo Mufasa, intento a intraprendere con i suoi genitori un difficile viaggio per raggiungere un posto rigoglioso e ospitale dove vivere.

Appena si scorge il giovanissimo Mufasa appare chiaro come la realizzazione tecnica di Mufasa: Il Re Leone sia superiore al già spettacolare rifacimento datato 2019: a prima vista è molto difficile scorgere la differenza tra la realtà e quella di personaggi creati grazie alle meraviglie della tecnologia.

Mufasa nel film Mufasa: Il Re Leone.
Mufasa in compagnia dei suoi genitori

Il fotorealismo impera in Mufasa: Il Re Leone, permettendo di godere non solo di una fauna incredibilmente realistica, ma anche di paesaggi straordinariamente dettagliati, che presentano foglie, alberi e corsi d’acqua riprodotti perfettamente.

Nemmeno il tempo di ammirare codesta meraviglia tecnologica che il film Disney inizia subito a presentare scene concitate che mettono in pericolo il piccolo ma coraggioso Mufasa.

Le sue disavventure lo costringeranno a viaggiare solo, almeno fino al momento in cui incontrerà Taka, leone destinato a diventare re che mostra subito un atteggiamento amicale con Mufasa.

Taka sarà uno dei personaggi principali di Mufasa: Il Re Leone, attorno al quale la sceneggiatura creerà filoni narrativi molto importanti.

In foto i due protagonisti del film Mufasa: Il Re Leone.
I cuccioli Mufasa e Taka

INNO ALL’AVVENTURA

Taka non sarà l’unico compagno di viaggio di Mufasa: assieme a lui ci saranno tanti personaggi che contribuiranno con la loro presenza a orchestrare momenti piuttosto movimentati.

Tutta la sceneggiatura di Mufasa: Il Re Leone offre un racconto fortemente avventuroso, che si fregia di una eccellente regia che sa bene come innalzare il pathos di svariate scene attraverso una regia dinamica e che spesso si serve di primissimi piani per esaltare la dinamicità di alcuni siparietti di Mufasa, che spesso deve contare sulla sua velocità per sfuggire a svariati pericoli.

Queste scene così adrenaliniche, oltre a scongiurare con successo qualsiasi accenno di noia nello spettatore, riescono in modo encomiabile a far comprendere come sia selvaggio e pericoloso il mondo animale, in cui ogni giorno si deve lottare non solo contro la potenza della natura ma anche con altri aggressivi animali.

Oltre a svariate scene avventurose, il plot di Mufasa: Il Re Leone è abile anche a raccontare una storia che sappia introdurre storici personaggi del film animato del 1994, approfittando di questo necessario flashback per mostrare gli eventi della vita che li hanno trasformati in icone della storia del cinema animato.

In foto i protagonisti del film Mufasa: Il Re Leone.
Da sinistra Mufasa, Rafiki, Taka e Sarabi

Una caratteristica questa molto importante e che fa la differenza tra un prequel mediocre e uno scritto con dovizia.

Al di là di questi importanti accorgimenti narrativi, un altro pregio di Mufasa: Il Re Leone è quello di non intavolare trame eccessivamente arzigogolate che avrebbero rischiato di perdere il senso ultimo di questo prequel, ma di presentare storie semplici che sappiano sicuramente soddisfare, attraverso le numerose citazioni presenti, i fan de Il Re Leone e regalare due ore di sano intrattenimento a chi invece ha voglia solo di vedere un buon film animato.

Con queste caratteristiche Mufasa: Il Re Leone è un film che offre un plot intelligentemente pragmatico, che si serve inoltre furbescamente di una messa in scena sempre brillante, approfittando anche di una riuscita colonna sonora che eredita con successo il timbro musicale dei brani del film originale.

Dove vedere Mufasa: Il Re Leone
COMMENTO
Mufasa: Il Re Leone è un film di animazione in computer grafica che sa usare con intelligenza tutte le sue caratteristiche principali per confezionare un prodotto d’intrattenimento riuscito. Con l’ausilio di una realizzazione tecnica fotorealistica impressionante e di una regia movimentata che riesce a valorizzare l’incredibile caratura tecnica del film Disney, Mufasa: Il Re Leone riesce a essere un film sicuramente appetibile. La sceneggiatura, forte di un racconto semplice ma che riesce comunque a mettere in rilevanza sentimenti quali onore, amicizia e amore, completa il quadro di un prequel che mi sento di consigliare a un vasto pubblico, comprensivo di piccoli spettatori che potranno godersi scene che non prevedono mai la rappresentazione esplicita della violenza. Mufasa: Il Re Leone è un film che sceglie saggiamente di offrire un plot che onora il senso di avventura cinematografica con numerose scene che sapranno mostrare come la natura sappia essere spesso matrigna e mettere in luce la cattiveria insita in alcuni animali, animali che fungeranno da riusciti villain utili per innalzare il senso generale di partecipazione emotiva.
7.8
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Luca Spina
Dopo la visione di “Grosso Guaio a Chinatown” a 10 anni, la mia più grande passione è diventata il cinema. Poco dopo gli adorati schiacciapensieri vengono surclassati dall'arrivo di un computer di nome “ZX Spectrum”. Scatta così l’amore per i videogiochi e la tecnologia. E le serie TV? Quelle ci sono sempre state, da "Il mio amico Arnold" fino a "Happy Days".
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