Su di una cosa gli estimatori dell’horror sono tutti d’accordo: le care e vecchie streghe funzionano sempre all’interno di una sceneggiatura, che riguardi un film oppure una serie televisiva.
Sebbene osteggiate, impiccate, malmenate oppure bruciate vive, le donne tacciate di avere un rapporto intimo con il diavolo riescono sempre, in un modo o nell’altro, a sopravvivere alla furia umana e a vendicarsi nella maniera più orribile che ci sia.
Marianne, serie TV made in Netflix francese, vuole offrire uno spaventoso (e intrigante) plot con protagonista Emma, una scrittrice che da anni porta avanti con successo una serie di romanzi horror che raccontano di Lizzie Larck, personaggio destinato a combattere la pericolosa strega.
L’ORRORE CHE SUPERA LA FANTASIA
La vena creativa di Emma è superlativa, peccato che tutte le sue idee le siano venute in mente a causa di orribili incubi in cui, appunto, campeggiava l’oscura figura di Marianne, che la invitava con metodi poco ortodossi a scrivere delle sue gesta.
Emma era solo una ragazza quando inizia a soffrire di queste visioni notturne, e da quel momento la sua vita cambierà per sempre.
La sceneggiatura, partendo da questo assunto, riesce ad imbastire un oscuro universo narrativo che, ad ogni puntata, aggiunge macabri dettagli alla storia, coinvolgendo nella trama anche gli amici di sempre di Emma, che abitano nel piccolo paese di Elden.
Elden è solo un malinconico ricordo per Emma: la ragazza ha dovuto lasciare i suoi genitori e i suoi migliori amici per cause che non riguardano solo il suo brillante lavoro di scrittrice, ma che si legano sempre alla spaventosa figura della strega.
L’ESORCISTA, FREDDY KRUEGER E PENNYWISE
Marianne non nasconde assolutamente gli innumerevoli richiami a cult dello spavento come il serial killer con la faccia bruciata creato da Wes Craven, oppure l’indimenticabile bambina che sputa vomito verde perché posseduta dal demonio.
Le citazioni a questi film sono ben congegnate, e non tolgono lustro ad una sceneggiatura che, sebbene non presenti una storia incredibilmente originale, si può fregiare di suspense e di una pregiata realizzazione generale.
Giudizio positivo anche riguardo gli effetti speciali, dosati in numero, mai troppo invasivi e progettati soprattutto per attribuire inquietudine alla scena e non per riempirla di inutili jumpscares.
Il macabro spettacolo di Marianne, spalmato in otto puntate e vietato ai minori di 14 anni, spaventa mettendo in gioco tutte le paure più intime di ognuno di noi, proprio come faceva il capolavoro di Stephen King It.
Il romanzo del re dell’orrore è sempre presente, in qualche modo, durante la visione. Le avventure terrificanti di Emma con i suoi amici, nel paese quasi deserto di Elden in cui le nottate sono illuminate da un rumoroso faro, riportano felicemente alla memoria quelle dei famosi “perdenti” alle prese con il pagliaccio Pennywise.
UNA STREGA DALLE MOLTEPLICI IDENTITÀ
E’ giusto spendere due parole in più sulla figura di Marianne, perché difficilmente sullo schermo, grande o piccolo che sia, abbiamo visto una demoniaca figura femminile così impegnata a distruggere la vita di qualcuno così abilmente.
Raffigurata con una benda sporca che le copre gli occhi in cui vi è raffigurata una croce capovolta, la nostra strega di certo non si limita a spaventare le sue vittime solo con apparizioni dozzinali.
La cattiva protagonista di Marianne riesce con disinvoltura a varcare non solo la soglia del mondo onirico, ma anche a prendere possesso di veri e propri esseri umani.
Sarà proprio la madre di una sua cara amica la prima a essere posseduta da Marianne, per raggiungere così in qualche modo Emma.
Il motivo è semplice: la scrittrice ha deciso di concludere le avventure di Lizzie e la cosa, come capirete bene una volta conclusa la serie, rappresenterebbe un bel danno per la strega.
Marianne dimostrerà grande inventiva per dannare le vite di Emma e dei suoi cari, sfoggiando potenzialità che farebbero gola al pagliaccio Pennywise oppure al bruciacchiato Freedy Krueger.