Frequency è una serie TV ispirata all’omonimo film del 2000 scritto da Toby Emmerich.

La sceneggiatura era piuttosto  originale, perché metteva al centro della trama un agente di polizia che, diventato un radioamatore per caso, riesce a parlare con suo padre oramai morto.

Il fatto straordinario è che il poliziotto viveva nel 1999 mentre suo padre, vivo e vegeto, dialogava con lui nella sua realtà di trent’anni prima, nell’anno 1969.

La serie televisiva, che va in onda su Mediaset Premium, ha come protagonista il detective Raimy Sullivan (interpretata da Peyton List), e racconta di avvenimenti accaduti nell’anno 2016.

Raimy è un detective che, proprio come nel film originale, riesce a mettersi in contatto via radio con suo padre Frank (Riley Smith); l’uomo durante queste chiacchierate paranormali vive la sua esistenza nel 1996, quando Raimy era ancora una bambina al capezzale dei genitori.

La sceneggiatura della serie TV, oltre a dare estrema importanza al nuovo rapporto tra Raimy e suo padre contraddistinto da un gap temporale di vent’anni, ha come coprotagonista un brutale serial killer, che ha come abitudine quello di uccidere infermiere.

Questo orribile individuo rappresenterà il punto focale della vita di Frank e di sua figlia, perché minaccerà la vita di persone a loro care.

Ma poter agire nel passato, con conseguenze nel presente, è la chiave di volta che darà spessore alla trama di Frequency.

Le vite di Raimy e di Frank ora sono legate non solo nel segno della loro importante parentela, ma anche in quella del presente e del passato che, seppur con molta fatica, può essere plasmato per cercare di riparare ad errori madornali.

In mezzo a queste grosse responsabilità vi sono tutte le persone che orbitano attorno ai due protagonisti, ai quali dovranno nascondere, non senza problemi vari, la loro eccezionale capacità di dialogare in due tempi diversi.

Frequency, il film, è diventato un piccolo cult movie della fantascienza come del genere thriller. L’idea di una serie TV ispirata al film era alquanto rischiosa, visto il successo del lungometraggio a cui si ispira che poteva deludere tutti coloro che ai tempi lo apprezzarono al cinema.

Ma la serie TV funziona. Sebbene i primissimi episodi sembrava quasi che volessero rivolgersi ad un pubblico di teenager, dal momento che la trama ricalcava molto i sentimenti di Raimy con una colonna sonora giovanilistica, già dalla terza puntata la sceneggiatura spinge il piede dell’acceleratore sul genere thriller, con il serial killer che entra in azione e dona a tutta la serie TV un’aurea angosciante e leggermente ansiogena, che si sposa perfettamente con la struttura degli eventi che nel passato si riflettono nel presente.

Gli avvenimenti, se cambiati nel 1996, plasmano anche il presente di Raimy, e questo è mostrato spesso in tempo reale allo spettatore, con persone che escono fuori dalla sua vita oppure ricompaiono in diversi ruoli.

D’altronde il passato che può essere rimodellato ed i viaggi nel tempo è un tema sempre vincente al cinema come per altri media di intrattenimento, ed anche stavolta risulta molto affascinante. Gli stravolgimenti della vita della protagonista sono orchestrati in maniera sempre impeccabile, e risultano emozionanti perché coinvolgono la sua sfera emotiva in maniera indelebile.

E poi c’è tutto il processo investigativo che, sia nel passato che nel presente, è trattato in maniera perfetta, con alcuni personaggi che riescono ad avere una loro impronta caratteriale che cambia in modo credibile in seguito agli eventi avvenuti anni prima. Frequency è un’ottima serie TV perché sa intrattenere, emozionare e, in certi frangenti, anche a stupire lo spettatore.

Ne è passato di tempo da quando vedemmo  l’affascinante Peyton List che interpretava la donna “bella senz’anima” in Mad Men: ora è senza un filo di trucco e con la pistola nella sua fondina pronta per difendersi. Un bel passo in avanti. Attendiamo ora la seconda stagione, perché sono tanti gli spunti che gli sceneggiatori hanno sviluppato nell’ultima puntata.

Dove vedere Frequency