Dopo aver raggiunto ed esplorato la Luna nel 1969, la prossima e ambita meta spaziale dell’uomo è il pianeta Marte.
Il pianeta rosso, chiamato così per il colore della sabbia che permea il terreno, potrebbe rappresentare il candidato ideale per iniziare una colonizzazione spaziale, che possa così permettere agli esseri umani di vivere e proliferare in un pianeta diverso dalla Terra.
Estraneo a bordo, nuovo film Netflix diretto da Joe Penna, racconta proprio di una importante missione su Marte da parte di tre astronauti, interpretati da Toni Collette (Marina Barnett), Anna Kendrick (Zoe Levenson) e Daniel Dae Kim (David Kim).
Una gravosa avaria minaccia la possibile riuscita del loro viaggio nello spazio, perché all’interno di un’astronave progettata per sostenere il peso di sole tre persone si ritrovano a bordo un estraneo ferito.
Come se non bastasse, l’uomo ha provocato un grave danno che mette a repentaglio le loro vite. Inizia così per gli astronauti un’avventura spaziale che si trasforma in un incubo, incubo nel quale dovranno capire ben presto come fare per sopravvivere.
VUOTO COSMICO
Un grande film recitava che nello spazio nessuno può sentirti urlare, e l’adagio cinematografico vale anche se sono quattro persone a farlo.
Gli astronauti del film Netflix dovranno fare i conti con un clandestino inaspettato su di una astronave a migliaia di chilometri di distanza dalla terra, durante una missione biennale che prevede di atterrare su Marte.
Una situazione angosciante, dal momento che l’opzione del ritorno forzato non è assolutamente contemplata: il carburante non basterebbe.
Dopo aver smaltito (fin troppo presto) le prime sensazioni di smarrimento, Marina, Anna e Daniel devono capire come agire per cercare di convivere con Michael (Shamier Anderson), un uomo che peraltro non è minimamente addestrato per affrontare un’esperienza del genere.
All’interno dell’astronave le risorse non sono infinite, soprattutto pensando al prezioso ossigeno. Le comunicazioni con la terra inoltre non sono servite a niente; nessuno sembra trovare soluzione al problema.
DUBBI IRRISOLTI
La sospensione dell’incredulità è spesso un dogma che gli appassionati di cinema devono accettare, su questo non ci sono dubbi; purtroppo alcune volte la sottile linea di confine tra il fantastico e l’assurdo viene varcata, proprio come in questo film.
La presenza di Michael sulla nave è un avvenimento che da subito risulta illogico, reso ancora meno credibile perché privo di alcuna spiegazione che possa essere accettata dal dubbioso spettatore.
Superato questo impasse con tanta buona volontà (e magari perché fiduciosi nelle performance attoriali di Toni Collette), Estraneo a bordo inizia a mettere in risalto la componente thriller e angosciante della sceneggiatura,.
Ora i tre astronauti sulla nave spaziale devono fare i conti con decisioni moralmente laceranti che potrebbero coinvolgere Michael, creando quella giusta suspense che riesce a rendere il ritmo del film estremamente lento più accettabile.
Ma la tensione dura poco, perché Estraneo a bordo si focalizza presto a rappresentare il drammatico tentativo dei viaggiatori dello spazio di trovare un modo per ripristinare i danni subiti dalla nave.
A questo punto, sebbene la regia offra scene ben costruite che inducono quasi a soffrire di vertigini osservando gli eroi spaziali percorrere decine di metri arrampicandosi sulla nave, è impossibile non provare un forte senso di déjà–vu provocato dalla visione di decine di film del genere che offrono le stesse tematiche.
La conclusione di Estraneo a bordo inoltre si presenta fedele alla sua natura irragionevole, inscenando un epilogo inaspettato quasi in nome del concetto di politically correct che, almeno nell’ambito delle arti visive, spesso non giova alla qualità generale del prodotto.