La recensione per PC di A Quiet Place: the Road Ahead, survival horror in cui non dovremo fare nemmeno un rumore per non soccombere sotto gli artigli e i denti di spaventosi e mostruosi alieni.

A Quiet Place: the Road Ahead è un vero e proprio spin-off videoludico della saga cinematografica horror A Quiet Place che iniziò nel 2018, poi continuata con uno strepitoso secondo capitolo uscito due anni dopo. Proprio quest’anno, sempre nei cinema, è uscito anche A Quiet Place: Day 1, terzo film con una nuova protagonista.

Il videogioco A Quiet Place: the Road Ahead mette al centro della storia ancora una volta una donna, immersa sempre in una realtà che vede il mondo invaso da terribili alieni mostruosi che sentendo qualsiasi rumore reagiscono con brutali aggressioni.

Dubito che i fan dei film horror non abbiano apprezzato i due film del franchise cinematografico di The Quiet Place. Con una sceneggiatura originale, che costringeva gli attori a evitare di parlare e di fare qualsiasi rumore, questi lungometraggi proponevano un plot che riusciva a dispensare una costante tensione.

Recensione A Quiet Place: The Road Ahead in foto il mostro

Il perché è presto detto: in A Quiet Place la terra è stata invasa da enormi creature brutali ed estremamente coriacee, che sembrano quasi perdere la ragione sentendo qualsiasi rumore. Tutti coloro che non vogliono essere uccisi in modo efferato quindi non devono produrre il benché minimo suono.

Un modo di vivere decisamente difficile che costringe innanzitutto a sacrificare la comunicazione verbale e mina la possibilità di svolgere le normali mansioni quotidiane in modo normale.

Se i primi due film della saga erano ineccepibili, A Quiet Place: Day 1 offriva una sceneggiatura fin troppo minimalista e non riusciva a creare quel coinvolgimento emotivo provato nelle pellicole in cui era presente nel cast Emily Blunt.

Con l’uscita del videogame A Quiet Place: the Road Ahead, i programmatori di Stormind Games vogliono trasformare A Quiet Place in un videogioco survival horror, per permettere di coinvolgere maggiormente gli appassionati di questo filone horror attraverso dinamiche videoludiche, che consentono una fruizione non più passiva come nel caso del medium cinematografico ma oltremodo partecipativa.

UN’ALTRA SOPRAVVISSUTA AL PRIMO GIORNO DI TERRORE

A Quiet Place: the Road Ahead vede come protagonista Alex Taylor, una ragazza che è scampata al giorno dell’invasione di questi sconosciuti e pericolosi alieni.

Il gioco, attraverso una visuale in soggettiva, permette di controllare Alex in mezzo a dettagliati ambienti tridimensionali.

L’incipit del gioco la vede camminare in compagnia di un ragazzo immersa in un ambiente boschivo, che mette subito in mostra una caratura tecnica che non lesina nell’offrire squarci rurali realistici e pieni di vegetazione.

Questo ambiente è ideale per insegnare al giocatore i comandi del gioco, che impongono da subito di non fare troppo rumore attraverso i movimenti, a cominciare dai nostri passi.

Proprio per controllare l’andatura di Alex, una semplice icona ci mostrerà quando questa camminerà oppure avrà un incedere più vivace, due modi di spostarsi che potrebbero fare la differenza tra la vita e la morte.

Oltre alla funzionale icona descritta, in seguito A Quiet Place: the Road Ahead permetterà anche di usare un comodo fonometro fatto in casa, oggetto che mostra l’intensità dei rumori prodotti da Alex e quelli dell’ambiente circostante, per avere così un riscontro ben più preciso.

A Quiet Place: the Road Ahead inserisce fin dai primissimi momenti di gioco anche altri personaggi secondari, per introdurre così una toccante storia fatta di una ragazza che si trova in stato interessante, un evento sicuramente gioioso ma difficile da gestire in un mondo invaso da alieni del genere.

Sebbene sia incinta, questa caratteristica non avrà mai un ruolo nel gameplay, a differenza dell’asma provocata da stress di cui soffre.

Anche in questo caso una segnalazione visiva ci fornirà indicazioni circa lo stato di salute di Alex, che quando raggiungerà livelli critici costringerà il giocatore a premere un tasto in modo repentino affinché la ragazza non si metta a tossire e ansimare facendosi beccare istantaneamente dal famelico mostro.

Per abbassare lo stress è possibile usare alcuni inalatori che fanno parte degli oggetti di Alex, che comprendono inoltre anche una utile torcia che dovrà essere costantemente ricaricata con alcune batterie che troveremo in giro per gli ambienti di gioco (e che avranno un’autonomia fin troppo esigua).

Recensione A Quiet Place: The Road Ahead in foto un luogo buio

UNA VITA FATTA DI SILENZI

Proprio come nei film, in A Quiet Place: the Road Ahead dovremo fare meno rumore possibile, il che mette in moto un gameplay che mai si era visto in un gioco del genere.

Quando intendo “non fare rumore”, significa che anche banali azioni come aprire una porta oppure un cassetto dovranno essere eseguite con la massima delicatezza attraverso l’input analogico del nostro joypad. Se dovesse esserci uno scricchiolio di troppo, potremmo allertare il mostro che si aggira spesso vicino a noi.

Durante il gioco, per allentare la tensione, ci saranno anche momenti in cui non saremo costantemente pressati dallo straordinario udito di questi alieni, e potremo visitare con maggiore calma gli spazi all’aperto e al chiuso che fanno parte della topografia virtuale del gioco.

Se vogliamo complicarci di più la vita (e trarne anche tanto divertimento in più), il gioco permette di sfruttare l’opzione che consente di accendere il microfono del vostro PC. In questo modo non sarà soltanto il rumore che produrremo all’interno del gioco ad allertare gli odiosi alieni, ma anche quello proveniente dall’esterno.

Per offrire una sceneggiatura videoludica più ricca, A Quiet Place: the Road Ahead offrirà anche alcune filmati, ricreati con il motore del gioco, in cui saranno mostrati alcuni flashback di Alex per presentare altri dettagli della sua vita sentimentale e per accrescere così l’affezione verso di lei.

Inoltre spesso ci imbatteremo in diversi fogli che permetteranno di leggere testi che offrono dettagli in più di persone conosciute o meno da Alex, dettagli che la protagonista talvolta segnerà su di un diario a cui potremo accedere facilmente con la pressione di un tasto.

Recensione A Quiet Place: The Road Ahead in foto l'alieno

UN GAMEPLAY SILENZIOSO

Quello che dovremo fare in A Quiet Place: the Road Ahead non è solo fuggire dalle orripilanti creature senza fare troppo chiasso, ma anche risolvere alcuni piccoli enigmi che richiedono, per esempio, di trovare una chiave per aprire una determinata porta oppure l’uso di determinati oggetti utili per percorrere luoghi altrimenti irraggiungibili.

Il buio che circonda spesso gli ambienti non aiuta di certo il senso dell’orientamento del giocatore, che si troverà ancora più disorientato perché non potrà usufruire della luce della torcia e quindi costretto a camminare nell’oscurità.

Per ovviare a queste problematiche, potremo attivare alcuni suggerimenti attraverso la semplice pressione di un tasto che faranno comparire su schermo delle piccole segnalazioni sulla locazione che dovremo raggiungere e sugli eventuali oggetti chiave per poter proseguire nel nostro cammino.

A Quiet Place: the Road Ahead permette anche di abbassare la difficoltà generale del gioco: in questo caso la mostruosa minaccia sarà meno sensibile ai rumori prodotti nel gioco, che sono causati soprattutto da oggetti comuni come lattine e detriti disseminati sul terreno che dovremo cercare di non calpestare.

L’esperienza ludica di A Quiet Place: the Road Ahead, sostanzialmente si basa tutta sullo sforzo del giocatore di sfuggire dalle violente grinfie degli alieni non solo evitando di farsi localizzare, ma anche cercando itinerari che non presentino troppi oggetti rumorosi. Di tanto in tanto, alcuni di questi ultimi potranno essere gettati per attirare le creature in diverse parti dello scenario per variare in qualche modo il gameplay e aiutare il giocatore a far seminare le sue tracce sonore.

Oltre a questo, in A Quiet Place: the Road Ahead ci saranno anche altre modalità inedite per coprire efficacemente il rumore dei nostri passi, novità che curiosamente sono state implementate solo dopo aver giocato gran parte delle circa 10 ore di gioco totali.

COMMENTO
Credo che, soprattutto in questo caso, per emettere un giudizio riguardo A Quiet Place: the Road Ahead sia utile pensare alla qualità generale dell’ultimo film della saga, A Quiet Place: Day 1, al quale il gioco si ispira pur proponendo una protagonista e una storia diversa. Il prodotto di Stormind Games riesce a offrire una esperienza molto più coinvolgente e spaventosa rispetto al film sopracitato, proponendo un gameplay dal ritmo ovviamente compassato che premia la capacità del giocatore di compiere qualsiasi azione durante il gioco con grande delicatezza. Aprire una porta, un cassetto oppure un cancelletto arrugginito in A Quiet Place: the Road Ahead sono azioni banali che diventano foriere di grande ansia, perché il minimo rumore potrebbe allertare l’orribile mostro alieno che si aggira nel gioco. A Quiet Place: the Road Ahead propone inoltre una vera e propria sceneggiatura che coinvolge Alex, il suo compagno, la sua famiglia e altri personaggi. Questo copione virtuale, sebbene non si presenti particolarmente ricco di situazioni, sicuramente dona spessore alla personalità e al carattere della protagonista. A Quiet Place: the Road Ahead è un gioco curato, che si avvale di un gameplay che tende a riproporre situazioni a volte in maniera ripetitiva, ma che sa anche offrire tensione e una grande dose di soddisfazione quando veniamo a capo di furtive e silenziose fughe dagli orribili alieni. In definitiva, se avete voglia di vivere le atmosfere della saga di A Quiet Place, prendete seriamente in considerazione l’acquisto di A Quiet Place: the Road Ahead, gioco venduto inoltre a un prezzo piuttosto contenuto.
7.7
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Luca Spina
Dopo la visione di “Grosso Guaio a Chinatown” a 10 anni, la mia più grande passione è diventata il cinema. Poco dopo gli adorati schiacciapensieri vengono surclassati dall'arrivo di un computer di nome “ZX Spectrum”. Scatta così l’amore per i videogiochi e la tecnologia. E le serie TV? Quelle ci sono sempre state, da "Il mio amico Arnold" fino a "Happy Days".
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