Il regista Asghar Farhadi per Il suo ultimo film sceglie una struttura del racconto che si rifà a quella classica di Hollywood.
Sceglie due attori dell’establishment americano(Cruz, Bardem) e li colloca nella nativa Spagna per rimanere nell’ambito europeo e trovare così un contesto rurale, fortemente legato alle tradizioni familiari.
E con queste premesse il plot comincia a seguire le regole canoniche del cinema americano. La premessa del racconto cinematografico sceglie di mostrare una situazione in cui regna armonia e gioia.
E qui forse Farhadi si prolunga, dilatando temporalmente questo incipit, che siamo soliti veder durare pochi minuti, fino alla durata estenuante di mezz’ora. Una durata eccessiva che quasi costringe lo spettatore a chiedersi quando inizi veramente il film.
Quasi ai livelli de La Separazione, film capolavoro che iscrisse Farhadi nella storia del cinema internazionale, Tutti lo sanno è un thriller che potremmo definire psicologico.
E’ presente la svolta drammatica nello script, e gradualmente si comprende che il colpevole da individuare sia all’interno di una cerchia sempre più ristretta di soggetti diversi.
LUI, LEI E L’ALTRO
Il regista è bravo a descrivere un interno familiare, anche se riesce ad approfondire solo il rapporto a tre, centrale nel film, composto da lui, lei e l’altro personaggio che funge da potenziale intruso nella serenità fittizia di Penélope Cruz. Le interpretazioni dei protagonisti sono molto incisive, ma mancano le scene madri.
I drammi sono descritti attraverso gli sguardi e nei gesti inconsulti degli attori; l’impianto della sceneggiatura ha una chiara impronta melodrammatica.
Sono convincenti Cruz e Bardem, molto meno Darìn che dà poche sfumature al suo personaggio, spesso poco credibile nella sua immobilità attoriale.
IL PASSATO E’ PRESENTE
Quando il film svela l’enigma, rimaniamo tutti sorpresi. Fino alla fine della pellicola non si intuisce la verità celata.
Sebbene lo spettatore sia coinvolto nella narrazione e nei misteri che cela la trama, è la storia delle vite dei protagonisti e come viene descritta dal regista Farhadi a dare spessore emotivo alla pellicola.
I componenti delle due coppie protagonisti risultano, di primo acchito, vincenti nel ruolo che ricoprono nella società in cui sono calati. Ma presto si percepiscono i grovigli delle loro anime, ancora imprigionate in relazioni del passato e in parole non dette che macchiano la felicità nel presente.
Nel complesso, la riflessione di Farhadi sulle relazioni umane e nel loro dispiegarsi nel tempo è molto toccante e soprattuto risulta vera.
La campagna spagnola viene riprodotta in modo realistico. La vita rurale è quella in cui tutti si conoscono ed in qualche modo condividono molte abitudini.
Ma manca la peculiarità del posto, anche se il regista si è avvalso di collaboratori ed attori spagnoli per evitare in qualche modo la spersonalizzazione dello spazio.
Evidentemente attribuire una identità ad un luogo di vita è una sfida troppo ardua. Questo difetto risulta essere comunque una piccola macchia dentro un grande film.