Due ragazzi dalla corporatura muscolosa si guardano intensamente: uno è biondo, dagli occhi azzurri e tipicamente caucasico, mentre l’altro, di cui sono inquadrate solo le possenti spalle e la folta capigliatura, è nero.

Possiamo scorgere i due personaggi completamente assorti in una posizione di combattimento propria del pugilato, in un ambiente che sembra tipicamente metropolitano in compagnia di una folla vivace che inneggia allo scontro.

Da un momento all’altro uno di loro potrebbe sferrare un colpo. Succede proprio questo: il combattente dai capelli chiari colpisce il suo avversario con un possente destro. Il pubblico davanti a loro non può fare a meno di entusiasmarsi ulteriormente.

Appena arriva il potente pugno sul viso del lottatore di colore, quest’ultimo non può fare altro che andare a terra.

La telecamera virtuale a questo punto compie un rapido ma delicato movimento verticale per inquadrare un anonimo grattacielo, sopra il quale campeggia una scritta creata con caratteri colorati di giallo e rosso, che compongono il titolo di un gioco che passerà alla storia: Street Fighter II: The World Warrior.

E’ il 1991 quando Street Fighter II arriva nelle sale giochi, e con esso tutto il genere dei picchiaduro ad incontri conosce una rivoluzione concettuale che cambierà per sempre il modo di concepire i videogiochi di questo tipo.

Da quel momento in poi non sono solo anonimi atleti a combattere virtualmente, ma veri e propri personaggi dotati di un solido backgroud narrativo e che sfoggiano capacità fisiche incredibilmente originali.

Capcom, la software house che ha creato cotanto capolavoro, ha in mano un franchise leggendario che da quel momento in poi genererà numerosi seguiti e spin-off, fino ad arrivare ad oggi, nel 2023, anno in cui esce il sesto capitolo di Street Fighter.

Street Fighter 6 promette di dare vita alla vera e proprio filosofia insita nel gioco: quella che permetteva di diventare un vero e proprio combattente di strada, proprio come si evince dal titolo, attraverso un personaggio creato secondo canoni estetici e fisici scelti dallo stesso giocatore.

LA VIA PER DIVENTARE UN VERO LOTTATORE DI STRADA

Appena avviato Street Fighter 6, si scorgono subito tre opzioni di gioco principali tra cui scegliere: Fighting Ground, Battle Hub e World Tour.

Al momento presteremo attenzione al World Tour, che rappresenta la vera e proprio novità di Street Fighter 6.

Scegliendo questa modalità di gioco avremo la possibilità di vivere una vera e propria avventura virtuale, dalle sfumature tipiche di un gioco di ruolo, attraverso il personaggio che abbiamo creato approfittando del complesso e ricco editor che Capcom ha messo a disposizione.

Ambientato tra le strade di una città che tutti gli appassionati di picchiaduro Capcom a scorrimento conosceranno fin troppo bene, il World Tour non permette solamente di combattere per le strade virtuali, ma offre anche una vera e propria storia che coinvolge il nostro protagonista, che dovrà imparare tecniche di offesa differenti allenandosi direttamente dalle star del mondo di Street Fighter, come Luke oppure Chun-Li.

Le possibilità ludiche offerte dalla modalità World Tour sono innumerevoli, a partire dalla personalizzazione del nostro combattente fino ad una vera e propria gestione della differente oggettistica di cui possiamo godere, utile non solo per azioni banali come rinvigorire la propria energia, ma anche per personalizzare il nostro look.

Il World Tour è un vero e proprio mondo virtuale in cui potremo (e dovremo) combattere per potenziare le nostre tecniche combattive, scegliendo tra i diversi approcci combattivi che Street Fighter 6 offre: Classico, Moderno e Dinamico.

Tre differenti modi per approcciarsi alle centinaia di tecniche di attacco che prevedono, pensando a quella moderna e dinamica, di effettuare le mosse speciali affidandosi all’uso di un solo tasto, per scongiurare le possibili frustrazioni che potrebbero insorgere nei giocatori poco avvezzi al genere.

Per tutti gli altri c’è la modalità classica che, da come si evince dal nome, permette invece di sfruttare i canonici sei tasti combinando calci e pugni per giocare nel migliore dei modi.

NON FINISCE QUI: ECCO FIGHTING GROUND

Basterebbe unicamente giocare attraverso il World Tour per rendersi conto di come Street Fighter 6 sia un prodotto eccezionale, ma Capcom ha voluto fare le cose in grande e regalare ai giocatori altri modi per divertirsi.

Se volessimo scegliere di giocare alla modalità Fighting Ground, allora parteciperemmo alle battaglie scegliendo un combattente dal roster ufficiale di Street Fighter 6, composto (per ora) da 22 personaggi.

Arcade è il modo più classico per giocare, quello in cui il giocatore si cimenta in combattimenti scegliendo il proprio beniamino e di cui, andando avanti nella storia, potrà conoscere anche il suo passato, soprattutto quando finirà il ciclo di scontri e apparirà il consueto filmato finale.

Fighting Ground permette anche di giocare online, di allenarsi e di sfruttare le Battaglie Estreme, match che possiamo impostare con regole speciali e anche piuttosto stravaganti.

Proprio pensando alla modalità allenamento, quest’ultima è sicuramente l’opzione ideale da scegliere prima di intraprendere qualsiasi altra esperienza ludica, perché permetterà di conoscere le nuove opzioni combattive di Street Fighter 6, che si basano su una grande novità caratterizzata dal Drive System, sei barre poste sotto all’energia che, a seconda della nostra condotta in combattimento, possono offrire vantaggi in termini difensivi e offensivi.

LE MAGNIFICHE SALEGIOCHI DI UNA VOLTA: IL BATTLE HUB

Sebbene anche giocando in modalità Arcade sia possibile sfidarsi online, la funzione Battle Hub offre molto di più che mere battaglie virtuali con appassionati di tutto il mondo.

Innanzitutto il Battle Hub permette di entrare in una vera e propria sala giochi virtuale impersonando il proprio avatar, che potrà incontrare altri giocatori e interagire con essi, attraverso canoniche chat.

Ma il bello di Battle Hub non è solo questo, perché presto ci accorgeremo che in questo spazio virtuale vi sono decine di arcade che possiamo sfruttare per giocare assieme a coloro che incontriamo in questo luogo di ritrovo per appassionati della saga.

Inutile dire come sia divertente ed emozionante sedersi letteralmente davanti ad un cabinato e attendere che qualcuno si segga davanti a noi per sfidarci, in nome di ricordi indelebili che qualunque giocatore più maturo avrà vissuto mentre gareggiava con amici oppure illustri sconosciuti durante gli anni in cui esplose la mania di Street Fighter II.

COMMENTO
Dopo Street Fighter V Capcom ha capito che non era facile entusiasmare ancora gli appassionati della saga, oramai da tantissimi anni abituati a nuovi capitoli che, in fondo, non offrivano nulla di particolarmente innovativo. La casa giapponese di Resident Evil e Final Fight ha deciso di proporre un nuovo capitolo di Street Fighter che offrisse finalmente la possibilità di vivere una vera e propria carriera di combattente per le strade. Proprio attraverso la modalità World Tour questo è possibile, una innovazione incredibile che offre un vero e proprio gioco a sé, fatto di elementi narrativi propri di un gioco di ruolo, centinaia di easter egg relativi ai capolavori Capcom usciti nel tempo e modalità di gioco che ricordano anche quelle degli amati picchiaduro a scorrimento. Con il World Tour l’essenza di Street Fighter è finalmente una realtà. Ma Capcom non vuole dimenticare le origini, e Street Fighter 6 prevede anche modi classici di affrontare il gioco, come quello Arcade. Un altro grandissimo pregio di Street Fighter 6 è rappresentato dall’incredibile cura riposta nel mettere a proprio agio tutte le tipologie di videogiocatori, anche quelli che non hanno mai giocato ad uno Street Fighter in vita loro, che potranno saggiare una modalità di combattimento che permette di compiere tecniche speciali con la pressione di un solo tasto. Onore al grandissimo lavoro di Capcom, che in questo modo dimostra il profondo amore che nutre per la sua saga leggendaria, una saga in qualche modo reinventata e che può garantire un futuro videoludico sicuramente entusiasmante.
9.5
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Luca Spina
Dopo la visione di “Grosso Guaio a Chinatown” a 10 anni, la mia più grande passione è diventata il cinema. Poco dopo gli adorati schiacciapensieri vengono surclassati dall'arrivo di un computer di nome “ZX Spectrum”. Scatta così l’amore per i videogiochi e la tecnologia. E le serie TV? Quelle ci sono sempre state, da "Il mio amico Arnold" fino a "Happy Days".
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