Risale all’anno 2019 l’esordio su Netflix della prima stagione di Sex Education. Il plot di questo show era piuttosto bizzarro: la storia seguiva le disavventure di Otis Milburn (Asa Butterfield), un adolescente alle prese con un grande numero di problematiche sessuali e insicurezze tipiche della sua età.

Sebbene Otis nutra diversi dubbi riguardo la sessualità e sia incapace di interagire in modo normale con le sue coetanee, da un giorno all’altro scopre di essere incredibilmente bravo a dare consigli proprio riguardo queste complesse questioni.

Probabilmente essere figlio di Jean (Gillian Anderson), talentuosa sessuologa che ha molto a cuore la sanità mentale (e fisica) di tutti i suoi pazienti, ha reso il suo carattere particolarmente empatico, un dono fondamentale per far sentire ogni persona che parla con lui a proprio agio.

Otis ogni giorno diventa più bravo a dispensare preziosi consigli e si mostra un abile interlocutore per tutti i giovani alle prese con la difficile scoperta del loro corpo e delle pulsioni sessuali che questo riserva.

Il ragazzo, pur essendo particolarmente timido, davanti ad un “paziente” della sua nuova clinica si trasforma in un brillante terapista sessuale.

La serie Netflix, creata da Laurie Nunn, approfittando di questo plot intendeva proprio indagare senza troppe censure tutte le svariate e curiose problematiche sessuali che attanagliano il mondo adolescenziale.

Sebbene la sceneggiatura punti a rappresentare certe dinamiche relazionali con piglio ironico e spesso comico, Sex Education non voleva rinunciare a raccontare anche storie serie che coinvolgevano i ragazzi e il rapporto sociale con il loro gruppo di pari, nonché quello con i propri genitori.

In Sex Education il meraviglioso mondo della sensualità era solo il punto di partenza affinché si parlasse anche del sentimento che smuove spesso l’attività ormonale: l’amore.

Sex Education, attraverso la rappresentazione di una serie di personaggi amabili e delineati perfettamente nella loro personalità, riusciva a mostrare con naturalezza non solo atti sessuali ma anche siparietti romantici ed emotivamente coinvolgenti.

Dopo il successo ottenuto con la prima tranche di episodi era prevedibile che Sex Education offrisse nuove storie da raccontare; dopo aver gustato altre due stagioni siamo pronti ad immergerci nelle nuove vicissitudini di Otis e dei suoi amici, che stavolta devono fare i conti con una nuova realtà scolastica.

Questa quarta stagione rappresenta l’ultimo ciclo di episodi che Netflix offrirà ai suoi abbonati. Per dare un addio come si deve, l’ultima puntata offre una durata maggiore (85 minuti), quasi come se fosse un film a sé stante.

L’INIZIO DEL COLLEGE, LA FINE DELLA SERIE

Terminato il ciclo scolastico liceale, Otis e i suoi amici devono affrontare inedite esperienze al Cavendish Sixth Form College.

È un posto molto particolare il Cavendish Sixth Form College, ove gli studenti sono tutti dotati di un tablet per gestire le attività didattiche, evitando così di sprecare inutile carta; un’altra caratteristica singolare di questo posto è il divieto di spettegolare in qualsiasi modo, pena il pagamento di una multa.

Otis è pronto ad affrontare questa nuova esperienza insieme al suo carissimo amico Eric (Ncuti Gatwa), anche se dentro di sé è abbastanza nervoso all’idea di affrontare uno stile di vita del tutto diverso rispetto a prima.

Purtroppo accanto a lui, come sappiamo bene, non c’è la sua amata Maeve (Emma Mackey), che si trova in America lontana da lui migliaia di chilometri, intenta a cercare di diventare una scrittrice di successo frequentando un importante istituto.

Le relazioni a distanza sono difficili da gestire, soprattutto quando si è giovani e le pulsioni emotive sono così forti da oscurare spesso il raziocinio.

Anche se attanagliato da normali e fisiologiche ansie da prestazione, Otis non vuole lo stesso rinunciare alla sua attività da sessuologo anche in questa nuova realtà didattica.

Peccato che si accorgerà ben presto che O (Thaddea Graham), una brillante e spocchiosa ragazza, da tempo porta avanti la sua personale e seguitissima clinica sessuale all’interno del college.

Sarà difficile per Otis conquistare la fiducia dei suoi nuovi e potenziali pazienti, soprattutto ora che deve confrontarsi con un’avversaria che non intende affatto rinunciare alla sua attività.

UNA MAGGIORE INTROSPEZIONE

Sebbene la diatriba tra Otis e O sia la parte principale della sceneggiatura di questa stagione finale, la vera mission di queste nuove puntate è quella di offrire una ulteriore, intima e toccante, lettura del profilo caratteriale e personale dei vecchi (e nuovi) personaggi della serie.

In questa stagione potremo conoscere ancora meglio la storia della vita di Ruby (Mimi Keene), ex fiamma di Otis che è ancora impegnata in una profonda trasformazione di sé, che la porterà a raggiungere risultati inimmaginabili.

Da sottolineare anche l’ottimo lavoro di sceneggiatura che è stato riservato a Isaac (George Robinson), che nella scorsa stagione abbiamo conosciuto come acerrimo nemico di Otis in quanto, anch’esso, innamorato di Maeve.

Da ragazzo antipatico e strafottente, Isaac adesso appare come un giovane più maturo e affabile, di cui conosceremo ancora meglio le sue passioni e che diventerà parte di inedite e importanti vicende sentimentali.

Durante queste nuove puntate potremo anche seguire la difficile crescita personale del Preside Groff (Alistair Petrie) e di suo figlio Adam (Connor Swindells), coinvolti in storie davvero toccanti.

Saranno inoltre indimenticabili le peripezie che dovrà affrontare Aimee (Aimee Lou Wood) per superare i traumi che aveva subito, che la rendono una delle figure più simpatiche e intelligenti di tutta la serie Netflix.

Sarà centrale anche la figura di Jean, donna forte che metterà finalmente a nudo tutte le sue debolezze mentre cerca di trovare il tempo da dedicare al nuovo arrivato in famiglia e a un nuovo, inaspettato, impiego.

Anche le new entry di questa stagione sono caratterizzate in modo esemplare: la sceneggiatura racconta di ragazzi e ragazze, alcuni affetti da disabilità, che devono combattere quotidianamente contro l’enorme muro dell’indifferenza altrui, che mettono questi giovani di fronte a ostacoli che sarebbero facilmente raggirabili se la società li prendesse in considerazione.

UNA PUNTATA FINALE CHE È COME UN FILM

È curioso notare come l’ottava e ultima puntata della stagione finale di Sex Education duri quasi come un film intero.

Saranno ben 85 minuti quelli dedicati a mostrare le vicende finali di Otis, Eric e degli altri ragazzi che abbiamo imparato a conoscere (e ad amare) durante questi anni.

È chiaro come l’intento principale di questo lungo episodio sia quello di chiudere tutte le questioni irrisolte riguardanti i rapporti amicali e amorosi dei personaggi della serie.

Durante la visione della puntata che sancisce la fine dello show Netflix, rimane la strana impressione che questa sia stata confezionata in fretta per evitare di lasciare in sospeso le questioni personali di alcuni personaggi, che sarebbero state impossibili da approfondire in una quinta stagione.

Proprio per questo, arrivati al termine della visione della puntata finale, ci si rende conto come questa presenti una sceneggiatura meno spontanea del solito.

In poco più di un’ora vedremo dunque diversi siparietti verbali, a tratti artificiosi, che comunque sapranno coinvolgere emotivamente gli spettatori.

Una puntata, quella finale, che sembra porre rimedio alla decisione di Netflix di chiudere lo show. Non ho approfondito francamente le questioni inerenti alla produzione di Sex Education, ma dopo aver conosciuto il curioso Cavendish Sixth Form College e gli studenti che vi fanno parte, posso dire con certezza che di materiale per una quinta stagione ce n’era abbastanza.

Poco male, l’importante è che almeno Sex Education abbia un finale che gli appassionati possano vivere, indipendentemente da come questo è stato progettato.

Dove vedere Sex Education
COMMENTO
Siamo arrivati alla fine delle disavventure di Otis, un ragazzo che abbiamo visto crescere e maturare durante tutti questi anni. Da adolescente impaurito dal sesso e dalle relazioni sentimentali, Otis è diventato più maturo e conscio delle sue qualità intrinseche come terapista sessuale. Non ancora privo di problematiche, sia chiaro, ma almeno cosciente dei mezzi per poter affrontare le sue défaillance. La stessa cosa accade per gli altri, amabili, personaggi della serie Netflix, cresciuti non solo fisicamente ma anche intellettualmente e alle prese con nuove questioni più serie. La stagione finale di Sex Education, proprio perché non mostra più adolescenti ma ragazzi ben più maturi, rinuncia giustamente a mostrare le scaramucce sentimentali (e divertenti) delle scorse stagioni, ma arricchisce il plot di nuovi eventi, di cui alcuni drammatici, adatti alla loro evoluzione personale e caratteriale. Proprio per questo la quarta stagione di Sex Education potrebbe intrattenere di meno e risultare meno “gioiosa” delle altre. La serie Netflix anche questa volta riesce nel difficile intento di raffigurare il mondo del sesso completamente legato a quello dell’amore e dei generali rapporti interpersonali. Le pulsioni sessuali non sono mai slegate dai sentimenti e anzi ne rappresentano il giusto corollario. Con naturalezza e intelligenza, Sex Education ha sottolineato come la sessualità sia una forma naturale e sana di interazione umana, complessa e piena di innumerevoli sfaccettature, che spesso esulano dal concetto binario di uomo e donna. Insomma, questa serie Netflix ci ha fatto comprendere come la diversità sia un concetto che deve essere sinonimo di arricchimento interiore e non di insensato timore. Una cosa non da poco, questo è innegabile.
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Dopo la visione di “Grosso Guaio a Chinatown” a 10 anni, la mia più grande passione è diventata il cinema. Poco dopo gli adorati schiacciapensieri vengono surclassati dall'arrivo di un computer di nome “ZX Spectrum”. Scatta così l’amore per i videogiochi e la tecnologia. E le serie TV? Quelle ci sono sempre state, da "Il mio amico Arnold" fino a "Happy Days".
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