La piccola città di Mill Valley si prepara a festeggiare, come ogni anno, la terrificante notte di Halloween. E’ il 1968 e l’America fronteggia il Vietnam nella sua più assurda guerra.
Soprattutto gli adolescenti hanno una grande voglia di divertirsi. Molti di loro sono in fibrillazione temendo che da un momento all’altro arrivi la fatidica cartolina che li costringa a partire per partecipare al conflitto e mettere fine, con molta probabilità, alla loro giovane vita.
Stella (Zoe Margaret Colletti), Auggie (Gabriel Rush) e Chuck (Austin Zajur) sono tre amici di vecchia data fortemente intenzionati a godersi la nottata più lugubre e divertente d’America.
Questa sera però non andranno solamente in giro mascherati a chiedere dolciumi agli sconosciuti: una dolce vendetta è in procinto di essere messa in atto nei confronti del bullo Tommy Milner (Austin Abrams), reo di rendere la loro vita spesso più difficile del solito.
LA LEGGENDA DELLA FAMIGLIA BELLOWS
Ogni città ha le sue leggende metropolitane, e Mill Valley non sfugge a questa regola non scritta. Le spaventose storie che si susseguono da anni riguardano la famiglia Bellows, nota per aver fondato la città.
I Bellows avevano una figlia femmina di nome Sarah, accusata di aver avvelenato alcuni bambini senza un motivo certo. Una storia losca e con tanti interrogativi irrisolti, che durante la notte delle streghe è ideale da raccontare per spaventarsi a vicenda.
A Mill Valley è presente ancora la grande e grigia casa dei Bellows, che sarà la destinazione casuale di Stella e i suoi amici per tentare di fuggire dalle ire di Tommy. All’interno i ragazzi troveranno un particolare libro scritto con il sangue, che ha la capacità di imbastire storie orribili in cui sembra che i protagonisti siano proprio loro.
COME AI VECCHI TEMPI
Scary stories to tell in the dark è basato sulle storie dell’autore e giornalista americano Alvin Schwart, noto per aver scritto diversi libri contenenti racconti horror destinati ai più giovani.
Un’ottima occasione per produrre un film che prenda spunto proprio da queste fiabe spaventose in cui albergano leggende mostruose e situazioni angoscianti, relegate spesso al mondo dei più giovani, da sempre vittime preferite dagli autori del terrore.
Il film riesce con successo a offrire atmosfere horror che molti di noi hanno vissuto durante gli anni ’80, quando la minaccia spesso era rappresentata da un mostro creato da una montagna di silicone e, soprattutto, l’abilità degli artigiani che creavano gli effetti speciali.
In Scary stories to tell in the dark le creature che Stella e i suoi giovani amici andranno ad affrontare sono mostri incredibilmente realistici, che non si rifanno alla computer grafica per mostrarsi sullo schermo.
Queste creature sembrano reali, e sfoggiano una notevole cura affinché appaiano così minacciose da diventare protagoniste degli incubi di qualche spettatore impressionabile.
UN BUON HORROR
Scary stories to tell in the dark è un horror convincente, che riesce a divertire e spaventare grazie ad un’ottima regia e alla presenza di mostruosità inquietanti.
Le icone del mondo dell’orrore non mancano in questo film, a partire dall’indimenticabile spaventapasseri che campeggia sul poster ufficiale del film, primissimo protagonista delle disavventure horror dei giovani attori coinvolti nel film.
L’orribile pupazzo che si usa per atterrire gli uccelli (e anche noi esseri umani, a essere sinceri) da sempre accompagna le paure più oscure e infantili di tutti noi, e la sua presenza nel film non può che conquistare il pubblico amante delle atmosfere dark più genuine.
Ma Scary stories to tell in the dark non si ferma qua, e continua a mostrare paure ataviche largamente condivisibili da ognuno di noi. D’altronde le storie raccontate dal libro maledetto prendono spunto proprio da tutto ciò che spaventa di più i poveri ragazzi protagonisti di questa avventura di morte e paura.