Mei Lee non è più una bambina, perché ha compiuto tredici anni. Sono oramai passate tredici primavere da quando Mei era una indifesa neonata che dipendeva unicamente dal sostentamento di mamma e papà.
Sebbene non sia ancora adulta, la protagonista del nuovo film Pixar, disponibile in streaming su Disney+, deve fare i conti con un periodo turbolento caratterizzato da numerose emozioni, che coinvolgono la timidezza, la rabbia e, soprattutto, la ribellione.
Mei da sempre è una figlia modello: incredibilmente abile negli studi, colleziona ottimi voti nelle più disparate materie.
Anche a casa Mei non è da meno, perché è sempre contenta di aiutare la madre Ming a tenere in ordine il loro splendido tempio cinese, uno dei più grandi e rappresentativi di tutta Toronto.
Un’adolescente che potrebbe essere portata come modello rappresentativo di come ci si dovrebbe comportare con i propri genitori e con l’autorità scolastica, nonché un fulgido esempio di come l’autorità genitoriale porti i suoi frutti.
Ma allo scoccare dei tredici anni qualcosa cambia dentro Mei. Il suo equilibrio emotivo ora è instabile e le emozioni sembra che prendano il sopravvento sul suo atteggiamento posato e riverente.
IL PANDA ROSSO CHE CAMBIA LA VITA
Non deve essere facile alzarsi un giorno dal proprio letto, specchiarsi e notare come la propria fisionomia sia cambiata radicalmente.
Quello a cui sta assistendo Mei non è solo un turbinio emozionale che la sta trasformando da bambina ad adolescente, ma un vero e proprio, radicale, cambiamento fisico.
Invece che essere una bambina dagli occhi grandi e il sorriso smagliante, Mei si ritrova ad essere all’improvviso un enorme e peloso panda rosso.
Come è potuto succedere? L’unica cosa che la protagonista ricorda è che prima di questo incredibile cambiamento stava provando una forte emozione.
Sembra proprio che ogni trasformazione sia legata al suo stato d’animo e che questa curiosa maledizione appartenga alla sua famiglia da tantissimi anni.
UN FILM TUTTO AL FEMMINILE
Red è diretto dalla regista Domee Shi, artista già coinvolta in diverse opere Pixar ma mai come regista, se si esclude l’esperienza fatta con il corto Bao nel 2018, che risulta essere il primo film breve Pixar diretto da una donna.
Oltre a Domee Shi, gran parte del team creativo di Red è composto da donne, una situazione ideale per avere quella sensibilità artistica utile per descrivere tutte le diverse disavventure emozionali che si susseguono nella vita di Mei, comprese quelle esperienze dolorose che tutti i mesi creano disagi in ogni corpo femminile.
Red è ambientato nel 2002, periodo in cui gli adolescenti si divertivano con il Tamagochi ed internet non era ancora una tecnologia così invasiva.
Erano presenti anche i cellulari nei primi anni 2000, ma apparivano decisamente più discreti avendo solo la possibilità di inviare messaggi testuali e così incapaci di invadere la privacy con riprese video e fotografie fuori luogo.
La tecnica grafica di Red fa largo uso di colori sgargianti e intensi, perfetti per sottolineare facilmente il carattere vivace ed entusiasta di Mei.
Il tratto grafico di Red è simile a quello di un anime, da come si può facilmente vedere osservando le accentuate espressioni della protagonista, che sfoggia enormi sorrisi e sguardi languidi attraverso i suoi grandi occhi, proprio come possiamo saggiare in altre opere animate di matrice orientale.
La direzione artistica di Red è, quindi, chiaramente rivolta a rappresentare il mondo di Mei secondo la sua verve gioviale e adolescenziale, servendosi di una regia incalzante e di un montaggio rapido e arricchito da numerosi brani musicali dal ritmo sostenuto, scritte da Billie Eilish e Finneas O’Connell.
UN RACCONTO DIRETTO
Mei è una ragazzina esuberante e spontanea, e la sceneggiatura di Red riprende proprio il suo modus vivendi.
La storia di Red è priva dei tratti filosofici e sottili che hanno caratterizzato altre opere di Pixar. I concetti che Mei vuole esprimere non sono sussurrati, bensì urlati all’indirizzo di sua madre, una donna piena d’amore per la figlia ma che si comporta in modo autoritario.
Vittima di un’educazione simile, Ming è decisa ad impartire alla figlia una direzione comportamentale che preveda un atteggiamento che punti a soffocare le emozioni, viste come palpitanti minacce all’equilibrio mentale di un individuo.
Il panda rosso rappresenta il simbolo perfetto della ribellione insita in Mei e della sua capacità a gestirlo. Dapprima visto come un ingombrante e pesante fardello, la rossa creatura a poco a poco diventerà parte dell’esistenza della protagonista in modi imprevedibili.
E’ proprio attraverso questo gigantesco panda che Domee Shi vuole esorcizzare tutte le paure legate all’affacciarsi di emozioni prima sconosciute, che si scontrano immancabilmente con la figura dei proprio genitori e, nel caso di Mei, soprattutto con quella materna.