MUBI: la programmazione di maggio 2023

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Per il mese di maggio, arrivano tre distribuzioni MUBI; cominciamo con The Potemkinists (Sesso sfortunato o follie porno) di Radu Jude, una commedia sull’arte e la storia, la memoria e il cinema.

Arrivano inoltre due lavori della regista brasiliana Ana Vaz. In The Age of Stone si riflette sulla costruzione della città di Brasilia, mentre in It Is Night in America i confini tra documentario, horror e fantasy si sfumano mentre Vaz indaga sulla fauna che di notte si riprende la città di Brasilia, anche qui al centro della sua indagine.

Presentato alla Quinzaine des Réalisateurs nel 2021 e candidato ai David di Donatello per il Miglior Regista Esordiente (Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis), Re Granchio ci porta nell’Italia di fine Ottocento.

Il protagonista Luciano, un uomo che vive ai margini della società, è costretto a fuggire in esilio nella Terra del Fuoco dopo aver commesso un atto scellerato per proteggere la donna che ama. La ricerca di un tesoro perduto nei meandri del tempo e della memoria diventerà per lui un’occasione di redenzione.

Continua la rassegna dedicata ad Alice Rohrwacher, in contemporanea con la presentazione a Cannes del suo ultimo lungometraggio, La chimera. Corpo celeste, liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Anna Maria Ortese, è un delicato racconto di formazione in cui la giovane protagonista Marta torna con la mamma nella natìa Reggio Calabria dopo aver vissuto dieci anni in Svizzera.

Vincitore del Prix du Scénario al Festival di Cannes del 2018, Lazzaro felice è la parabola infusa di realismo magico di Lazzaro, giovane contadino dall’eccezionale bontà.

Come ogni maggio torna il focus sul Festival di Cannes. Quest’anno MUBI presenta una selezione che spazia tra alcuni dei capolavori dell’ultima decade del Festival: Mr.Turner di Mike Leigh, Vi presento Toni Erdmann di Maren Ade, Il passato di Asghar Farhadi, A White, White Day – Segreti nella nebbia di Hlynur Palmason, Il tocco del peccato di Jia Zhangke, Loving di Jeff Nichols e Buccia di Jane Campion.

Massimo D’Anolfi e Martina Parenti sono tra i registi di documentari più prolifici del cinema contemporaneo e a maggio continua la rassegna a loro dedicata.

Spira mirabilis riflette sul concetto elusivo di immortalità e sulle capacità “bioconservative” del cinema. Al contrario, la settima arte può anche essere uno strumento di morte e violenza, come dimostrato da Guerra e pace, che abbina immagini di atrocità storiche a lezioni militari contemporanee sull’uso delle telecamere durante i combattimenti.

Principale cronista della moderna e repentina trasformazione della Cina, Jia Zhangke è considerato uno dei registi più illustri del secolo; questo trittico è dedicato a tre dei suoi film drammatici tra i più ricercati, radicali e schietti.

Il tocco del peccato combina in modo singolare il neorealismo d’autore con il kung-fu, in un film altamente incendiario che ha rischiato la censura in Cina e ha vinto il premio come Miglior sceneggiatura a Cannes.

Il grande melodramma Al di là delle montagne, traccia il percorso della sua eroina attraverso varie decadi, ciascuna delle quali riflette le pressioni e i desideri di ogni periodo. In I figli del fiume giallo seguiamo il processo di modernizzazione della Cina in un vivido thriller.