Con MaXXXine il regista Ti West conclude la trilogia horror in cui è protagonista Maxine Minx, personaggio femminile intento con tutte le sue forze a diventare un’attrice famosa. Al cinema dal 28 agosto.

È una sopravvissuta Maxine Minx (Mia Goth), una sopravvissuta alla mattanza avvenuta in Texas, dove stava girando un film porno che le avrebbe permesso di diventare una star dell’hardcore.

Con grande tenacia, questa affascinante ragazza è riuscita a restare viva e a evitare di essere uccisa brutalmente da due esseri umani che di umano non avevano proprio niente; erano solo due vecchi contenitori di carne e ossa assetati di sangue che volevano uccidere per puro piacere.

Il sanguinolento passato di Maxine ora è solo un ricordo che fa ancora male, ma che non le può impedire la sua scalata per il successo.

Oramai questa ragazza è diventata un importante nome nel mondo dei film porno. Le ambizioni di Maxine ora sono diverse: il suo desiderio è diventare una vera e propria attrice hollywoodiana.

LOS ANGELES, 1985

Se abbiamo vissuto il 1979 in X- A Sexy Horror Story, in MaXXXine è tempo di assaporare gli anni ’80.

Anni esagerati, pieni di verve e di divertimento, che in America, più precisamente a Los Angeles, diventavano ancora più esagerati.

Los Angeles è il luogo in cui sorge Hollywood, la patinata patria del cinema e, soprattutto, delle star. Un luogo in cui ogni aspirante attore può provare l’ebbrezza di fare un provino e sperare di diventare, un giorno, una star.

Per Maxine si profila un’occasione irripetibile: The Puritan II, seguito di un film horror a basso budget diventato un cult movie tra gli appassionati, cerca una nuova protagonista. Maxine sa che lei è la ragazza ideale per ricoprire questo ruolo.

Los Angeles è un posto dove la ricchezza si alterna alla povertà. A pochi passi dall’Hollywood Walk of Fame, la famosissima passeggiata delle celebrità simbolo del glamour di Los Angeles, è facile trovare un clochard che chiede con insistenza e poca speranza qualche dollaro per consumare un pasto.

La regia di Ti West dedica molto spazio alla rappresentazione urbana di Los Angeles, soprattutto durante le ore serali, momento in cui tutti i negozi illuminano le strade con le loro insegne al neon e i fumi che provengono dai tombini sembrano spettri evanescenti.

Recensione Maxxxine Mia Goth in una scena

UN KILLER TRA LE STRADE

Nel 1985 tra i vicoli di Los Angeles non ci sono solo celebrità e ricchi magnati, ma anche un uomo che ama uccidere. È stato soprannominato “Night Stalker”, ed è un vero e proprio serial killer che prende di mira e toglie la vita a giovani ragazze.

Le violente opere del killer sono facilmente riconoscibili, perché il marchio delle sue atrocità è raffigurato sul volto delle vittime.

La vita di Maxine è in pericolo, soprattutto quando le viene recapitato un nastro VHS che mostra diverse scene che appartengono al suo passato, un tipico modo per minacciarla e costringerla ad accettare uno strano invito a una festa piena di persone importanti.

Quando il film di Ti West mostra le prime vittime e la misteriosa figura dell’assassino, inizia a dipanarsi la sceneggiatura dal taglio crime e thriller, che in parte abbandona le atmosfere splatter e horror di X- A Sexy Horror Story.

Spaventata ma sempre intenzionata a diventare una star, Maxine avrà inoltre a che fare con John Labat (Kevin Bacon), sordido investigatore che viene sovvenzionato da una misteriosa figura.

Sarà proprio la conoscenza di John a far scatenare a Maxine la sua rabbia repressa e a tratti incontrollabile, rabbia che sfocerà in una vendetta dalle tinte gore.

Recensione Maxxxine Mia Goth e una collega in scena

UN RACCONTO LINEARE

La sceneggiatura di MaXXXine può essere definita semplice e lineare perché si basa unicamente sulla figura di questa ragazza che vuole a tutti i costi diventare una superstar.

Sebbene il film avrebbe potuto approfondire in molteplici modi la psicologia di questa taciturna e disinibita figura femminile, il racconto cinematografico sceglie invece di dare rilevanza soprattutto all’atmosfera tipicamente anni ’80 del film.

Proprio per questo la cinepresa spesso riprende luoghi iconici di quei tempi come le videoteche e gli stessi videoregistratori, strumenti indispensabili per poter vedere in casa film attraverso i nastri VHS.

Recensione Maxxxine Kevin Bacon in una scena

Tutto il film ha come tema l’horror, e proprio per questo, approfittando dei momenti in cui Maxine visita gli studios hollywoodiani, Ti West regala a tutti i cinefili la visione di scenografie iconiche e indimenticabili di film come Psycho e di altri cult del genere.

MaXXXine inneggia senza troppi fronzoli alla cultura cinefila degli anni ottanta, ottenendo un facile plauso da parte degli spettatori amanti del genere e che non sono troppo giovani, sicuramente entusiasti all’idea di fare un viaggio in quegli anni in cui il cinema horror era così creativo e originale.

Quello che ne consegue è un film che non è brutto, ma che pecca di una struttura narrativa fin troppo esile e gestita con superficialità.

Lo stesso colpo di scena finale appare emotivamente sbiadito di fronte a una messa in scena a tratti grossolana e troppo semplicistica.

Dove vedere MaXXXine
COMMENTO
Se avete amato il prequel Pearl e adorato il taglio horror aggressivo di X- A Sexy Horror Story, avrete certamente voglia di concludere la trilogia di Ti West e vedere la sua opera conclusiva intitolata MaXXXine. Purtroppo il capitolo finale della saga, pur non essendo un brutto film, non riesce a coinvolgere come i sopracitati film, perché vittima di una sceneggiatura e di una messa in scena fin troppo concentrata a mostrare gli stilemi horror e noir degli anni ottanta, perdendo di vista la cosa più importante: la figura di Maxine. La protagonista del film si mostra stavolta in modo svogliato, sempre piena di brio e di audacia ma che non riesce a bucare lo schermo come fece in X- A Sexy Horror Story. Mia Goth sembra quasi recitare con una sorta di malcelata stanchezza, cosciente come questo film, dopotutto, non era indispensabile. Quello che funziona perfettamente in MaXXXine è la scenografia e l’ambientazione anni ’80, che mostra una Los Angeles iperattiva che non dorme mai, sempre pronta a esaudire i desideri di chi ha la possibilità di spendere soldi. Oltre alla scenografia, ho trovato caratterizzato molto bene anche la figura del detective impersonato da Kevin Bacon. Bacon riesce a tratteggiare in modo ottimale il personaggio di un uomo dall’animo lurido, pronto a trasgredire qualsiasi regola in nome del dio denaro. Oltre a lui, il film dedica attenzione anche ai due detective interpretati da Bobby Cannavale e Michelle Monaghan, le due uniche figure positive soffocate da una società che premia solo la ricchezza e l’apparenza. Da sottolineare anche la presenza di Giancarlo Esposito, che centra il ruolo del manager di Maxine, un uomo che non ha paura di sporcarsi le mani di sangue. Insomma, MaXXXine è un film che riesce a creare personaggi dal taglio esagerato e violento, proprio come si usava fare negli anni ’80, ma che purtroppo non riesce a dare ulteriore spessore a quello dell’attrice centrale nella storia.
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Luca Spina
Dopo la visione di “Grosso Guaio a Chinatown” a 10 anni, la mia più grande passione è diventata il cinema. Poco dopo gli adorati schiacciapensieri vengono surclassati dall'arrivo di un computer di nome “ZX Spectrum”. Scatta così l’amore per i videogiochi e la tecnologia. E le serie TV? Quelle ci sono sempre state, da "Il mio amico Arnold" fino a "Happy Days".
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