Fin dal 1967, anno di esordio del fumetto sulla testata manga Action, il personaggio di Lupin III, nato dalla fervida immaginazione e dall’inconfondibile tratto dell’autore Monkey Punch, continua ad appassionare il pubblico di ogni età.
Abile e spavaldo, ma con un piglio comico che lo rende amabile in ogni situazione si trovi, il ladro gentiluomo per antonomasia è riuscito a far breccia nel cuore di centinaia di appassionati, soprattutto quando la serie animata è sbarcata in Italia a partire dal 1979 con il titolo di Le avventure di Lupin III.
Quello che rende il manga e l’anime irresistibile non è solo la figura di Lupin III, ma anche quella delle altre figure chiave coinvolte nelle sue storie.
Il ladro con la giacca rossa ha una vera e propria piccola squadra che l’aiuta nei suoi furti, composta da Daisuke Jige, un pistolero formidabile che saprebbe colpire una moneta a metri e metri di distanza, e Goemon Ishikawa, samurai dotato di una spada eccezionale che ha la capacità di tagliare qualsiasi materiale.
Ma non è tutto, perché non può mancare anche una presenza femminile che possa dare il suo contributo con la scaltrezza e innato fascino. Sto parlando di Fujiko Mine, una splendida e procace ragazza, che ha il vizio non troppo velato di agire anche per conto suo, soprattutto per interessi economici.
Chiude la passerella dei personaggi chiave di Lupin III l’ispettore Zenigata, l’uomo deputato a far rispettare la legge sempre e comunque e quindi nemico giurato del famoso ladro. Mascella quadrata e cappellone inconfondibile, indossa una spolverino beige che ormai è simbolo della sua tenacia.
DAI FUMETTI ALLE SERIE TELEVISIVE, PASSANDO PER I FILM ANIMATI
Il successo di Lupin II, come era prevedibile, ha generato anche sul piccolo schermo svariate serie televisive e film di animazione. Il più importante lungometraggio è sicuramente Lupin III – Il Castello di Cagliostro, da sempre cult movie nel cuore dei numerosi fan.
Quello che mancava al ladro più simpatico mai apparso era un film che potesse sfruttare le meraviglie della computer grafica, un mezzo espressivo oggigiorno piuttosto flessibile grazie alle sofisticate tecnologie .
Il timore maggiore era che, affidandosi alla grafica di un computer, gli inconfondibili tratti somatici e soprattutto le espressioni così particolari di Lupin potessero risultare artificiose e per niente fedeli alla serie animata classica.
Per fortuna, fin dai primi fotogrammi in cui appare la sigla del film, accompagnata peraltro dall’eccezionale colonna sonora in parte riarrangiata, possiamo notare con un sorriso sulle labbra come tutta la grafica del film sia impeccabile anche in questa nuova veste.
UN’AVVENTURA AMBIENTATA NEL PASSATO RECENTE
La nuova storia in cui è immerso Lupin è ambientata nel 1960, a pochi anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. La sfida del formidabile ladro è quella di tentare di prendere possesso del diario di Bresson, a conti fatti l’unico tesoro che suo nonno Arsenio Lupin non è mai riuscito ad accaparrarsi.
Per cercare di avere successo nel colpo della sua vita, Lupin dovrà contare sull’aiuto di Laetitia, una dolce ragazza che studia da archeologa. Ma la missione non sembra così semplice, perché due loschi individui appartenenti ad una misteriosa organizzazione, Lambert e Geralt, vogliono prendere anche loro possesso di questo incredibile oggetto.
La sceneggiatura riesce così ad imbastire un’avventura che porterà Lupin e i suoi amici a cacciare questo prezioso tesoro dalle potenzialità infinite tra Parigi, Messico e Brasile.
Tre location ideali per imbastire svariate scene di azione che coinvolgeranno la banda di Lupin, ancora una volta a bordo dell’iconica macchina Cinquecento color giallo, che da sempre permette ad un pezzo d’Italia di essere presente all’interno delle avventure del ladro gentiluomo.
UN FILM PER TUTTI
Lupin III The First sceglie, giustamente, di mostrare un plot che possa essere apprezzato da chiunque. Se lo scopo di Monkey Punch, con questo nuovo lungometraggio, era quello di far conoscere il suo personaggio di punta ad un pubblico più numeroso possibile, era chiaro che dovesse in qualche modo presentare scene e situazioni che differissero da quelle del manga e dell’anime originale.
Pensiamo soprattutto ai siparietti erotici del ladro con la veemente Fujiko,che spesso veniva denudata volontariamente da Lupin affinché quest’ultimo potesse apprezzare le sue nudità. Situazioni che spesso si presentano nei fumetti e nei cartoni animati giapponesi, da sempre destinati ad un pubblico adulto e non a quello molto giovane come alcuni anni fa i palinsesti italiani erroneamente credevano.
Questi richiami sessuali, per esempio, sono completamente assenti nel film. La stessa Fujiko ora non appare più una maggiorata, ma ha una conformazione fisica decisamente più sobria.
Dopo i (velati) richiami sessuali, quello che il film sacrifica è parte della violenza più o meno esplicita. Sebbene ci siano numerose sparatorie e combattimenti, Lupin III – The First non presenta alcuna scena particolarmente violenta e che ritragga l’esplicita fuoriuscita di sangue.
Una versione a tratti edulcorata dunque della avventure di Lupin, ma che preme l’acceleratore sulla spettacolarizzazione delle situazioni, alcune adrenaliniche come non mai, grazie anche all’eccellente lavoro del regista Takashi Yamazaki.