Era il 3 dicembre 1994 quando in Giappone Sony, grande compagnia orientale che prima d’ora era conosciuta per i suo televisori, il Walkman e gli stereo, decideva di entrare nel difficile mercato dei videogiochi, in cui regnava Nintendo e Sega.
La Playstation, questo il nome della console dotata di un lettore dischi CD-Rom, forte del suo ottimo hardware capace di mostra sul televisore di casa mondi tridimensionali, aveva una grande mission da compiere: rendere il videogioco una cosa cool e un passatempo che chiunque poteva godere durante il tempo libero.
Sony riuscì nel suo intento, con il suo spregiudicato e geniale marketing, nonché l’enorme voglia di spezzare gli equilibri che fino ad ora vigevano sul mercato, con il videogioco che faceva rima con Giappone e, sopratutto, il giapponese e l’inglese come lingue che spadroneggiavano all’interno dei prodotti videoludici.
Con Playstation la storia veniva riscritta: ora i videogiochi venivano localizzati in multilingue, compreso l’italiano. Ma non era abbastanza: anche il parlato, spesso, era in italiano, e la cosa per noi giocatori del bel paese era sorprendente.
Quando arrivò in Italia il 29 settembre 1995 la Playstation entrò a casa mia, e posso testimoniare come la magnificenza tecnica delle demo offerte dalla console facessero sognare un futuro in cui gli appassionati potessero accostare l’esperienza di giocare un videogame a quella di vedere un film.
Ecco, se ora possiamo vivere emozioni prettamente cinematografiche giocando con l’ultimo capitolo di Call of Duty, il merito va tanto a Sony e la sua prima console di videogiochi.
La modernità di Sony ha permesso di rompere gli equilibri che il mercato a fine anni novanta stentava a riprogrammare, ingessato all’interno di stilemi prettamente nipponici, che cozzavano contro il talento occidentale che era pronto a conquistare il mondo intero dopo aver colonizzato home computer come Commodere 64, Atari ST e Amiga.
Tanti auguri Playstation, grazie di aver permesso che la modernità potesse essere un concetto da accostare accanto al nome “videogiochi”.