Ispirata alla famosa attrazione di Disneyland in California, Jungle Cruise racconta l’avventurosa spedizione di Lily Houghton (Emily Blunt) alla ricerca dell’Albero della Vita, pianta leggendaria da cui sarebbe possibile cogliere petali che avrebbero la capacità di curare qualsiasi malattia.

Siamo agli inizi del XX secolo, prima che la Grande Guerra devasti il mondo con le sue spietate battaglie mondiali.

Questo antico albero, secondo le leggende, è situato in Amazzonia, luogo affascinante ma pieno di insidie. Lily, sebbene sia una donna intraprendente ed autonoma, ha bisogno di qualcuno che possa guidarla attraverso il Rio delle Amazzoni, strada da percorrere per raggiungere il luogo ove pare sia situato il magico tronco.

La scelta ricade sul capitano Frank Wolff (Dwayne Johnson), un robusto uomo che possiede La Quila, una barca vetusta ma estremamente veloce.

Accanto a Lily e Frank vi sarà anche suo fratello MacGregor (Jack Whitehall), uomo che ama vestire elegantemente e dall’atteggiamento signorile, in netto contrasto con gli atteggiamenti spiccioli di Lily.

ALLA RICERCA DI UN FIORE ECCEZIONALE

Jungle Cruise apre il film sulle figure di Lily e MacGregor, la prima una donna vivace e risoluta, il secondo un ragazzo insicuro e fin troppo ancorato alle comodità di una vita borghese.

Le prime immagini mostrano proprio MacGregor che parla ad una platea di accademici, esponendo loro il progetto di una spedizione che ha come meta le rigogliose terre dell’Amazzonia, dove vorrebbero scovare il famigerato albero che produce fiori dall’immenso potere curativo.

Aiutandosi con fogli di carta su cui Lily ha scritto tutto quello che il fratello deve dire, Macgregor non ha una favella così carismatica che possa convincere i barbuti studiosi dell’importanza di questa missione.

Appena entra in scena Lily, quest’ultima sarà coinvolta in una rocambolesca caccia ad un oggetto di primaria importanza per il suo viaggio.

Con un montaggio veloce, che offre scene in cui la Blunt volteggia e combatte, sembra subito chiaro come Jungle Cruise voglia offrire una sceneggiatura che prevede non solo siparietti avventurosi ma anche una bella dose di ironia, indispensabile per far sorridere e compiacere anche il pubblico più giovane.

In questi intensi primi quindici minuti di visione facciamo la conoscenza anche del villain principale del film, Il principe Joachim (Jesse Plemons), borioso e ricco comandante tedesco anch’esso interessato alla ricerca dei petali curativi.

UN SIMPATICO TRIO

All’appello dei personaggi principali manca solo Frank Wolff, un uomo che come lavoro organizza crociere panoramiche lungo il Rio delle Amazzoni, che fungono anche da attrazione per  turisti con trovate sceniche che divertono (e all’occorrenza spaventano) i passeggeri.

Frank è un uomo simpatico ma opportunista, che sembra non abbia la minima intenzione di condividere la sua vita con un’altra persona, forte della sua capacità di vivere senza nessuno accanto.

Il personaggio interpretato da Dwayne Johnson inoltre è amante delle barzellette e delle freddure, con cui intrattiene le persone che viaggiano sulla sua nave, il più delle volte senza successo.

Quando Frank accetta di partire alla ricerca dell’Albero della Vita, inizia il viaggio che li porterà nel cuore dell’Amazzonia, intenti a fuggire non solo dal sottomarino armato di tutto punto di Joachim, ma anche dalle grinfie di Aguirre (Edgar Ramírez).

Aguirre è il capitano di una banda di soldati coinvolti nella leggenda dei fiori magici attraverso una storia di vendetta e sofferenza.

Con l’entrata in scena di Aguirre è chiaro come Jungle Cruise voglia offrire un plot non solo di azione e avventura, ma che contenga anche elementi soprannaturali; il soldato, difatti, è un uomo vittima di una maledizione che lo condanna ad atroci sofferenze.

Come se non bastasse il  principe Joachim, ora il nostro trio di esploratori deve vedersela anche con Aguirre e i suoi pericolosi poteri disumani.

UNA STORIA VINCENTE

Sebbene sia ispirata ad una attrazione di Disneyland, e quindi prenda spunto da una giostra che non ha una storia complessa da offrire, Jungle Cruise presenta una sceneggiatura particolareggiata e ricca di avvenimenti.

I tre protagonisti, Lily, Frank e MacGregor, possono vantare un’ottima caratterizzazione; questi personaggi non si limitano solo a fare qualche battuta e a duellare in nome dello spirito avventuroso ed action del film, ma sono protagonisti anche di diversi momenti dal sapore introspettivo in cui vengono delineati i loro caratteri.

All’inizio sappiamo ben poco di loro, ma col passare del tempo verranno elargite tutte le informazioni, anche quelle più intime, che possano renderli credibili; caratteristiche perfette per creare un  solido legame emotivo con lo spettatore.

Anche i cattivi del film, figure irrinunciabili per un sano coinvolgimento cinematografico, non sono tratteggiati in modo superficiale.

Sebbene Joachim faccia la parte del crucco ubriaco di potere, quindi una icona cattiva semplice nella sua rappresentazione, quando incontriamo Aguirre il plot concede un ulteriore racconto inedito oltre a quello centrale in cui è protagonista Lily.

Veniamo così a conoscenza di una storia che contempla il passato del soldato, fatto di tragedie e di sentimenti vendicativi.

Con Aguirre insomma non è prevista solo l’entrata in scena del soprannaturale e l’uso della computer grafica per sorprendere e impressionare gli spettatori, ma anche un nuovo e importante spunto narrativo, che si farà sempre più ricco di rivelazioni.

Dove vedere Jungle Cruise
COMMENTO
Sebbene non avessi alcun dubbio sull’ottima direzione registica dell’avventura Disney, a cura di Jaume Collet-Serra, ero abbastanza insicuro invece riguardo la sceneggiatura che venisse proposta, ufficialmente ispirata ad una attrazione Disneyland. Un film dunque che non aveva importanti spunti narrativi a cui ispirarsi per scrivere un plot cinematografico. Il rischio era quello di trovarsi davanti ad una pellicola che prediligesse gli effetti speciali e la spettacolarità delle scene rinunciando però ad una sceneggiatura di spessore. Dopo aver visto lo spettacolo devo ammettere che i miei dubbi fortunatamente erano fuori luogo: Jungle Cruise è un film che offre una storia piuttosto ricca di personaggi e di vicende, offrendo non solo un mood generale avventuroso, ma anche un copione arricchito da snodi narrativi che denotano un lavoro di scrittura accurato. Durante la visione di Jungle Cruise inoltre rivivono nella mente del cinefilo momenti di sommo gaudio cinematografico osservando il cattivo tedesco Joachim, che è difficile che non faccia pensare al villain che vedemmo nel cult di Spielberg Indiana Jones e l’ultima crociata. Riemergono inoltre altre belle sensazioni anche vedendo Emily Blunt fuggire e duellare agguerrita, proprio come fece Kathleen Turner nell’indimenticabile All’inseguimento della pietra verde di Robert Zemeckys. Quando il film mette in scena il soprannaturale, è chiaro come questo sia una sorta di omaggio a tutti i cultori della serie de I pirati dei Caraibi, altra pellicola Disney ispirata ad un’attrazione realmente esistente. Al di là delle citazioni e i riferimenti ad altri cult movie, Jungle Cruise ha una sua personalità narrativa ben distinta, che dà grande spazio anche alle descrizioni del carattere dei personaggi principali, arricchendoli di una grossa personalità.
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Dopo la visione di “Grosso Guaio a Chinatown” a 10 anni, la mia più grande passione è diventata il cinema. Poco dopo gli adorati schiacciapensieri vengono surclassati dall'arrivo di un computer di nome “ZX Spectrum”. Scatta così l’amore per i videogiochi e la tecnologia. E le serie TV? Quelle ci sono sempre state, da "Il mio amico Arnold" fino a "Happy Days".
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