Il Richiamo della Foresta è un romanzo di Jack London che da sempre coinvolge  lettori di ogni età. Ambientato nel 1890, epoca in cui coraggiosi ricercatori d’oro rischiavano la vita per scovare l’ambito e prezioso metallo giallo, racconta di Buck, enorme cane che vivrà una intensa avventura che segnerà per sempre la sua vita.

Distribuito da Walt Disney Italia e 20th Century Fox, arriva nelle sale a partire dal 20 febbraio un fedele adattamento cinematografico di questo famoso racconto, con la partecipazione di due attori d’eccezione, Harrison Ford e Omar Sy.

Il film presenta una tecnica in live action, non rinunciando completamente all’uso della computer grafica, che permette ai protagonisti canini di esibirsi in animazioni ed espressioni emozionali che sarebbero state impossibili da ottenere senza l’ausilio del computer.

LA SICUREZZA DELLA PROPRIA CASA

Buck è un ingombrante e vivace cane domestico abituato ad una vita colma di comodità. Avere Buck in casa è come convivere con un grande terremoto a quattro zampe e perennemente affamato.

Fin dalle prime scene, il film, servendosi di una regia veloce e brillante, segue Buck mentre corre allegramente all’interno della sua grande casa, osservando con famelico appetito i domestici che preparano un lauto pranzo destinato a decine di ospiti.

Ogni persona coinvolta nella preparazione del vitto decide con massima cura di nascondere le pietanze dalle grinfie del cagnone, che da un momento all’altro potrebbe avventarsi sulla sua golosa preda.

Questo incipit cinematografico serve a presentare in modo rapido il carattere di Buck, quello di un cane affettuoso ma estremamente viziato, ancora ignaro delle sue enormi capacità.

UN NUOVO INIZIO

Buck purtroppo si ritrova a dormire fuori casa a causa di una giusta punizione, proprio come è già successo svariate volte. Sebbene il clima sia mite, dormire sotto il cielo stellato non è la soluzione più congeniale per il cane.

La nottata sembra tranquilla, ma è solo una parvenza: alcuni malintenzionati sono pronti a rapire Buck, e così a fargli dimenticare presto tutto il comfort di una vita da cane domestico e  fargli conoscere, suo malgrado, la dura realtà, fatta di uomini che non dialogano con lui tramite carezze, ma servendosi di una violenza insensata.

Inizia così un nuovo capitolo della sua vita, vissuta in posti che mai avrebbe immaginato, caratterizzati da un clima gelido e da panorami contraddistinti da montagne coperte di una nuova sostanza bianca e morbida chiamata neve.

IL MIGLIORE AMICO DELL’UOMO, MA ANCHE UN EROE

Buck è una cane particolare, dotato di un cuore d’oro, ma anche di  estremo coraggio. Fuori dalle sue calde e rassicuranti mura domestiche Buck inizia a conoscere il suo vero carattere, fatto di un’anima sempre disposta ad aiutare il prossimo, che sia un essere umano oppure un cane come lui.

L’ingombrante pastore tedesco imparerà presto a far parte di una vera squadra, composta da altri cani che trainano una slitta. Il loro compito sarà quello di portare la posta in luoghi reconditi.

Conoscerà così Perrault (Omar Sy), un simpatico uomo di colore che per guadagnarsi da vivere fa il postino. Secondo le sue accorate parole, tutti loro non portano solo lettere a destinazione, ma veri e propri pezzi di vita.

Buck inizia ad allenarsi faticosamente per tenere il passo con gli altri cani; i loro percorsi sotto la gelata neve sono lunghi e tortuosi, e ci vorrà tempo perché il suo fisico possa abituarsi a questi ritmi.

UNA CORSA EMOZIONANTE

Il nuovo ruolo di Buck apre  la prima parte del film, quella in cui la regia di Chris Sanders inscena con successo  le lunghe ed emozionanti corse del cane assieme ai suoi compagni.

La cinepresa segue accuratamente tutte le faticose corse in mezzo alla bianca neve di Buck, con lunghe inquadrature che esaltano tutta la fisicità dei cani intenti a trainare la slitta piena zeppa di importanti lettere.

Il grande schermo del cinema, come sempre, è ideale per godere delle folli e avventurose corse di Perrault assieme ai suoi cani, cercando di evitare i grandi pericoli che le montagne possono nascondere.

Sarà proprio insieme a Perrault che Buck capirà di essere un cane che non potrebbe mai rifiutare l’idea di dividere del cibo con un suo compagno affamato.

Buck ha la stoffa del vero leader, altruista e magnanimo, a differenza del loro attuale capo branco, un husky con gli occhi blu e il cuore freddo come il ghiaccio.

L’INCONTRO CON UN UOMO SOFFERENTE

Saranno molte le esperienza che Buck vivrà da quando è stato costretto a lasciare la sua casa. Molti uomini passeranno sotto lo sguardo del cane, ma solo pochissimi saranno fondamentali  per il suo futuro.

Se Perrault è riuscito a far conoscere a Buck le sue capacità fisiche e la sua innata propensione al comando, con John Thornton (Harrison Ford) ha potuto imboccare la via del suo destino.

John è un uomo onesto, ma la sua anima è tormentata da dolori che non si sono mai cicatrizzati. Le vite di John e di Buck sono destinate ad intrecciarsi, il loro legame sarà sancito dalla voglia di fuggire dalla propria inquietudine per riscoprire una vita che sappia essere anche serena.

La rappresentazione del rapporto con John è ideale per offrire al pubblico la seconda e più importante parte del film, quella più lenta, che propende verso un racconto che possa sottolineare il profilo psicologico del personaggio interpretato da Ford.

La sua dannazione potrà essere placata solo da Buck. Viceversa, solo attraverso le avventure di John Buck potrà finalmente trovare il suo vero ruolo in questo mondo. Uno scambio di favori che culmina in un incredibile affetto reciproco.

NON SOLO LIVE ACTION

Il Richiamo della Foresta sceglie di mettere in scena animali veri, per offrire un’offerta cinematografica che possa premiare il realismo.

Ma i cani reali, in certe situazioni, non bastano. Avvalendosi di tecniche di computer grafica, il film ha la capacità di inscenare animazioni ed espressioni particolari che ricordino proprio gli innumerevoli classici animati Disney con protagonisti animali.

La tecnica grafica generata al computer, in questi casi, si mischia brillantemente alle scene in live action, generando così un adorabile effetto da cartone animato.

Alcune movenze dei cani, e soprattutto le innumerevoli emozioni che si ravvisano nel loro sguardo, senza questa tecnica non potevano esistere.

La differenza tra gli animali veri e quelli in computer grafica è praticamente impercettibile, e garantisce uno spettacolo colmo di simpatiche situazioni, che saranno apprezzate soprattutto da un pubblico molto giovane.

Dove vedere Il Richiamo della Foresta
COMMENTO
Il romanzo breve di Jack London è sempre entusiasmante e riesce ad essere attuale ancora oggi, con la sua storia di formazione che coinvolge un cane dalle grandi capacità, ma anche personaggi umani che hanno a che fare con il proprio destino. Nel film di Chris Sanders si da più rilevanza, rispetto al racconto originale, alla figura di John Thornton, mettendolo al centro di una vita resa dolorosa da una grave disgrazia. Le capacità attoriali di un sempre in forma Harrison Ford riescono perfettamente a renderlo un co-protagonista credibile, che saprà anche commuovere il pubblico. Ma anche Omar Sy, nei panni dell’allegro Perrault, è perfetto per essere il primo essere umano che saprà formare il carattere del buono e incredibilmente forte Buck. Il Richiamo della Foresta è un film consigliato per un pubblico di ogni età, anche perché impreziosito da scene che presentano adorabili animazioni del cane che ricordano meravigliosamente i migliori momenti dei classici Disney animati. Una tecnica che Disney oramai sa usare sempre meglio, mescolando animali reali ad aggiunte realizzate con la computer grafica. Attendiamo con trepidazione di apprezzare l’uso di questa tecnica anche nel prossimo Lady and the Tramp (Lilli e il Vagabondo in Italia) previsto prossimamente sul servizio streaming Disney+.
7.7
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Dopo la visione di “Grosso Guaio a Chinatown” a 10 anni, la mia più grande passione è diventata il cinema. Poco dopo gli adorati schiacciapensieri vengono surclassati dall'arrivo di un computer di nome “ZX Spectrum”. Scatta così l’amore per i videogiochi e la tecnologia. E le serie TV? Quelle ci sono sempre state, da "Il mio amico Arnold" fino a "Happy Days".
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