Scritta da Julia Quinn, la saga di romanzi rosa Bridgerton uscì nelle librerie dal 2000 al 2013 con nove pubblicazioni in totale.
I libri narrano le gesta amorose dei componenti della famiglia inglese di estrazione nobiliare dei Bridgerton, intenti a trovare una sistemazione sentimentale che permetta alla loro famiglia di stipulare accordi economici attraverso il vincolo matrimoniale, ideale per garantire un radioso futuro alla loro stirpe.
I racconti dei Bridgerton ebbero un successo notevole, permettendo ai romanzi di Julia Quinn di essere tradotti in ben 29 lingue diverse.
Nel 2020 Bridgerton diventa una serie televisiva Netflix prodotta da Shondaland, che racconta attraverso otto puntate il primo romanzo della saga, quello che dedica le attenzioni a Daphne Bridgerton (interpretata da Phoebe Dynevor).
In questo volume, intitolato Il Duca e io, la figlia maggiore Daphne è intenzionata a prendere marito ed entrare così nel mercato matrimoniale di Regency London, composto da fanciulle pronte a sposarsi e in attesa di un valido e intraprendente uomo che le corteggi.
Le avventure sentimentali di Daphne sono piuttosto movimentate, a causa della comparsa dell’aitante Duca di Hastings (Regé-Jean Page), scapolo che fingerà assieme a Daphne di essere fidanzato con lei per sfuggire alle numerose proposte matrimoniali.
IL TOCCO DI SHONDALAND
Sebbene la prima stagione di Bridgerton seguisse in modo abbastanza accurato le famose vicende di Daphne e del Duca di Hastings, Shondaland ha deciso di cambiare alcune particolarità dei racconti, a cominciare dalla struttura societaria in cui sono immersi i protagonisti.
La società nobiliare inglese dei racconti originali rifletteva quella realmente esistita, composta unicamente da soggetti di etnia causasica.
Nella serie Netflix questo concetto è stato rivoluzionato, perché i nobili londinesi non hanno solo la pelle bianca ma anche nera.
Shondaland ha voluto espressamente rinunciare alla fedeltà storica del racconto per esaltare il valore dell’inclusività a tutti i costi, presentando addirittura un re ed una regina composti da un uomo di carnagione bianca e una donna nera.
Una scelta che non tutti hanno apprezzato, soprattutto pensando agli appassionati dei racconti originali, ma che sicuramente ha dato un tocco di originalità in più al prodotto televisivo, che inoltre si fregia di brani musicali moderni riarrangiati grazie al dolce suono dei violini.
I DOLORI DEL GIOVANE ANTHONY
La prima stagione di Bridgerton attira le attenzioni non solo dei fan dei racconti originali, ma anche di tutti gli appassionati di racconti rosa in costume.
Sebbene la saga dia molto spazio al concetto di amore in termini romantici, le vicende di Daphne saranno caratterizzate anche da svariati siparietti erotici, che danno quel tocco di verve in più alle vicende di questa giovane ragazza di primo acchito disincantata.
La seconda stagione, ispirata al secondo romanzo intitolato Il Visconte che mi amava, ha come protagonista Anthony Bridgerton, lo scapolo più desiderato di tutta Londra.
Anthony, primogenito della famiglia Bridgerton, sebbene abbia raggiunto un’età idonea per unirsi in matrimonio ed attiri le attenzioni di numerose fanciulle, non ha alcuna voglia di impegnarsi in una relazione matrimoniale.
Anthony ama la sua libertà sentimentale, ma purtroppo per il bene della sua famiglia dovrà trovare una donna a cui possa legarsi.
L’uomo non è attratto da nessuna ragazza in particolare, perché trova che il carattere di queste nobili inglesi sia troppo servile ed eccessivamente legato alle noiose etichette dell’alta società.
Le sue attenzioni un giorno però sono rapite dall’arrivo di due ragazze dalla lontana India, Kate Sharma (Simone Ashley) e sua sorella più giovane Edwina (Charithra Chandran).
Quando Anthony inizia a corteggiare Edwina, Kate si accorge ben presto che le intenzioni dell’uomo non sono così sincere e che le sue azioni non sono mosse dal vero amore.
Mossa da un forte senso di protezione per la sorella, Kate inizierà così a scontrarsi con Anthony, creando un rapporto burrascoso ma anche stimolante con l’attraente visconte.
NIENTE SESSO SIAMO BRIDGERTON
Chiunque abbia visto la prima stagione di Bridgerton sa fin troppo bene come questo titolo sia decisamente inopportuno, visto che in parecchie occasioni Daphne si lascerà trasportare da pulsioni sessuali con il Duca di Hastings.
In questa seconda stagione però le cose cambiano, e faranno dispiacere tutti coloro che amano vivere le storie d’amore impreziosite da scene piccanti.
Le vicende di Anthony stavolta avranno un’impronta decisamente più intimista e meno carnale, e descriveranno in modo minuzioso il suo rapporto conflittuale non solo con Kate, ma anche con la sua visione del concetto di matrimonio.
Anthony Bridgerton è un personaggio che, a prima vista, sembra il classico nobile tracotante privo della capacità di provare empatia per qualcun altro.
Puntata dopo puntata però la personalità del primogenito dei Bridgerton si andrà delineandosi, mostrando un carattere ben più complesso e stratificato.
Anche grazie ad alcuni flashback dal grande impatto emotivo, Anthony si rivelerà un uomo che ha patito grandi sofferenze e, soprattutto, si è dovuto sobbarcare delle enormi responsabilità per garantire il bene della sua famiglia.
Gli screzi con Kate e il corteggiamento destinato ad Edwina saranno mostrati attraverso numerosi discorsi e una ingente quantità di scene che li ritraggono mentre ognuno di loro è intento a donare sguardi languidi, maliziosi ed anche gelosi.
Sebbene Anthony, Kate ed Edwina siano il trittico dei personaggi principali di questa seconda stagione, la sceneggiatura concederà anche approfondimenti riguardo il carattere di Eloise Bridgerton (Claudia Jessie), ragazza dall’animo ribelle che si sente fuori luogo in questa società nobiliare in cui una donna è obbligata a convogliare a nozze.
Ci sarà spazio anche alle vicende di Penelope Featherington (Nicola Coughlan), giovane ragazza che ha un ruolo di primo piano riguardo le cronache scandalistiche di Lady Whistledown, una pubblicazione cartacea che mette a nudo tutti i gossip nobiliari e che si diletta a tratteggiare tutti i ridicoli comportamenti dell’alta società, fin troppo distaccata dal ceto basso e dalla vera realtà.