Il nuovo film di animazione Netflix ha come protagonisti tre temibili animali australiani. Rinchiusi in un rettilario, questi rappresentanti della fauna più pericolosa della sconfinata terra dei canguri, in verità, hanno un animo buono e gentile, a dispetto della loro fama.
Il gruppo è composto da Maddie, un serpente velenoso che ha la capacità di uccidere cento persone con un morso solo, il diavolo spinoso Thorny Devil Zoe e il simpaticissimo ragno peloso Frank.
Ogni giorno tutti loro devono fingere di essere assassini letali e dal sangue freddo davanti ad una rumorosa platea di bambini, spaventati dalla loro presenza. Uno spettacolo imbarazzante e sempre uguale a sé stesso.
Il padrone del rettilario in cui si esibiscono, un tipico macho australiano avventuriero e maestro nel domare gli animali più pericolosi, non si cura del loro benessere e pensa solamente ad attirare nuovo pubblico sfoggiando queste creature e descrivendole come esseri spietati.
Quello che se la passa meglio è Pretty Boy, un tenero koala dall’atteggiamento snob e spocchioso, che oramai è diventato una vera e propria star su internet, ove compare ogni giorno 24 ore su 24 grazie ad una webcam che cattura ogni momento della sua giornata.
DIAMOCI ALLA FUGA
Non è facile vivere dentro una stretta teca di vetro, costretto a non poter godere del proprio habitat naturale, contraddistinto da aspri territori desertici in cui poter trovare altri simili e creare così una comunità da condividere assieme ad altri simili.
Fortunatamente Thorny Devil Zoe è un maestro della fuga, e grazie alle sue capacità riesce a far fuggire anche gli altri suoi amici, pronti per intraprendere un avventuroso viaggio per raggiungere l’Outback, le aride terre desertiche australiane.
Inaspettatamente assieme a loro si unirà anche Pretty Boy che, contro la sua volontà, deve abbandonare la sua comoda vita nel rettilario da superstar.
Attraverso questa inaspettata fuga Maddie e gli suoi amici potranno conoscere il vero significato di amicizia e della forza dell’unione, nonché una curiosa associazione volta a proteggere ed aiutare tutti gli animali che sono tacciati di avere un brutto aspetto ed una cattiva fama.
Proprio il concetto di pregiudizio permette a Back to the Outback di sfoggiare una sua determinata personalità come film di animazione, che altrimenti sarebbe apparso come l’ennesimo prodotto, destinato ai più piccoli, che aveva come tematica principale la fuga di animali dalla loro ingiusta prigionia.
PERSONAGGI CONVINCENTI
Sebbene la scenografia appaia il più delle volte rappresentata in maniera semplicistica, Back to the Outback offre una splendida caratterizzazione dei personaggi principali.
Disegnati con colori accesi e occhi grandi, due caratteristiche ideali per compiacere ad un pubblico più giovane, i protagonisti del film sfoggiano delle riuscite e divertentissime espressioni mentre si destreggiano tra le assolate strade australiane intenti ad evitare numerosi pericoli.
Osservare il ragnone Frank mentre placidamente afferma di essere in calore e si impegna in una danza improvvisata è estremamente divertente, mentre i grossi occhioni languidi di Maddie incutono una certa commozione quando esprimo disappunto riguardo i terribili pregiudizi che gli esseri umani hanno verso di lei.
Maddie, Thorny Devil Zoe e Frank sono animali onesti, amichevoli e altruisti: tutto il contrario di come la società degli esseri umani li dipinge, convinta che avere denti aguzzi significhi essere automaticamente una creatura spregevole.
IL KOALA CHE SI PAVONEGGIA
La presenza di Pretty Boy rappresenta la “ciliegina sulla torta” di un prodotto convincente. Questo Koala, contro ogni aspettativa, appare vanesio, tracotante e fin troppo classista.
Pretty Boy, abituato ad essere al centro dell’attenzione, soffrirà molto di questa inaspettata avventura nei deserti australiani.
Ovviamente, attraverso queste nuove esperienze, capirà presto che il suo atteggiamento è assolutamente sbagliato e conoscerà i benefici di un vero rapporto di amicizia e rispetto reciproco.
Tratteggiare Pretty Boy come un personaggio “negativo” è una idea vincente, perché riesce a esprimere intelligentemente come l’aspetto estetico spesso sia in antitesi all’atteggiamento di una creatura, sia umana che animale.