Il primo pregio della serie TV Baby Reindeer è il fatto di essere una miniserie. Parliamoci chiaro: scegliere un nuovo show da guardare su Netflix spesso è un’impresa ardua.
Sono centinaia oramai i contenuti che la famosissima piattaforma streaming offre, molti di loro composti da svariate puntate dell’enorme durata di quasi un’ora ciascuna.
Iniziare qualcosa di nuovo significa investire diverse ore della nostra vita davanti allo schermo.
Con Baby Reindeer la cosa è diversa, perché la serie intera è composta da solo sette puntate. E le buone notizie non sono finite: ogni episodio dura meno di 40 minuti.
Un sollievo per lo spettatore serale (e seriale) adulto che prova a vedere qualcosa di nuovo, magari dopo aver già collezionato diversi sbadigli perché stanco della giornata sulle spalle.
NON E’ MISERY NON DEVE MORIRE
Il secondo pregio di Baby Reindeer è nientedimeno che Stephen King, il vate dell’orrore e l’uomo che ha fatto impaurire tutto il mondo con i suoi romanzi, ha recensito la suddetta serie e l’ha elogiata paragonandola al suo capolavoro Misery non deve morire.
Ora proviamo a essere schietti: Stephen King è uno scrittore sopraffino e un uomo estremamente intelligente e affabile, ma ha dei gusti cinematografici e seriali spesso opinabili.
In questo caso il re dell’orrore ci ha preso, perché la serie Netflix è veramente interessante. Interessante sì, ma non proprio simile al suo romanzo diventato uno splendido film nel 1990 grazie alla regia di Rob Reiner e alla memorabile interpretazione di James Caan e Kathy Bates. Ma questa è un’altra storia.
LE CONFESSIONI DI UN’ANIMA IN FASE DI DEFINIZIONE
Ora vi starete chiedendo perché dovreste vedere Baby Reindeer: due motivi li ho appena citati e presto vi dirò il terzo, che poi è quello più importante.
Se dovessi con una parola riassumere cosa riesce a trasmettere Baby Reindeer userei il termine “schiettezza”.
Donny (Richard Gadd), il protagonista dello show Netflix, in sette episodi riesce a sciorinare tutta la storia della sua vita.
Il ragazzo confessa con estrema sincerità come spesso inciampa nelle sue enormi insicurezze mentre cerca di percorrere la strada che porta alla conquista del sacro Graal dell’esistenza: la preziosissima autostima.
E proprio parlando di autostima e amor proprio entra in gioco Martha (Jessica Gunning), una donna che è una stalker ma che, in verità, è anche tante altre cose, come per esempio una persona dall’animo profondo e accogliente. Così accogliente che riesce, in qualche modo, ad ammaliare anche Donny.
Donny e Martha diventano due anime affini che si rincorrono, si calpestano e urlano i loro soffocanti dolori l’uno contro l’altra.
Lo stalking di Martha diventa per Donny motivo di disagio ma anche una terapia cognitiva ed emozionale inaspettatamente efficiente.
Il protagonista si specchia nell’abisso di Martha e comincia a trovare nell’oscurità indizi che possano portarlo a ritrovare la sua vera indole, sia caratteriale che sessuale.
Un viaggio nell’ignoto di una donna afflitta da gravi problemi comportamentali che funge da bussola esistenziale per quest’uomo ancora troppo giovane per definirsi un fallito ma abbastanza adulto da reputarsi insoddisfatto della sua vita.
Ora avrete capito che Baby Reindeer è una serie da tenere d’occhio, anche solo perché ruberà poco tempo alle vostre vite.
Una serie, quella Netflix, che potrebbe riuscire a dare tutto un altro significato alla parola “stalker” e farci capire come spesso il bene e il male hanno sfumature così importanti che riescono a edificare nuovi e sorprendenti punti di vista.