Ispirato al romanzo inedito di Marco Bocci, che ricopre anche il ruolo di regista esordiente, A Tor Bella Monaca non piove mai racconta di Mauro (Libero De Rienzo), uomo imprigionato in una vita senza un reale futuro lavorativo.
Da tempo alle prese con lavoretti in nero malpagati, Mauro si ritrova a vivere in casa con suo fratello Romolo (Andrea Sartoretti) e i suoi genitori. Anche Lucia (Fulvia Lorenzetti), la moglie di Romolo, che da anni sogna invano un appartamento proprio, divide i suoi spazi vitali con tutti loro.
La loro è una vita fatta di rancori e di speranze oramai diventate vane con il trascorrere del tempo e sotto il peso dei debiti continui. Romolo ha un lavoro fisso, ma la sua serenità interiore è schiacciata da un carattere fin troppo acceso, che sfocia spesso in una violenza incontrollabile che gli è costata la galera qualche anno prima.
Suo padre Guglielmo (Giorgio Colangeli), possiede un piccolo negozio che malauguratamente ha dato in affitto ad un sordido uomo napoletano che non ha mai pagato l’affitto. La moglie Maria (Lorena Guerrieri) cerca di mantenere le redini della famiglia con una spiccata maternità, ma i suoi problemi fisici le impediscono di essere autonoma come vorrebbe. Un quadro familiare difficile da sostenere, soprattutto durante questi anni di crisi in cui sembra che niente possa aggiustarsi.
IL CRIMINE PAGA?
Il quartiere di Tor Bella Monaca è la cornice ideale per fotografare il perdurare della crisi economica e sociale di una città come Roma.
Tor Bella Monaca è un pezzo di Roma particolare, quasi un piccolo paesino dove tutti si conoscono ed è anche possibile organizzare un corteo funebre per una persona cara scomparsa. Un quartiere duro quello di Tor Bella Monaca, che riporta le cicatrici di anni in cui la situazione economica non sembra poi migliorare così tanto.
La spazzatura che dissemina parte delle strade sottolinea come spesso queste siano dimenticate dal comune di quella che dovrebbe essere la capitale d’Italia. In questo background cittadino è facile farsi ammaliare dalla voglia di svoltare la propria vita in modi illegali.
Ma Mauro, a differenza del fratello, ha la fedina penale intonsa. Il suo carattere di solito è mansueto, ed ha avuto anche la possibilità di studiare e diventare geometra. Ma niente però sembra sia servito per fargli guadagnare un lavoro come si deve.
Anche la sua vita privata è problematica e priva di equilibrio, perchè non riesce a ricucire la relazione con Samantha (Antonia Liskova), bellissima ragazza che lo ha lasciato per abbracciare la stabilità economica con un facoltoso uomo più grande di lei.
La situazione potrebbe degenerare da un momento all’altro. Quello che si consuma ogni giorno dentro la sua casa è un estremo inno al disagio esistenziale, con le urla del fratello Romolo contro i vicini rumorosi che si aggiungono a quelle del padre che inveisce contro quel mascalzone del locatario. Una tensione che nemmeno il buon “Mauretto”, come viene affettuosamente chiamato dagli amici, potrebbe sopportare.
UNO SPACCATO DI VITA BEN RIUSCITO
A Tor Bella Monaca non piove mai è un film che riesce a comunicare con successo una situazione estremamente disagevole. Senza scivolare nel dramma eccessivo, la regia di Marco Bocci ha il pregio di esprimere tutta la tensione e la delusione di Mauro nei confronti della sua vita e la società intera.
Servendosi di primi piani, le riprese all’interno dei locali riescono efficacemente a restituire un messaggio di soffocante impotenza, sia verso le ingiustizie della vita che del lavoro inesistente.
Gli interpreti, ben diretti, sanno esprimere con parole ed espressioni la difficile impresa di vivere alla giornata, consci di come il futuro non sia roseo ma tinto di grigio.
Un plauso alla scelta degli attori: alcuni, con il loro aspetto mellifluo e disturbante, sono calati perfettamente nella parte di uomini pronti a privare un lavoratore occasionale anche di una misera paga per il proprio tornaconto personale.
Dove c’è povertà e soprattutto disagio esistenziale, è facile che nasca la voglia di trasgredire la legge, in nome di una rabbia interiore che non riesce a placarsi, come quella di Romolo, che si serve di medicine per mettere a bada il suo cuore ruggente.
CATTIVI SI NASCE O SI DIVENTA?
Questa frase, che campeggia sul poster del film, è ideale per dare un senso compiuto a tutta la pellicola. Una domanda alla quale è difficile trovare risposta, perché una giusta risposta forse non esiste, persa tra gli innumerevoli disagi esistenziali dei personaggi del film.
Mauro sembra che non riesca a farsi tentare dalla voglia di diventare un fuorilegge. La sua natura è quella di un uomo tranquillo, che non ha intenzione di alzare la voce per un nonnulla, figurasi se ha intenzione di fare del male a qualcuno.
Diventare cattivi non è facile, e l’improvvisazione in questo caso è troppo pericolosa. E poi Samantha lo ha amato proprio perché lui era diverso da tutti gli altri, intenti a fare soldi in qualsiasi maniera.
Ma davvero non è possibile diventare cattivi? La risposta potrebbe essere sempre affermativa, pensando ai dolori che ha dovuto subire un altro personaggio del film, Ruggero (Giordano De Plano), poliziotto brillante a cui hanno strappato per sempre la figlia e la moglie vittime di un incidente stradale.
Tutta una serie di vite stravolte, rese in bianco e nero dal dolore e dalla cocente voglia di un riscatto interiore. E se nemmeno la legge riesce ad essere dalla tua parte, allora diventare cattivi può essere una seria alternativa.